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«Guerra» all’evasione, il nuovo redditometro. Nel mirino colf, asili, palestre e automobili

TASSE. Pronto entro fine ottobre. I commercialisti: «Rischio che studi di settore diventino strumento di repressione».

Quella contro l’evasione fiscale «è una guerra» e «mi devo convincere che non siamo soli». Il direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, parla davanti alla commissione Finanze della Camera. I deputati lo incalzano sulla solita questione, Equitalia, la severità dei controlli. E lui, in Parlamento, è costretto quasi a difendersi: «Da quando sono direttore abbiamo recuperato oltre 40 miliardi di euro di evasione. Sentendo i vostri interventi ho la sensazione che questi soldi li abbiamo presi a cittadini onesti, vessati. Credo non sia questa la realtà». Una guerra, appunto. E il nuovo redditometro è una delle battaglie. «Ci stiamo lavorando, spero a breve» di averlo a disposizione, ha detto ieri Befera. «Preferisco ritardare un po’ ma avere uno strumento efficace. Stiamo facendo due forme di redditometro, uno per la selezione preventiva e uno per le attività di controllo ». Un meccanismo in due tempi che darà la possibilità al contribuente di dimostrare la compatibilità delle proprie spese con il reddito dichiarato prima di far scattare gli eventuali controlli.

Ma a quasi un anno dalla presentazione siamo ancora alla sperimentazione. Il redditometro servirà a scovare gli evasori confrontando il reddito dichiarato dal contribuente con il suo tenore di vita, letto attraverso una serie di voci «spia»: non solo la barca o la macchina di lusso, ma anche le spese per la colf, per il cellulare, per l’asilo o l’università dei figli, fino all’abbonamento in palestra, alla parcella del veterinario, alle donazioni alle onlus. In tutto cento indicatori, divisi in sette grandi categorie, che disegnano la capacità di spesa del contribuente e quindi stimano il suo reddito «presunto». Se quel reddito presunto dovesse essere troppo al di sopra di quello dichiarato, il Fisco potrà far scattare i controlli.

Il sistema è stato presentato la prima volta il 25 ottobre scorso. La sperimentazione doveva durare pochi mesi, per essere pronti a giugno. Ma restano ancora alcuni nodi da sciogliere, come il peso da assegnare a ciascuna di quelle cento voci spia e la definizione di quanto il tenore di vita debba essere più basso del reddito dichiarato per far scattare i controlli. Non ci sono soltanto problemi tecnici, però. La questione è anche politica. E c’è anche chi pensa che questo strumento possa essere considerato troppo invasivo. Il timore vero, infatti, è che il redditometro si trasformi in uno studio di settore applicato a 22 milioni di famiglie e 50 milioni di contribuenti. Le spese rilevate nelle categorie- campione avranno un peso nel calcolo del reddito ma a questo verrà aggiunto anche un coefficiente di moltiplicazione in base all’area geografica e al nucleo familiare. In poche parole, il reddito di chi acquista un’auto in una regione dal reddito medio- basso sarà conteggiato con un “peso specifico” superiore rispetto a chi compra la stessa auto in una regione a reddito più alto. E poi ancora bisognerà calcolare il numero dei familiari per un totale di 55 gruppi omogenei che genereranno il calcolo finale.

«Si tratta di un meccanismo concettualmente giusto — afferma Claudio Siciliotti, presidente dei commercialisti — ma c’è un rischio concreto: potenzialmente il redditometro può diventare strumento automatico e assumere valore legale comportando l’inversione dell’onere della prova a carico del contribuente. È vero che Befera, meritoriamente, ha più volte ribadito che questo sarà solo uno strumento che servirà a segnalare i casi più a rischio per far scattare accertamenti più approfonditi. Ma il timore è che in futuro ci possa essere un inasprimento del suo utilizzo. Si tratta di una preoccupazione prospettica legata soprattutto alla presenza dei coefficienti, gli stessi che tanti problemi hanno creato negli studi di settore. Stavolta però non saremmo più in presenza di 5 milioni di partite Iva ma di 50 milioni di contribuenti». Il nuovo redditometro consentirà anche una verifica «fai da te» a posteriori: grazie a un software messo a disposizione dei singoli contribuenti e dei commercialisti, chi vorrà potrà inserire i propri dati (e spese) e verificare se quanto ha intenzione di dichiarare rientrerebbe nei parametri stimati o farebbe accendere un campanello d’allarme al fisco. E magari ritoccare la dichiarazione.

Nell’ambito del nuovo redditometro sono state individuate sette categorie di spesa: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazione e contributi, istruzione, attività sportive e ricreative e curadelle persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari netti.
 
Nel capitolo abitazione, entrano nel redditometro le spese relative ai mutui, alle ristrutturazioni, agli elettrodomestici, agli arredi ma anche quelle per l’energia elettrica, i collaboratori domestici, la telefonia fissa e mobile e il gas. Quanto ai mezzi di trasporto, sotto la lente del fisco finiscono le spese per minicar, caravan, barche, moto, auto e mezzi di trasporto in leasing o noleggio.
 
Sul fronte delle assicurazioni e dei contributi previdenziali, entrano nel redditometro le assicurazioni vita, danni, malattia, responsabilità civile, incendio e furto, ma anche i contributi obbligatori, volontari e la previdenza complementare.
 
Nel capitolo istruzione figurano le spese per asili nido, scuole, corsi di lingue straniere, soggiorni di studio all’estero, corsi universitari, master e canoni di locazione per studenti universitari.
 
Quanto alle attività sportive e ricreative, nel redditometro entrano le spese per le attività sportive, i circoli culturali, i cavalli, i giochi on line, gli alberghi, gli abbonamenti allo stadio o ad altri eventi sportivi e culturali.
 
Le spese significative nel mirino del fisco rigurderanno gli oggetti d’arte, i gioielli e i preziosi, ma anche le donazioni a onlus e simili e gli assegni corrisposti al coniuge.
 
A partire da febbraio 2012, sarà messo a disposizione dei singoli contribuenti e degli intermediari che li assistono un apposito software per verificare la coerenza della propria posizione.
  • COME FUNZIONA
Le famiglie considerate sono, dunque, oltre 22 milioni e verranno divise in 55 gruppi omogenei che si otterranno incrociando gli 11 nuclei familiari, dai single con meno di 35 anni alle coppie con più di tre figli, alle cinque aree geografiche (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole).
 
Per ciascuno dei 55 gruppi omogenei le voci indicative della capacità di spesa contribuiscono in misura differenziata alla stima del reddito della famiglia.
 
Lo strumento verrà utilizzato esclusivamente – ha spiegato l’Agenzia delle Entrate – per orientare il contribuente verso la compliance e per potenziare l’analisi del rischio di evasione da parte dell’Agenzia delle Entrate.
 
Se il contribuente, pur consapevole della incoerenza, non modifica il comportamento dichiarativo, viene sicuramente selezionato per ulteriori approfondimenti, calibrati in funzione dell’entità dello scostamento. Se lo scostamento tra i redditi e le spese è basso, il fisco non procederà ad accertamenti; se lo scostamento è medio parte la prima fase del contraddittorio per approfondire le cause dello scostamento stimato; se lo scostamento è molto elevato si procede all’accertamento.

Lorenzo Salvia
Isidoro Trovato

«Guerra» all’evasione, il nuovo redditometro. Nel mirino colf, asili, palestre e automobiliultima modifica: 2012-09-12T16:00:24+02:00da
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