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Libia, ambasciatore ucciso: Washington manda due navi da guerra

La morte dell’ambasciatore usa Chris Stevens. Un cacciatorpediniere già davanti alle coste. Obama avverte l’Egitto: «Difenda la nostra sede diplomatica».

Un attacco pianificato in anticipo da Al Qaeda. Questo quanto emergerebbe dalle prime indagini sull’attacco al consolato Usa di Bengasi nel corso del quale è stato ucciso l’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Chris Stevens. È quanto riferisce la Cnn, citando fonti americane. L’attacco alla sede Usa era «stato pianificato da al Qaeda» e il film su Maometto «è stata una diversi» scrive la Cnn.

NAVI DA GUERRA VERSO LA LIBIA – Il Pentagono intanto sta muovendo due navi da guerra verso le coste libiche, secondo quanto affermato da ufficiali americani all’agenzia Ap. Un cacciatorpediniere, l’Uss Laboon, si è spostato davanti alla costa, mentre l’Uss McFaul dovrebbe arrivarci in pochi giorni. Alle navi – che trasportano missili Tomahawk e con equipaggio di 300 persone – non è stata assegnata una missione specifica: sono state predisposte per dare ai comandanti la flessibilità necessaria per rispondere agli ordini del presidente. Ad ogni, secondo fonti del Pentagono, la missione viene qualificata a scopo «preventivo».

OBAMA: «ATTENTO EGITTO» –Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto che il governo egiziano non è né alleato né amico degli Stati Uniti ed ha messo in guardia contro un «vero grande problema» nel caso in cui il Cairo non sarà in grado di proteggere l’ambasciata americana nella capitale egiziana. Obama ha dichiarato a un’emittente Usa: «Non penso che li consideriamo alleati, ma neppure nemici. Si tratta di un nuovo governo che sta cercando di trovare la sua strada. È stato eletto democraticamente». Giovedì mattina alcune centinaia di persone si sono riunite davanti all’ambasciata statunitense al Cairo, con alcuni momenti di alta tensione. Sul posto sono giunti alcuni blindati dell’esercito egiziano.

EVACUATO PERSONALE DIPLOMATICO – Dopo l’attentato gli Stati Uniti hanno deciso di evacuare tutto il personale diplomatico e non presente in Libia. All’ambasciata di Tripoli resterà solo una unità di emergenza. Inoltre droni Usa potrebbe presto sorvolare la Libia in cerca di campi jihadisti che potrebbero essere collegati all’attacco. La Cnn riferisce inoltre come atteso il coinvolgimento attivo dell’Fbi nelle indagini sull’uccisione dell’ambasciatore. In partenza anche 200 marines per «rafforzare la sicurezza nelle sedi diplomatiche di Tripoli e Bengasi».

LA RICOSTRUZIONE – Secondo la prima ricostruzione l’ambasciatore e tre cittadini americani stavano viaggiando in auto per trovare un luogo più sicuro dopo l’assalto notturno al consolato quando il loro mezzo è stato centrato da un razzo. Mentre per altri fonti il diplomatico sarebbe morto per asfissia nel consolato. Oltre a Stevens, 52 anni, sono morte altre tre persone, tra i quali due uomini della sicurezza (due marines), che accompagnavano Stevens da Tripoli. Un quarto morto è un impiegato del consolato. Quattordici i feriti. I quattro cadaveri sono stati trasferiti all’aeroporto di Bengasi, per poi essere spediti in una base in Germania. Il presidente del Congresso generale Nazionale Mohamed al-Megaryef in una conferenza stampa: «Presentiamo le nostre scuse agli Usa, al popolo americano e al mondo intero».

