CALCIO. Azzurri a valanga sull’Aik Solna: 4-0 e tripletta di Vargas. Dopo la partita di euroleague napoli-aik. Altri tre supporter sono stati vittime di aggressione. Avevano appena cenato al «Pomodorino». La testimonianza.
Bilancio agrodolce per le quattro italiane impegnate in Europa League. Straordinario il Napoli, che pur schierando la squadra B, senza i tre tenori Hamsik, Pandev e Cavani (addirittura in tribuna) si affida al redivivo Edu Vargas, che finalmente dimostra il suo valore segnando i primi tre dei quatro gol che hanno annichilito gli svedesi dell’Aik Solna. La quarta rete è di Dzemaili. Degli undici scesi in campo dal primo minuto, il solo Aronica aveva giocato domenica scorsa con il Parma. Eppure gli azzurri non hanno risentito delle numerose assenze.
NAPOLI – È successo ancora. Il Napoli ha appena battuto l’Aik Solna, 4 a zero. Roba da mandare a casa tutti arcicontenti. Sembra quasi dimenticata l’aggressione con mazze da baseball e coltelli di mercoledì sera ai danni di un gruppo di svedesi in trasferta, davanti ad una pizzeria di via Depretis. Eppure il copione si ripete, uguale, ore dopo la partita e a distanza di poche centinaia di metri. Piazza Bovio, che nel pomeriggio aveva ospitato, alla Camera di Commercio, il presidente della Repubblica Ceca, dopo le 23 è ancora affollata e tranquilla.
PIAZZA BOVIO – Alla pizzeria Il Pomodorino, all’angolo col Corso Umberto, napoletani e turisti si godono la piacevole serata. I tifosi di ritorno dallo stadio sono rientrati, persino il traffico è sereno. Ai tavoli, c’è anche un gruppo di sette ragazzi di vent’anni, a vederli ispirano simpatia all’istante: sono svedesi, turisti, giovani in vacanza e la squadra per cui sono venuti a Napoli ha perso di brutto eppure sono allegri, era una partita in fondo, penseranno, e la pizza è molto gradita e accompagnata da buona birra e bevande. Perché guastarsi il viaggio. Ecco perché. D’improvviso, dai vicoli alle spalle che danno al Porto, spunta un gruppo di quindici energumeni col volto coperto, come una furia: armati, si avventano sui ventenni svedesi, il loro tavolo è centrale, in mezzo agli altri, e questi li raggiungono rovesciando tutto. Li aggrediscono con lame. Un ragazzo svedese viene accoltellato ad una gamba.
NAPOLETANI MORTIFICATI – Ad un altro viene spaccata una bottiglia in testa. Un altro cade su un bicchiere con una spinta e si ferisce anche lui. Vengono soccorsi al Loreto Mare, per il trauma cranico provocato della bottigliata, e gli altri al Pellegrini per le suture. La mortificazione è di tutti: dei napoletani che stavano mangiando la pizza accanto a quei ragazzini, dei camerieri, del titolare del locale che almeno per il momento, non bada ai danni. Si legge persino sulla faccia dei poliziotti, e sulla mia, che noi napoletani abbiamo fatto una pessima figura. Aveva appena detto il questore Merolla, poche ore prima, commentando l’identica aggressione di mercoledì sera in via Depretis sempre davanti ad una pizzeria: “Sappiamo benissimo che questi tifosi violenti hanno il solo scopo di danneggiare l’immagine della squadra e della città, tenendo lontano turisti che hanno come unico intento quello di visitare la nostra città”.
