I CAMPIONATI ESTERI. Le Merengues battute a Siviglia e -8 dal Barcellona. In Inghilterra Ferdinand rifiuta di far pace con Terry.
Per ora l’unica competizione tra Barcellona e Real Madrid sembra essere quella per la maglia più brutta: lotta durissima tra il total look verde bottiglia dei campioni di Spagna, e i giochi di sfumature giallo-arancio dei catalani. In campo, invece, non c’è gara. Gli uomini di Tito Vilanova passeggiano su quel Getafe che alla seconda giornata aveva battuto proprio il Madrid. E le Merengues perdono ulteriore terreno, sprofondando in classifica a -8 dopo la sconfitta sul campo del Siviglia.
LA PARTITA – A decidere il match del Sanchez Pizjuan è un gol di Trochowski, che dopo appena due minuti punisce un Real sceso in campo in pigiama e ciabatte, scaraventando in rete da centro area il calcio d’angolo battuto da Rakitic. Gli uomini di Mourinho provano a reagire, sfiorano il pari con Higuain, ma perdono presto la testa: lo stesso Higuain e Di Maria rischiano il rosso per due falli di reazione, i meccanismi offensivi sembrano arrugginiti e le occasioni, poche, arrivano solo su spunti personali, mentre i padroni di casa pungono spesso in ripartenza.
con Cicinho, Negredo e soprattutto uno scatenato Navas. Nella ripresa Mourinho cambia Ozil e Di Maria con Modric e Benzema («ma potendo ne avrei cambiati sette», dirà ), il Real prova a stringere l’assedio, ma si ferma davanti alla sfortuna (palo di Modric dalla distanza al 53′) e agli errori (clamoroso quello di Ramos che al 60′ manda alto di testa da meno di un metro). Quando al 73′ Cicinho fa girare la testa a suon di finte a Cristiano Ronaldo, costringendolo al fallo di frustrazione, si capisce che non è serata. «Più degli 8 punti, mi preoccupa il fatto che in questo momento non ho una squadra», il commento a fine partita di un Mourinho durissimo con i suoi. «Una squadra senza concentrazione, senza disponibilità alla sofferenza. A parte pochi giocatori, manca totalmente la dedizione, l’allenatore sono io quindi è colpa mia».
IL BARÇA -Tutto facile, invece, per il suo collega Vilanova, ancora in tribuna per l’ultimo turno di squalifica. A Getafe, l’erede di Guardiola deve rinunciare agli acciaccati Iniesta, Jordi Alba e Sanchez, e lascia inizialmente in panchina Messi, in vista della Champions. Con 10 canterani nella formazione iniziale, il Barcellona prende subito il controllo del gioco, passa alla mezz’ora con Adriano, tocca percentuali di possesso palla vicine al 70%, ma riesce a dilagare solo nell’ultimo quarto d’ora, dopo l’ingresso in campo della Pulce, che si procura e segna un rigore, se ne vede negare un altro dall’arbitro, e firma il 3-0 con un tocco sottoporta al termine del solito, splendido flipper corale palla a terra. A siglare il 4-1 finale, dopo l’autogol di Mascherano, è il ritrovato Villa. Nota stonata della serata blaugrana è l’infortunio di Puyol, uno stiramento al tendine crociato che rischia di tenerlo fuori per 6 settimane, e gli farà saltare il Classico del 7 ottobre. In classifica, il Barcellona ha ora due punti di vantaggio sul Malaga, che a dispetto della crisi societaria continua a macinare gioco e risultati. Nel 3-1 casalingo al Levante, in grande evidenza il nuovo arrivato Saviola, con un gol e un assist. Torna alla vittoria il Valencia, grazie a un altro neo-acquisto, Cissokho, che al Mestalla firma il 2-1 sul Celta.
LA PREMIER LEAGUE – Nella giornata dei grandi esordi, brillano Manchester United e Arsenal, che approfittano degli stop di Chelsea e Manchester City per accorciare la classifica. I Red Devils travolgono 4-0 il Wigan, mettendo in evidenza, oltre all’eterno Scholes che festeggia col gol le 700 partite in maglia rossa, due interessantissimi volti nuovi: l’esterno sinistro olandese Büttner, classe 1989, e il 18enne centrocampista Nick Powell, entrambi in gol nel giorno della loro prima a Old Trafford. In mezzo, rigore sbagliato e gol per Hernandez, che parte titolare per concedere un po’ di riposo a Van Persie. Ancora più travolgenti i Gunners, che all’Emirates chiudono i conti in 35′ minuti contro un Southampton che, nonostante l’ingresso nella ripresa di Ramirez, non riesce mai a replicare quanto di buono fatto vedere contro City e United: 6-1 il punteggio finale, con doppietta di Gervinho e un‘altra grande prova in cabina di regia per Santi Cazorla.
JULIO CESAR, DEBUTTO IMBATTUTO – In testa alla classifica, con 10 punti, rimane il Chelsea di Di Matteo, fermato sullo 0-0 nel derby col Qpr. Il clou mediatico va in scena prima del fischio d’inizio, quando Anton Ferdinand decide che non è ancora il momento di chiudere le polemiche e rifiuta la stretta di mano di John Terry e Ashley Cole. Il Chelsea sembra partire col piglio giusto, ma la manovra dei Blues appare molto meno scintillante rispetto alle prime 3 uscite. Hazard inventa qualcosa, ma spreca nel finale l’occasione migliore sparando alto un comodo piattone da centro area. Ottima prova per Julio Cesar, che alla sua prima in maglia Rangers si esibisce in un paio di interventi su Torres e Moses, altro esordiente.
ECCO MAICON – Sul difficile campo dello Stoke City, Mancini lancia nella mischia i 3 nuovi arrivi di fine mercato: Maicon, Javi Garcia e Sinclair, con Silva che si siede inizialmente in panchina. A ripagarlo è soprattutto il centrale spagnolo ex Benfica, che al 35′ pareggia di testa il gol iniziale di Crouch, forse viziato da un fallo di mano. Prestazione opaca per i campioni in carica, che subiscono per larghi tratta l’iniziativa degli avversari e raramente riescono a innescare Tevez e Balotelli, apparso comunque concentrato e motivato tanto da concedersi un paio di provvidenziali recuperi difensivi. Solo nel finale, trascinati da Tourè, i Citizens riescono a prendere decisamente in mano il controllo del gioco, sfiorando la vittoria ancora con Javi Garcia, fermato dal portiere avversario Begovic e dal palo; e Dzeko, che subentra al 90esimo a Super Mario, e al 91′ costringe al salvataggio sulla linea Shawcross. Solo una passerella di pochi minuti davanti al suo nuovo pubblico per Michael Owen.
DOPPIETTA PER BERBATOV – Chi si presenta bene ai nuovi tifosi è Berbatov, che alla prima da titolare a Craven Cottage sigla una doppietta (secondo gol su rigore) nel 3-0 con cui il Fulham ridimensiona la ambizioni del West Bromwich Albion. Cade anche lo Swansea, 2-0 a Birmingham in casa dell’Aston Villa, mentre a Sunderland il Liverpool non va oltre l’1-1, nella giornata dell’indignazione per le ultime rivelazioni sulla tragedia di Hillsborough (macchiata da qualche coro intonato a Old Trafford, che costringono alle scuse lo United). Due punti in 4 partite, e 8 di ritardo sulla testa della classifica: per i tifosi dei Reds, sembra già il momento di riporre nel cassetto i sogni di riscatto.