ENNESIMA TRAGEDIA DELL’IMMIGRAZIONE. I soccorsi sono scattati in nottata dopo una telefonata alla capitaneria di porto di Palermo.
Cinquantasei migranti già tratti in salvo, un cadavere recuperato e oltre 40 i dispersi ma c’è chi parla anche di 80 persone che ancora mancherebbero all’appello. Questo il punto sulle operazioni di soccorso ancora in corso dopo il naufragio 12 miglia al largo di Lampedusa di un barcone con a bordo un centinaio di persone. L’allarme era scattato giovedì pomeriggio dopo la telefonata di uno dei migranti alla capitaneria di porto di Palermo. E stando a quanto segnalato dal telefono satellitare a bordo c’erano oltre un centinaio di persone. Di queste 56 sono già state tratte in salvo, tra loro anche una donna incinta. Ma ci sarebbe già un morto accertato mentre un numero imprecisato di migranti, tra 40 ed 80, risultano ancora dispersi.
I SOCCORSI – Immediato è scattato l’allarme. Sul punto segnalato dai migranti si sono diretti i mezzi della capitaneria di porto e della Guardia di finanza che stazionano stabilmente a Lampedusa. Alle ricerche hanno collaborato anche alcune navi della Nato. In nottata oltre quaranta i migranti salvati, altri 14 alle prime luci dell’alba. Tutti in mattinata sono stati trasferiti nel centro di accoglienza di Lampedusa per ricevere assistenza ed eventuali cure. Al largo invece proseguono le ricerche dei dispersi.
ANCORA DISPERSI – Al momento le notizie sono ancora confuse. Secondo le prime frammentarie comunicazioni fornite via radio dagli uomini impegnati nei soccorsi, una decina di naufraghi sarebbero stati segnalati sull’isolotto di Lampione. Ma non si capisce se si aggiungano o meno ai 54 superstiti, tutti tunisini, già tratti in salvo. In ogni caso un numero imprecisato di persone è ancora in mare, ufficialmente disperse.
GIALLO SCAFISTI – Ma anche la ricostruzione fornita dai superstiti viene in queste ore valutata dalle autorità marittima. Del barcone sul quale viaggiavano i migranti infatti non c’è alcuna traccia. Dunque potrebbe essere affondato rapidamente, come non si può escludere che i tunisini siano stati presi a bordo da una nave di scafisti che li ha «traghettati» fino all’isola di Lampione facendo poi rientro in un porto della Tunisia. E se o dispersi siano finiti in mare dura l’approdo a Lampione. Un giallo che si potrà chiarire nelle prossime ore quando verranno sentiti i superstiti.
APERTA INCHIESTA – Sul naufragio la procura di Agrigento ha infatti aperto un’inchiesta. «Stiamo cercando di capire – ha detto il procuratore Renato Di Natale – se ci siano scafisti tra i sopravvissuti». «Al momento – ha aggiunto – procediamo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ma, dal momento che una vittima è già stata ritrovata, aggiungeremo al fascicolo anche l’ipotesi di omicidio».