IL FILM E LE VIOLENZE– I manifestanti, martedì notte, hanno attaccato con granate e armi da fuoco il consolato americano di Bengasi, nell’est della Libia. Si tratta di un compound abbastanza grande ed è in una zona della città abbastanza centrale, a pochi metri da ristoranti e caffè. Tanto che i clienti dei locali hanno assistito alla scena. «Si è sentito prima un botto forte – hanno raccontato testimoni – poi si è visto del fumo e si sono sentiti dei colpi. Le strade vicine sono state chiuse rapidamente e quasi subito sono stati formati anche dei blocchi nella zona». La violenza è durata per 45 minuti. All’origine degli scontri, un film ritenuto offensivo nei confronti dell’Islam. Si tratta di «Innocence of Muslim» (L’innocenza dei musulmani) ed è stato realizzato da un israelo-americano, Sam Bacile, che dopo i disordini al Cairo ha dichiarato: «L’islam è un cancro». La morte dell’ambasciatore Usa è già stata rivendicata da Ayman al Zawahiri, numero due di Al Qaeda: «Una reazione della milizia Ansar Al-Sharia alla conferma della morte di Abu al-Libi».

LA FOTO SU TWITTER – Intanto sul web circola la foto che ritrae l’ambasciatore Usa in Libia, J. Christopher Stevens, subito dopo l’attentato. Il diplomatico, con la camicia tirata fuori dai pantaloni, è esanime e riverso sulle spalle di qualcuno che lo sta portando via. L’attacco contro la sede di rappresentanza Usa a Bengasi sarebbe solo indirettamente legata alla vicenda del film sulla vita del profeta Maometto: i dimostranti, che sarebbero stati membri della milizia islamica Ansar Al-Sharia, sapevano che nell’edificio c’era l’ambasciatore Chris Stevens.

NUOVO PREMIER – Intanto il Congresso nazionale libico ha eletto il nuovo primo ministro, Mustafa Abu Shagur.

Tutti gli aggiornamenti:

14.10 Berlino, polizia: falso l’allarme bomba – E’ un “falso allarme” quello scattato nel consolato Usa di Berlino. Lo ha detto una portavoce della polizia contattato dall’ANSA. Dagli accertamenti sul posto si è stabilito che “non c’è alcuna sostanza pericolosa”. Gli agenti hanno effettuato controlli anche su un uomo ritenuto sospetto, che si trova ancora nella struttura, e che sarà lasciato libero. L’allarme è scattato quando un dipendente ha accusato difficoltà respiratorie nel maneggiare alcuni documenti presentati dall’uomo.

14.05 Yemen, nuovo assalto all’ambasciata: un morto –
Uno yemenita è rimasto ucciso e cinque sono stati feriti in seguito ai colpi di arma da fuoco sparati dalla polizia durante un secondo tentativo da parte dei dimostranti di prendere d’assalto l’ambasciata americana a Saana. La ha detto una fonte dei servizi di sicurezza. I dimostranti, che manifestavano in segno di protesta contro il film su Maometto ritenuto blasfemo, hanno cercato di entrare nell’ambasciata dall’ingresso nord dell’edificio dopo essere stati dispersi dalla polizia questa mattina.


14.01 Un uomo fermato a Berlino
– Un uomo sospetto sarebbe stato trattenuto all’interno del Consolato Usa di Berlino, dove tre persone hanno accusato difficoltà respiratorie dopo essere venute in contatto con una sostanza sospetta. L’uomo, forse di origine albanese, avrebbe consegnato il suo passaporto al punto di controllo. Aperto il documento, un dipendente avrebbe accusato un malore alle vie respiratorie. E così pure altre due persone sul posto. 

13.50 Conclusa senza incidenti manifestazione anti-Usa in Iran – Si è conclusa senza incidenti ed è durata circa un’ora e mezza la manifestazione contro il film anti-islamico organizzata da un’associazione studentesca iraniana davanti all’ambasciata svizzera a Teheran che rappresenta gli interessi statunitensi in Iran. Alla protesta hanno partecipato 400-500 persone che hanno inneggiato “abbasso gli Usa”, “abbasso Israele”, “Allah è grande” seguendo oratori che si sono alternati sul tettuccio di un pickup dotato di quattro altoparlanti. 

