Quarta giornata, l’anticipo. Senza Sorrentino il divario sarebbe stato più ampio. Nessun problema anche senza Pirlo. Ottimi Asamoah e Giaccherini. Rossoneri sconfitti dall’udinese due a uno. I nerazzurri battuti due a zero con due gol nella ripresa. Inchiesta Figc, L’ira di Abete: «Comportamento inaccettabile». Il presidente dei sardi ai tifosi: «Andate allo stadio, per noi è sicuro». Il match doveva giocarsi a porte chiuse nell’impianto inagibile. Poi il rinvio di Prefettura e Questura. NEGATIVA PER I PARTENOPEI LA TAPPA AL CIBALI. Le capacità degli uomini di Mazzarri non sembrano pari alle ambizioni. E la Juve appare per ora molto lontana. Borriello stende la Lazio , Genoa corsaro. Sorriso Atalanta, primo punto per il Pescara
TORINO – Chissà come sarebbe andata a finire se Sorrentino, il migliore del Chievo, tifoso granata, non avesse parato l’impossibile. Decisivo almeno tre volte: sul diagonale di Quagliarella, sul tocco ravvicinato di Giaccherini, sul colpo di testa di Chiellini. Un gigante. Ma la Juve, questa Juve, non conosce limiti. E non importa chi siano gli interpreti. Per cancellare la maledizione del Chievo, che i bianconeri non superavano da tre anni, si può anche ripescare Lucio in difesa, far debuttare il ragazzino Pogba a centrocampo e misurare lo stato di forma di Isla sulla fascia destra. Nessun problema.
Senza le prodezze di Sorrentino, il risultato si sbloccherebbe nel primo tempo. Così, invece, il popolo dello Juventus Stadium deve aspettare quasi un’ora per festeggiare. L’uomo che cancella lo 0-0 e allontana la maledizione è lo stesso che aveva riagguantato il Chelsea nella notte memorabile a Stamford Bridge: Fabio Quagliarella. L’attaccante dai gol impossibili, tira fuori una mezza rovesciata per battere Sorrentino. In quel momento il Chievo, che si era difeso con ordine, attenzione e feroce determinazione, molla gli ormeggi ed esce di scena.
Lo stesso Quagliarella replica a metà ripresa, firmando la prima doppietta stagionale, tre gol in tre giorni e allontanando Giovinco, confinato in panchina. Anche stavolta le scelte della strana coppia Conte-Carrera sono ineccepibili. I rincalzi non fanno rimpiangere gli assenti, soprattutto Pirlo, risparmiati per le prossime delicate esibizioni: martedì a Firenze, poi Roma e Shakhtar di fila in casa. Lucio, al rientro dopo l’infortunio, fa dimenticare le incertezze di inizio stagione. Pogba, il giovane francese, è abilissimo in fase di interdizione anche se deve migliorare con il pallone tra i piedi. E Giaccherini, più che una riserva, va considerato un titolare aggiunto. Lui e Asamoah sono i migliori interpreti della serata.
L’eroe, però, è Quagliarella, che si era lamentato per non aver trovato spazio, ma ora che lo ha avuto sembra intenzionato a non mollare la maglia da titolare. La Juve è forte, completa e lanciata: le vittorie sono quattro consecutive. Il Chievo fa quel che può fare. Come il Parma, nella prima giornata, regge un tempo e poi molla. Ma senza Sorrentino la punizione sarebbe stata ben più severa.
Sconfitte (clamorose) delle milanesi. L’Inter piegata in casa dal Siena due a zero nel secondo tempo, pur avendo dominato a tratti. Il Milan naufraga al Friuli contro l’Udinese due a uno, dopo il provvisorio pareggio di El Sharaawi, che aveva illuso i rossoneri. Ora la panchina di Allegri (protagonista, tra l’altro, in settimana, di un acceso diverbio con Pippo Inzaghi, accusato di tramare per sottrargli la guida dei rossoneri) è a forte rischio. Nel tardo pomeriggio, comunque, la società di Via Turati ha confermato, in maniera informale, la fiducia al tecnico toscano.
LA SFORTUNA – Piove quindi sul bagnato per le milanesi. E continua la maledizione San Siro, visto che è l’ennesima sconfitta interna dell’Inter, e adesso anche Stramaccioni comincia a temere per il suo futuro (leggi il commento di Alessandro Bocci). A Milano i tifosi nerazzurri hanno contestato la dirigenza nerazzurra, ma anche sulla sponda rossonera i nervi sono tesissimi dopo lo screzio in allenamento tra il tecnico milanista e Inzaghi. Sul piano del gioco si tratta di due sconfitte diverse. L’Inter ha per larghi tratti dominato impensierendo più volte il portiere senese, senza però trovare la rete. Il Milan invece ha sofferto anche sul piano del gioco e alla fine ha chiuso in nove per le espulsioni di Zapata e Boateng.
