Il ddl anticorruzione proposto dal pdl. La norma prevede il carcere da due a 6 anni per chi utilizza contributi politici «indebitamente per finalità diverse».

Il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che utilizza contributi politici «indebitamente per finalità diverse o se ne appropria» è punito con il carcere da 2 a 6 anni. Lo prevede l’emendamento del Pdl presentato al ddl anticorruzione. L’obiettivo, si spiega, è di colpire amministratori come «er batman».
IL TESTO – L’emendamento, appena presentato al ddl anticorruzione dal gruppo del Pdl prevede testualmente che: «il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che avendo ottenuto per ragioni del proprio ufficio o servizio contributi pubblici o altre erogazioni dello stesso tipo comunque denominate, destinati allo svolgimento della propria attività, li utilizza indebitamente per finalità diverse o se ne appropria, è punito con la reclusione da due a sei anni».
GLI EMENDAMENTI– Carlo Vizzini, presidente della Commissione affari costituzionali, ha presentato due emendamenti al ddl anticorruzione. Con il primo si aggrava il reato di scambio elettorale politico mafioso estendendo la pena già prevista anche a chi ottiene voti in cambio della disponibilità a soddisfare le esigenze e gli interessi della mafia. «Con il secondo – spiega il parlamentare – si introduce il reato di «auto riciclaggio». Si tratta di fattispecie non previste dal ddl anticorruzione ma frutto di un impegno assunto già da tempo da tutti i gruppi parlamentari» afferma Vizzini.