13.30 Berlino, analisi su filmati telecamere sorveglianza – “Prendiamo molto sul serio questo incidente”, ha detto un portavoce della rappresentanza secondo quanto riferisce il quotidiano tedesco Bild. In molti hanno sono dovuti ricorrere alle cure mediche lamentando problemi alle vie respiratorie, e un dipendente è stato ricoverato in ospedale. Sul posto sono accorsi esperti in grado di verificare se sia stata lanciata qualche sostanza inquinante. Sotto osservazione è il filmato di una telecamera di sorveglianza che riprende l’atteggiamento sospetto tenuto nell’ufficio passaporti da un uomo arrivato alle 11 e che potrebbe trovarsi ancora all’interno della rappresentanza.

13.11 Evacuato consolato Usa a Berlino – Il consolato Usa a Berlino è stato parzialmente evacuato a cusa di un plico postale sospetto. Secondo i vigili del fuoco tre uomini hanno avvertito difficoltà respiratorie dopo aver aperto il plico, nel quale era contenuta una sostanza sospetta.

13.00 Santa Sede condanna attacco a Bengasi – “Il gravissimo attentato organizzato contro la rappresentanza diplomatica statunitense in Libia, con l’uccisione dello stesso Ambasciatore e di altri funzionari, merita la piu’ ferma condanna da parte della Santa Sede”. Lo afferma il portavoce del Papa, padre Federico Lombardi. “Nulla può infatti giustificare – sottolinea – l’attività delle organizzazioni terroristiche e la violenza omicida”.

12.30 Attacco Bengasi, la Libia apre un’inchiesta indipendente
– Le autorità libiche hanno annunciato l’istituzione di una “commissione indipendente” d’inchiesta sul sanguinoso attentato contro il consolato Usa di Bengasi, costato la vita fra gli altri all’ambasciatore Chris Stevens e dietro il quale si sospetta un coinvolgimento di Al Qaeda. L’iniziativa è stata confermata dall’alto commissario per la sicurezza del ministero dell’Interno, Abdelmonem al-Horr. La Casa Bianca ha già annunciato da Washington di aver dato mandato a Cia ed Fbi di indagare sull’accaduto “in coordinamento” con le forze di sicurezza locali.


12.20 Washington: “Nessuna vittima in Yemen” –
Non ci sarebbe nessuna vittima nell’assalto all’ambasciata americana a Sanaa scatenato dalle proteste contro il film su Maometto ritenuto blasfemo. Lo fa sapere l’ambasciata dello Yemen a Washington. In un comunicato, l’ambasciata sottolinea come il governo yemenita condanni l’assalto alla sede diplomatica americana, aggiungendo che le forze di sicurezza dispiegate a protezione dell’ambasciata hanno ristabilito l’ordine. “Fortunatamente, non c’è alcuna vittima. Il governo dello Yemen – si legge – rispetterà gli obblighi internazionali per assicurare la sicurezza dei diplomatici e rafforzerà la protezione attorno a tutte le rappresentanze straniere nel Paese”.


12.00 Yemen, testimoni: “Ucciso un manifestante” –
Un manifestante sarebbe  rimasto ucciso e decine feriti negli scontri con le forze di sicurezza yemenite avvenuti all’interno e nei pressi dell’ambasciata Usa a  Sanaa. Lo hanno riferito alcuni testimoni, citati dall’agenzia  d’informazione ‘Xinhua’. “L’edificio principale dell’ambasciata Usa è ancora ben protetto dalle forze di sicurezza americane e yemenite, ma alcuni manifestanti sono riusciti ad arrampicarsi sulla mura esterne dell’edificio”, ha dichiarato una fonte del ministero dell’Interno. “La situazione ora è sotto controllo e tutte le strade che portano all’ambasciata sono state chiuse”, ha aggiunto.


11.00 Morsi: “Faremo di tutto per proteggere stranieri” –
L’Egitto farà tutto il possibile per proteggere visitatori, turisti e diplomatici da atti di violenza illegali, ma allo stesso tempo condanna con fermezza le provocazioni anti islam. Lo ha detto il presidente egiziano Mohamed Morsi dopo l’incontro avuto con il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso.