IL NAUFRAGIO FRIULANO – Il Milan affonda, l’Udinese rinasce. La sfida tra le due grandi deluse di questo avvio di stagione va ai friulani che scalano qualche posizione in classifica e ritrovano il sorriso. Mentre per il Milan, con una sola vittoria e tre sconfitte, si preannunciano altre ore di tensioni e veleni, con Allegri sempre più sulla graticola. In settimana, in segno di solidarietà con il collega, Guidolin aveva detto di sentirsi anche lui «a rischio». Ma in vero pericolo, con la panchina traballante, anche alla vigilia, è il solo Allegri. Per risollevare le sorti del Diavolo, il tecnico rossonero boccia Boateng, lo lascia in panchina e si affida a Emanuelson, a comporre il tridente con Pazzini ed El Sharaawy, incaricato di bucare la difesa a tre dell’Udinese. Guidolin è costretto a rinunciare a Domizzi, nel trio difensivo, e a Basta sulla fascia destra, entrambi alle prese con qualche piccolo fastidio fisico. Al loro posto Coda e Faraoni, che ben aveva figurato in Europa League, proprio come Ranegie, schierato in attacco insieme a Di Natale. La scelta del tecnico dei friulani si rivela azzeccata.
IL VANTAGGIO – È proprio la torre svedese a portare infatti in vantaggio i friulani nel finale del primo tempo, con un colpo di testa su un’uscita non proprio impeccabile di Abbiati, servito da una sponda di Benatia. L’Udinese va al riposo su un parziale di uno a zero, al termine di una prima frazione di gioco discretamente vivace. Ma il Milan torna subito a galla, in avvio di ripresa con il pareggio firmato da El Sharaawy, servito da Pazzini dopo uno scambio con il neo-entrato Boateng. Destro e palla all’incrocio dei pali. L’Udinese però non ci sta e cerca con insistenza la via del gol. Il raddoppio arriva al 23′: Zapata stende Ranegie in area, Di Natale prende palla e mette in rete ma l’arbitro aveva già fischiato il rigore, poi trasformato dal dischetto dallo stesso capitano bianconero. Per il difensore colombiano è il secondo giallo. Il Milan resta in dieci. A peggiorare le cose ci pensa Boateng, che si fa espellere per somma di ammonizioni dopo un fallaccio inutile nella metà campo.
LA MALEDIZIONE DI SAN SIRO – La maledizione del Meazza si abbatte ancora sull’Inter. Con una gara ordinata, un ottimo Pegolo e uno scatenato Rosina, il Siena espugna 2-0 San Siro. Per il club toscano si tratta della prima storica vittoria contro l’Inter, ma anche del primo successo conquistato in questo campionato, mentre la squadra di Stramaccioni piange: finora, in cinque partite ufficiali tra le mura amiche, i nerazzurri hanno raccolto soltanto delusioni, con due pareggi e ben tre sconfitte.
MILANO – All’una della notte tra sabato e domenica è stata presa la decisione ufficiale da Prefettura e Questura di Cagliari: non più a «porte chiuse», ma addirittura rinviata a data da destinarsi. Cagliari-Roma, all’impianto di Is Arenas a Quartu, domenica pomeriggio non si giocherà per motivi di ordine pubblico. Una decisione giunta dopo che la società sarda aveva pubblicato sul suo sito un comunicato per invitare i tifosi ad andare lo stesso allo stadio «nel rispetto dell’ordine e della civiltà».
ATTESA UN’INCHIESTA FIGC-Una vicenda sulla quale la procura federale della Figc aprirà un’inchiesta. «Il comportamento di Massimo Cellino è inaccettabile e provoca un danno d’immagine a tutto il calcio italiano», ha dichiarato il presidente della Figc, Giancarlo Abete, a Varsavia per un impegno Uefa, secondo il quale si tratta di «atti da sanzionare anche oltre i limiti della giustizia sportiva». Con la squadra sarda che rischia lo 0-3 a tavolino: la questione, sollevata dal club giallorosso, sarà valutata dal giudice sportivo nei prossimi giorni. Secca la replica di Cellino. «Caro Abete, non sono io la vergogna del calcio -attacca- In ventuno anni non sono mai stato deferito per vicende passaporti, arbitri, doping e falsi in bilancio. Per gli altri, invece, le cose parlano da sole. Io difendo solo i sardi».
