Balduzzi: numeri relativi al periodo 1998-2002. I risultati dello studio «Sentieri» saranno presentati martedì. Clini: il Ministero dell’Ambiente si costituirà parte civile.
TARANTO – Un eccesso di mortalità del 10 per cento nell’area dell’Ilva di Taranto. Questo emerge dal risultati dello studio “Sentieri” relativo a 44 siti di interesse nazionale per le bonifiche. Dati già noti da tempo, e relativi al periodo 1998-2002. Martedì al Ministero della Salute, alla presenza dei ministri Balduzzi e Clini, sarà presentato l’intero progetto, finanziato dal Ministero stesso e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. L’indagine è già stata presentata online sulla rivista Epidemiologia e Prevenzione: il Ministero della Salute fa sapere che «i dati 2003-2008 sono in corso di elaborazione e attualmente ancora al vaglio della comunità scientifica». Secondo quanto riporta invece l’agenzia Ansa, i nuovi dati del progetto “Sentieri” relativi al periodo 2003 -2008 confermano un aumento della mortalità di circa il 10% rispetto a quella attesa.
I NUMERI – Nel rapporto già pubblicato si legge in particolare che nell’area di Taranto sono stati rilevati un «eccesso di circa il 30% nella mortalità per tumore del polmone, per entrambi i generi, un eccesso compreso tra il 50% (uomini) e il 40% (donne) di decessi per malattie respiratorie acute», e un aumento de 10% nella mortalità per le malattie dell’apparato respiratorio.
PARTE CIVILE – Per quanto riguarda l’aspetto giudiziario della vicenda, il responsabile dell’Ambiente Clini ha dichiarato che il Ministero da lui presieduto si costituirà parte civile nel processo che dovrà individuare le responsabilità del disastro ambientale. I legali dell’Ilva hanno invece rinunciato ai ricorsi presentati al Tribunale del Riesame di Taranto per far annullare i provvedimenti emessi il 10 e l’11 agosto dal gip Patrizia Todisco con i quali si ridefinivano i ruoli dei custodi e amministratori giudiziari degli impianti dell’area a caldo sequestrati perché inquinanti, e si revocava la nomina a custode-amministratore del presidente dell’Ilva Bruno Ferrante. Il 28 agosto scorso il Tribunale di Taranto, nel ruolo di giudice dell’esecuzione, aveva già accolto le richieste avanzate dall’azienda dichiarando l’inefficacia dei due provvedimenti del gip, confermando quanto stabilito in precedenza dal Tribunale del Riesame e reintegrando Ferrante nel collegio dei custodi-amministratori.
RISORSE – Il ministro Clini ha infine spiegato che per l’Ilva «le risorse del governo già messe a disposizione sono 90 milioni di euro, poi ci sono quelli che fanno riferimento ai fondi della regione Puglia. Poi altri 60 milioni di euro saranno disponibili all’inizio del prossimo anno». «Per il commissario – ha aggiunto – ancora non c’è una decisione, così come non c’è convergenza per la nomina del soggetto attuatore. Troveremo un equilibrio tra Regione e governo, credo che non appena il decreto sarà convertito alla Camera procederemo». Martedì il presidente dell’Ilva Ferrante presenterà ai magistrati di Taranto che si occupano dell’inchiesta il cronoprogramma di interventi per il risanamento degli impianti sottoposti a sequestro e il piano di investimenti. Ferrante ha fissato per martedì alle 15.30 un incontro con i sindacati. Al termine di questa riunione, illustrerà il piano di interventi.