10.45 Folla assalta ambasciata Usa in Yemen – Una folla di manifestanti ha assaltato l’ambasciata americana a Sanaa, in Yemen. La polizia ha sparato colpi in aria per disperdere la folla.

10.30 Morsi: “Maometto linea rossa intoccabile” – Il Profeta è “una linea rossa che nessuno deve toccare”. E’ quanto afferma il presidente egiziano, Mohamed Morsi, in una dichiarazione diffusa dall’agenzia Mena sul film che ha scatenato le proteste in Egitto e Libia. Il Profeta è “una linea rossa per tutti i musulmani e respingiamo ogni attacco”, ha detto.

10.10 Morsi a Obama: “Prendi misure dissuasive” –
Il presidente egiziano Mohamed Morsi ha chiesto al presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama di “prendere misure dissuasive contro chi cerca di demolire le relazioni con gli Usa”. Morsi ha anche espresso le condoglianze per l’uccisione dell’ambasciatore americano in

Libia parlando alla Tv di Stato egiziana. Riferendosi alle “misure dissuasive” ha fatto riferimento a padre Terry Jones, sottolineando che “è la stessa persona che ha cercato di bruciare il corano e ora cerca di offendere il profeta”. “Noi non aggrediamo nessuno e non accettiamo nessuna aggressione contro i nostri principi sacri”.

9.45 Almeno 13 feriti negli scontri al Cairo –
E’ di almeno 13 feriti il  bilancio degli scontri tra dimostranti e forze di sicurezza vicino  alla sede dell’ambasciata Usa al Cairo. Lo ha riferito la Tv di Stato egiziana, citando il ministero della Salute.

9.00 Obama telefona ai leade di Egitto e Libia – Il presidente americano Barack Obama ha telefonato ai leader di Libia e Egitto per discutere con loro di cooperazione nel campo della sicurezza dopo il sanguinoso attacco di Bengasi e le manifestazioni del Cairo contro l’ambasciata. Obama ha chiesto alla Libia di collaborare con Washington perché vengano arrestati e assicurati alla giustizia gli assassini dell’ambasciatore americano Chris Stevens e degli altri tre cittadini americani uccisi a Bengasi ed ha insistito perché l’Egitto rispetti i suoi impegni in materia di protezione delle rappresentanze americani e dei loro dipendenti.

8.40 Nuovi scontri al Cairo davanti ambasciata Usa – Nuovi scontri tra dimostranti e forze di sicurezza egiziane si registrano vicino alla sede dell’ambasciata Usa al Cairo. Lo ha riferito il sito web del quotidiano ‘Ahram’, secondo cui prosegue la protesta di  circa 200 dimostranti contro il film ritenuto “blasfemo” su Maometto The  Innocence of Muslims. Secondo ‘Ahram’, alcuni dei dimostranti hanno lanciato delle bombe carta contro le forze di sicurezza che hanno risposto con i lacrimogeni per  disperdere la folla.

7.27 Due navi da guerra Usa in viaggio verso la Libia – Due navi da guerra americane sono  partite alla volta della Libia. La decisione degli Stati Uniti, presentata da una fonte del governo come “misura precauzionale”. Le iniziative militari prese da Washington, ha detto il portavoce del Pentagono, George Little, senza riferirsi in modo specifico alle navi, sono “non soltanto logiche, date le circostanze” ma anche “improntate a prudenza”.

3.30 Obama: “Non dobbiamo mollare” – In un incontro elettorale a Las Vegas, Obama ha detto: “Oggi è stata una giornata dura. A volte le cose sono molto dure ma se noi siamo risoluti, non molliamo, non diventiamo cinici, ma continuiamo ad essere realistici su come siano duri i cambiamenti, sempre mantenendo però un senso degli ideali e un senso di proposta, alla fine nel tempo qualcosa di buono accadrà”.

Redazione Online

Libia, ambasciatore ucciso: Washington manda due navi da guerraultima modifica: 2012-09-13T15:37:23+02:00da
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