LE ALTRE PARTITE – Aggrappata a Di Natale, l’Udinese acchiappa un pareggio in extremis contro l’Anzhi di Eto’o. Dopo i flop nei preliminari di Champions (eliminata dal Braga) e in campionato (1 punto in 3 gare), la vittoria per i friulani resta un miraggio, ma almeno l’1-1 raggiunto al 47’ del secondo tempo tiene vive le speranze in un girone di Europa League durissimo dove c’è anche il Liverpool (il 4 ottobre trasferta già decisiva ad Anfield). A conti fatti, pur dopo una partita brutta che ha evidenziato tutti i problemi attuali della squadra di Guuidolin, è un pareggio giusto. L’Anzhi – squadra russa allenata dal guru Guus Hiddink, così ricca sfondata da poter pagare Samuel Eto’o 20 milioni l’anno per corricchiare sull’erba in punta di piedi – non ha fatto molto per meritare il successo e il gol dell’1-0 era figlio solo dell’erroraccio del portiere Padelli. Tuttavia il bel giocattolo di Guidolin, progressivamente smembrato dalla famiglia Pozzo nel corso degli ultimi anni, stavolta sembra essersi rotto. Mancano, in particolare, le alternative in panchina. Così quando – come ieri – il tecnico decide di ruotare i suoi uomini e inserire i rincalzi, la mancanza di qualità e di personalità appare evidente. Non a caso a risolvere al 92’ è stato il solito totem Di Natale, partito dalla panchina e entrato al 13’ del secondo tempo come il salvatore della patria. Il momento, insomma, resta difficile e domenica in campionato arriva il Milan: un vero spareggio tra le deluse di questo settembre.
ROTAZIONE – Guidolin, in nome della rotazione necessaria per gestire due competizioni, lascia in panchina Di Natale e con lui altri tre titolari come Basta, Fabbrini e Pinzi, mentre il portiere Brkic è in tribuna. Il modulo è il solito 3-5-1-1, con lo svedese Ranegie punta, Pereyra in appoggio, Willians perno basso della linea a cinque con Badu e Lazzari interni e Faraoni-Armero sulle fasce. Per un quarto d’ora l’Udinese osserva l’Anzhi giocare. Niente di eccezionale, per la verità: i russi, organizzati e compassati, tengono il campo ma non affondano, Eto’o galleggia dietro la punta Traoré, il duo basso Jucilei-Lassana Diarrà è il fulcro di una mediana elastica ma senza guizzi.
BEFFA – I friulani crescono dopo il 15’: li sveglia un colpo di testa di Benatia alto di poco su punizione di Faraoni. L’ex interista è il migliore dei suoi e, insieme a Willians e Badu (male invece Lazzari, poco incisivo e spesso richiamato da Guidolin), guida la carica dei bianconeri, per la verità a sprazzi e confusa, con una buona spinta sulla destra e due tiri fuori tra il 37’ e il 39’. Al 42’ lo svedese Ranegie gira alta una buona palla da centroarea ma proprio nel momento migliore dell’Udinese i russi, al 44’, segnano con Traoré. Il 22enne ivoriano – acquistato quest’anno per 7 milioni dal Kuban dove nel campionato scorso ha segnato 18 gol – è bravo a fuggire sulla sinistra e ingessare in dribbling Benatia, ma il suo, quasi dal fondo, è chiaramente un cross: il portiere Padelli tuttavia, goffo e mal posizionato, lo devia nella propria porta.
DI NATALE – L’Udinese prova a reagire. Prima Ranegie tenta sottomisura al 5’ e al 7’, poi Guidolin inserisce la seconda punta Di Natale al posto di Badu, poco dopo Faraoni ha una grande occasione su bel cross incrociato di Armero ma, in acrobazia, manca alto da un passo. A questo punto entra anche il laterale destro Basta per Willians, Faraoni scala interno destro e Lazzari centrale. Hiddink risponde togliendo Traoré e inserendo un centrocampista, Carcela-Gonzalez, e spostando Eto’o punta centrale. Mosse tattiche che non cambiano nulla. Samba di testa sfiora il raddoppio, Guidolin al 31’ si gioca anche la carta Pinzi al posto del deludente Pereyra, ma poco dopo si fa male Domizzi (problema muscolare): l’Udinese ha finito i cambi e il tecnico sposta il difensore, praticamente immobile, alto in fascia sinistra, come si faceva una volta con gli infortunati quando non c’erano le sostituzioni. I russi tirano a campare, Eto’o al 40’ fa un numero dal limite ma il suo gran tiro è deviato da Padelli, qui bravissimo. Poco dopo in mischia il portiere Pomazan ferma Basta sulla linea. E’ il preludio al giusto pareggio di Di Natale che al 47’ gira in porta la respinta di Pomazan.
