I DATI. L’Istat divulga i numeri di luglio: avanzo più alto di 4,5 miliardi forse dovuto al calo della domanda. E il comparto agroalimentare supera la vendita di automobili: 15,2 miliardi contro 13,1.

A luglio il saldo della bilancia commerciale è positivo e pari a 4,5 miliardi di euro. È quanto fa sapere l’Istat diffondendo i dati sul commercio estero. Si tratta dell’avanzo più alto dal luglio del 1998, ovvero da 14 anni. Inoltre, evidenzia l’Istat, il saldo di luglio risulta anche in ampio miglioramento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (+2 miliardi). Quanto alla bilancia non energetica, l’avanzo è pari a 9,3 miliardi di euro. Guardando ai primi sette mesi dell’anno, il saldo commerciale, sostenuto dal forte avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (+41,9 miliardi), risulta positivo per 4,4 miliardi. L’attivo di beni strumentali contribuisce per quasi il 70% al surplus registrato per i prodotti diversi dall’energia.
DEBOLE DOMANDA INTERNA –Tornando ad analizzare luglio, sul surplus record pesa anche una componente stagionale che fa di luglio un mese solitamente favorevole, ma ciò che spiega l’avanzo massimo da 14 anni è soprattutto la debole dinamica delle importazioni, dovuta a un calo della domanda interna, a fronte di una tenuta positiva delle esportazioni, cioè delle vendite all’estero. Insomma sulla forbice tra import e export, a favore di quest’ultimo, c’è probabilmente l’effetto della crisi che ha colpito l’Italia, riflettendosi anche in una riduzione degli acquisti fuori confine.
IN AUMENTO EXPORT CIBO E VINO – È il fiore all’ccchiello del Made in Italy, i nostri prodotti gastronomici, a tirare l’export: «Con un aumento dell’11,2 per cento volano a luglio le esportazioni di cibo e vino Made in Italy che, in valore, dall’inizio dell’anno sorpassano le spedizioni di automobili e rimorchi». È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti. Secondo l’associazione «le esportazioni di prodotti agroalimentari hanno raggiunto i 15,2 miliardi di euro mentre le spedizioni di automobili, rimorchi e semirimorchi si sono fermate a 13,1 miliardi di euro, nella prima metà dell’anno».