Informati Subito

Libia, attacco al consolato: a Bengasi uccisi ambasciatore Usa e tre funzionari

Sul web circola una foto del diplomatico morente. Un gruppo di manifestanti che protestava contro un film «blasfemo» sulla vita del profeta Maometto.

L’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Chris Stevens, è stato ucciso a Bengasi. La dinamica dei fatti è ancora confusa. Secondo l’agenzia Reuters, che cita una fonte libica, l’ambasciatore e tre cittadini americani stavano viaggiando in auto per trovare un luogo più sicuro dopo l’assalto notturno al consolato quando il loro mezzo è stato centrato da un razzo. In precedenza un altro funzionario del consolato a Bengasi era rimasto ucciso, ed è morto per asfissia, nell’attacco alla rappresentanza diplomatica. La notizia della morte è stata confermata dal vice-premier libico, Mustafa Abu Shagur, che ha condannato il «vile attacco».

LE ALTRE VITTIME – Oltre a Stevens, 52 anni, sono morte altre tre persone, tra i quali due uomini della sicurezza (due marines), anche loro cittadini Usa, che accompagnavano Stevens da Tripoli. Un quarto morto è un impiegato del consolato, la cui nazionalità al momento non è chiara. Si contano infine due feriti. I quattro cadaveri sono stati trasferiti presso l’aeroporto internazionale di Bengasi. Da lì saranno trasportati a Tripoli e quindi presso una base americana in Germania.

IL FILM – I manifestanti armati hanno attaccato con granate e armi da fuoco il consolato americano di Bengasi, nell’est della Libia, per denunciare un film offensivo dell’Islam. Secondo il Wall Street Journal, il film all’origine delle violenze si intitola «Innocence of Muslim» (L’innocenza dei musulmani) ed è stato realizzato da un israelo-americano, Sam Bacile, che dopo i disordini al Cairo ha dichiarato: «l’islam è un cancro».

L’ATTACCO – È un compound abbastanza grande quello che ospita gli uffici della rappresentanza Usa nella città della Libia orientale, situato a poche centinaia di metri di distanza da ristoranti e caffè‚ e da dove, «a partire dalle 21.40 circa» gli avventori hanno assistito a distanza all’episodio. «Si è sentito prima un botto forte – hanno raccontato testimoni all’Ansa – poi si è visto del fumo e si sono sentiti scambi di colpi. Le strade adiacenti sono state chiuse rapidamente e quasi subito sono stati formati anche dei blocchi nella zona». Lo scambio di colpi è stato udito per circa 45 minuti, anche se non in maniera continuata «mentre il fumo è rimasto visibile per una ventina di minuti». «Hanno sparato colpi in aria prima di entrare nell’edificio», ha detto ancora il viceministro libico al-Charef, mentre il portavoce della commissione sicurezza, Abdelmonoem al-Horr, ha parlato di razzi RPG lanciati contro il consolato. Intanto l’edificio è stato completamente evacuato e testimoni hanno riferito alla Reuters che saccheggiatori vi hanno fatto ingresso portando via scrivanie, sedie e lavatrici, dopo che le forze dell’ordine hanno lasciato la zona.

LA FOTO SU TWITTER – Intanto sul web circola una foto (si sconsiglia ad un pubblico particolarmente sensibile) che ritrarrebbe l’ambasciatore Usa in Libia, J. Christopher Stevens, subito dopo l’attentato. Il diplomatico, con la camicia tirata fuori dai pantaloni, è esanime e riverso sulle spalle di qualcuno che lo sta portando via. L’attacco contro la sede di rappresentanza Usa a Bengasi sarebbe solo indirettamente legata alla vicenda del film sulla vita del profeta Maometto: i dimostranti, che sarebbero stati membri della milizia islamica Ansar Al-Sharia, sapevano che nell’edificio c’era l’ambasciatore Chris Stevens. Lo afferma una fonte all’Ansa. L’ambasciatore americano era arrivato in città per raccogliere gli umori alla vigilia della nomina, prevista oggi, del nuovo premier libico.

IN EGITTO – Le violenze a Bengasi hanno fatto seguito alle proteste nel vicino Egitto, dove i manifestanti hanno scalato i muri dell’ambasciata Usa del Cairo e hanno abbattuto la bandiera americana per poi bruciarla, durante le proteste. martedì, la prestigiosa moschea egiziana Al-Azhar ha condannato il «processo» simbolico al profeta organizzato da un gruppo Usa che include Terry Jones, il pastore cristiano che aveva innescato scontri in Afghanistan nel 2010 minacciando di bruciare il Corano. Ma non è ancora del tutto chiaro se l’evento sponsorizzato da Jones o altre produzioni anti-Islam abbiano provocato l’assalto all’ambasciata Usa in Egitto e le violenze in Libia. Secondo un funzionario del comitato libico per la sicurezza «c’è un legame» tra gli attacchi in Libia e quanto successo in Egitto, mente per un funzionario Usa non ci sono ragioni di credere che i due fatti siano collegati.

Redazione Online

Libia, attacco al consolato: a Bengasi uccisi ambasciatore Usa e tre funzionariultima modifica: 2012-09-12T12:32:42+02:00da
Reposta per primo quest’articolo