INVITO PER 5 MILA – Tra abbonati e biglietti venduti sarebbero stati circa 5.000 i supporter che, secondo il presidente Cellino, avevano il diritto di entrare allo stadio «perché per il Cagliari e i suoi ingegneri lo stadio è sicuro». La squadra sarda nelle giornate finali dello scorso campionato aveva giocato a Trieste mentre la prima partita di quest’anno si è disputata a Is Arenas, ma a porte chiuse.
La Juventus continua a correre e resta sola al comando della classifica di Serie A. Inter e Milan messe sotto rispettivamente da Siena e Udinese spiccano tra i risultati della quarta giornata di Serie A. E poi c’è la Lazio: sconfitta in casa dal Genoa (gol dell’ex romanista Borriello), la compagine biancoceleste abbandona la testa della classifica. La Lazio domina, ma davanti punge poco e male (malgrado una traversa di Hernanes e almeno tre grandi occasioni) e il Genoa in contropiede si prende i tre punti con il bomber scaricato da Milan, Roma e Juventus. Abbandona la vetta anche il Napoli: il «Massimino» continua a restare inespugnabile per i partenopei che dal loro ritorno in serie A non sono mai riusciti a vincere a Catania. E anche questa volta la squadra di Mazzarri si deve accontentare di un pareggio. Risultato buono perché nel finale prima De Sanctis e poi il palo salvano gli azzurri da uno scatenato Gomez. Un capolavoro tattico del tecnico degli etnei Maran che ha sempre risposto alle mosse di Mazzarri con le giuste contromisure, portando a casa un bel pareggio in un match che si era subito messo male.
L’Atalanta batte il Palermo e ottiene decisamente più di quanto meritato al termine di una partita equilibrata. Inizio comunque positivo per Gasperini, subentrato a Sannino sulla panchina dei rosanero, perché il Palermo mostra evidenti segni di miglioramento sul piano del gioco, dell’impostazione della manovra, nonostante il risultato finale.
Un buon Pescara, compatto e volitivo ha conquistato il suo primo punto in campionato sul difficile campo del Bologna, apparso decisamente sotto tono. Protagonista del match il portiere Ivan Pelizzoli (in campo nella ripresa per sostituire l’espulso Perin) che, a freddo, subito dopo il suo ingresso, ha parato un rigore calciato da Diamanti. I padroni di casa, poi, hanno giocato l’ultima mezz’ora del secondo tempo in superiorità numerica difendendo con i denti il prezioso pareggio.
La Sampdoria interrompe la striscia di tre vittorie consecutive Contro il Torino (la partita si è giocata alla 12,30), passato in vantaggio grazie al rigore di Bianchi, il grande protagonista è stato Gillet: il portiere belga, che nulla ha potuto sul rigore dell’1-1 finale di Pozzi, è stato strepitoso in almeno quattro occasioni, due in pieno recupero su Soriano ed Eder. Partita bruttina, a tratti nervosa, accesa nel finale da due lampi: di Cerci, steso in area da Soriano e di Eder, abbattuto da Glik.
Cagliari-Roma è stata invece rinviata. Doveva essere giocata a porte chiuse ma dopo l’invito ai tifosi da parte del presidente del Cagliari di andare comunque allo stadio il prefetto ha deciso di rinviarla. A chiudere il programma della quarta giornata di campionato alle 20,45 sarà Lazio-Genoa.
Negli altri anticipi sabato pomeriggio la Fiorentina ha buttato al vento tre punti che aveva già in tasca per un fallo di mani di Toni al 92′. Valdes, che si era fatto parare in precedenza un primo rigore da Viviano, non ha sbagliato ed è stato 1-1. La squadra viola era andata in vantaggio con un gran gol dalla distanza del difensore brasiliano Roncaglia. E dopo l’errore di Valdes aveva avuto la sua chance per raddoppiare, ma anche Jovetic aveva fallito dal dischetto il secondo rigore del match, facendoselo parare da Mirante. Poi l’intervento goffo di Toni e il definitivo 1-1.
Nel secondo anticipo, la Juve ha dominato sul Chievo e lo ha messo al tappeto con una doppietta di un ritrovato Fabio Quagliarella, ancora in gol dopo la rete del pari di Londra contro il Chelsea.