Non mancano le emozioni nell’esordio del’Inter di Stramaccioni in Europa League: 2-2, con doppia rimonta.
La partita – L’Inter crea di più ma spreca molto, specie con il giovanissimo (classe 1993) Marko Livaja, scelto da Stramaccioni come punta centrale di un tridente completato da Cassano e Coutinho: fino al 60′, quando viene sostituito da Milito, le tre palle gol costruite dai nerazzurri capitano al centravanti croato, alla prima da titolare. Il Rubin, ordinato in difesa, colpisce e prova ad affondare l’Inter in contropiede: al 17′ Jonathan procura ingenuamente un calcio di rigore che Handanovic è bravo a respingere. Sulla ribattuta si avventa Ryazantsev che porta in vantaggio gli ospiti. Il momentaneo pareggio arriva grazie a un’invenzione di Cambiasso, bravo a imbeccare Livaja, altrettanto abile a concretizzare con un preciso colpo di testa. Nella ripresa Stramaccioni gioca le carte Guarin, Milito e Pereira e l’esperienza dei sudamericani si fa sentire. A sette minuti dalla fine, però, Rondon si invola verso la porta, resiste a Ranocchia e trafigge Handanovic. Quella che sembra una beffa viene sventata proprio all’ultimo respiro da Nagatomo, bravissimo a sfruttare un perfetto assist di Milito con uno splendido destro al volo.
Esordio positivo per la Lazio di Petkovic in Europa League. I biancocelesti, ospiti del Tottenham a White Hart Lane, riescono a uscire imbattuti da Londra non senza un ringraziamento allo staff arbitrale, decisivo in modo favorevole in ben tre occasioni in cui si era gonfiata la rete difesa da Marchetti.
La partita – Villas-Boas schiera gli Spurs con un 4-3-3 votato all’attacco: il tridente formato da Defoe, Dempsey e Lennon è infatti supportato da Bale e Dembelé, gente che non si tira mai indietro quando c’è da spingere. Centrocampo in mano a Sandro, che opera davanti alla linea difensiva composta da Walker, Caulker, Vertonghen e Naughton. Sin dal calcio d’inizio sono i padroni di casa a far circolare palla e al 22’ arrivano al gol con Dempsey, servito da Bale, ma il volo d’angelo dell’americano è giudicato in posizione irregolare: rete annullata. La Lazio si difende e prova a partire in contropiede ma l’unica vera occasione del primo tempo arriva con un tiro di Gonzalez che si infrange sulla traversa. Nella ripresa i due tecnici fanno rientrare in campo gli stessi uomini del primo tempo e i padroni di casa continuano ad essere la squadra più pericolosa: dopo pochi minuti, infatti, Defoe serve Lennon in area e l’inglese costringe Biava al salvataggio sulla linea. Al quarto d’ora gli Spurs si vedono annullare la seconda rete, con Bale ritenuto al di là della linea difensiva degli ospiti. Poco prima della mezzora tocca a Caulker: la sua incornata vincente, su calcio d’angolo di Bale, non è convalidata per un presunto fallo su Mauri. La terza rete annullata spazientisce Villas-Boas, che prova a cambiare la partita con i cambi: dentro Sigurdsson per Dempsey e Townsend per Lennon. Petkovic risponde inserendo Zarate al posto del giovanissimo Onazi, autore di una buona gara. Nemmeno gli interventi dei due tecnici riescono a sbloccare il match, che si conclude sullo 0-0. Un punto a testa per le due squadre più titolate del girone J dell’Europa League, che rimangono dietro di due lunghezze rispetto al Maribor, forte del 3-0 sul Panathinaikos.