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La Juve strapazza la Roma. Il Napoli riaggancia la Juventus. Il tridente di Stramaccioni mette i viola ko

IL BIG MATCH. Il ritorno di Zeman a Torino è un disastro per i giallorossi,sotto di tre reti dopo solo diciotto minuti. Vittoria a Marassi contro la Samp: rigore di Cavani. Mazzarri espulso. Si risvegliano Bologna e Palermo.  ANCORA LUCI A SAN SIRO: in campo la miglior Inter della stagione Imparata la lezione dal Siena, i neroazzurri spingono con Coutinho-Cassano-Milito e piegano 2-1 la squadra di Montella.

TORINO – Juventus-Roma, capitolo nuovo, risultato (quasi) vecchio. Dal 22 aprile al 29 settembre, data fatidica per la mitologia mogolbattistiana, il punteggio subisce una variazione minima, l’atteggiamento delle due squadre in campo pure. Finisce 4-1 (4-0 alla Roma di Luis Enrique) per la Juventus che segna tre gol in otto minuti (11’-19’ del primo tempo) e chiude tutti i giochi. Forse la strategia settimanale dei bianconeri, cioè concentrarsi sulla partita e non sul «nemico», a differenza di quello che ha fatto Zeman, rispondendo fino all’ultimo a tutte le domande sulla Juventus invece di fare il pesce in barile (ogni tanto si può, non è peccato), ha sortito l’effetto sperato.

Madama si è concentrata sulla partita, sul risultato, sulla fuga da riprendere dopo il pareggio di Firenze. La Roma appare tesa, come se fosse una propaggine del suo allenatore sempre in guerra, non riesce a costruire nulla di serio, con un centrocampo sempre in inferiorità e una difesa che non riesce neanche ad attuare un fuorigioco apprezzabile (i tre gol del primo tempo nascono da palombelle a superare la retroguardia avversaria). Non sembra una squadra di Zeman, a dirla tutta. Pare un progetto a metà. Pirlo su punizione, un rigore di Vidal (per fallo di mano di Castan), un gol di Matri, primo in questo campionato per il bomber (10 reti) dello scudetto. Poi due traverse e un palo, occasione fallite, qualche parata di Stekelenburg, fino all’ingresso di Destro, che si procura il rigore trasformato da Osvaldo e accende per qualche minuto la gara.

Altro errore di Zeman: i migliori devono giocare e questo ragazzo ha valori e classe. La Juventus, subito il gol, esce dallo spleen da pochezza dell’avversario e segna il 4-1 con Giovinco (assist di Barzagli, straordinario). Che dire? La Juventus ha una bella rosa, valide alternative attorno a un nucleo sempre solido. Quest’anno alternerà partite avvolgenti come questa ad altre più speculative come quella di Firenze. Conte, dal suo gabbiotto con i vetri fumé, deve aver tracciato una strategia ben precisa per arrivare lontano, in Italia e in Europa. Per ora la squadra non risente della sua assenza a bordo campo. Per ora.

GENOVA – Il Napoli riaggancia la Juventus. I partenopei a Marassi superano la Samp, finora imbattuta, grazie a un rigore di Cavani. La Lazio riprende la rincorsa a posizioni di vertice dopo due sconfitte consecutive battendo il Siena all’Olimpico. Si risveglia il Palermo che rifila 4 gol al Chievo. Larghissimo successo anche per il Torino, che a Bergamo a sorpresa supera con un incredibile 5-1 l’Atalanta. Vittoria in trasferta anche per il Pescara a Cagliari e punti importanti per il Bologna, che supera il Catania. Nella partita delle 12.30, pareggio senza reti tra l’Udinese poco felice di questo periodo e il Genoa. 

IL NAPOLI VA – Il Napoli riprende la Juve a quota 16 grazie ad un gol su rigore realizzato da Cavani, dopo che Hamsik era stato messo a terra al limite dell’area: la moviola stabilirà se dentro o fuori. Nell’occasione Gastaldello (già ammonito) viene espulso dopio aver preso il secondo giallo. Ma la gara di Marassi non è stata affatto facile per i partenopei. Che non solo hanno trovato una Samp sempre reattiva e ben messa in campo, ma hanno scontato anche una certa abulia nel primo tempo caratterizzato soprattutto dall’espulsione di Mazzarri. Meglio il secondo tempo, dove, dopo il gol, i partenopei hanno controllato la gara.

LE ALTRE – Nel pomeriggio da segnalare le goleade a sorpresa di formazioni in questo campionato finora piuttosto avare di gol. Il Toro travolge a Bergamo l’Atalanta per 5-1, il Palermo supera 4-1 in casa il Chievo per 4-1, mentre il Bologna surclassa il Catania per 4-0. La Lazio si riprende dal ko di Napoli battendo in casa il Siena per 2-1, il Pescara espugna Cagliari sempre per 2-1, mentre l’unico 0-0 della giornata è quello dell’anticipo domenicale tra Udinese e Genoa.

MILANO – La Fiorentina è una bella macchina da calcio, ma, dopo aver fermato la Juve, ha trovato sulla sua strada la miglior Inter della stagione, quella che è riuscita a scacciare le streghe da San Siro, dopo le prime cinque partite dell’anno senza vittorie (due pareggi e tre sconfitte).

PROLOGO DEL DERBY – Che i nerazzurri volessero vincere a tutti i costi questa partita, che ha fatto da prologo al derby del 7 ottobre, lo si è capito dal modo in cui la squadra ha azzannato la partita e ha condotto tutto il primo tempo, segnando due gol (il primo con Milito su rigore, per un mani di Gonzalo Rodriguez; il secondo con una deliziosa conclusione di Cassano) e costruendo altre tre palle-gol. E questo nonostante la Fiorentina non sia certo rimasta a guardare prima del gol di Romulo di testa al 40’ del primo tempo e anche dopo con Ljajic. Alla Fiorentina sono mancati il senso del gol (nella ripresa tutti avanti, ma nessuna vera occasione) e l’esperienza che ha spinto l’Inter ad andare avanti, anche nei momenti più difficili.

MOSSE AZZECCATE – Stramaccioni, che si offende sempre per qualcosa o con qualcuno (questa volta per un’osservazione molto lucida di Boban a Sky su Sneijder) ha insistito su una formazione d’attacco, con un tridente offensivo formato da Coutinho alle spalle di Milito e Cassano e la mossa si è rivelata azzeccata, perché l’Inter è cresciuta e ora occupa meglio gli spazi rispetto alle prime partite. Ha lavorato bene la difesa; si sono mossi bene i centrocampisti; si sono sacrificati Cassano e Milito, anche se l’argentino ha fallito tre nitide palle-gol. La Fiorentina ha avuto il merito di attaccare fino alla fine, anche dopo essersi ritrovata con un uomo in meno (espulso Gonzalo Rodriguez), ma ha trovato di fronte a sé un’Inter molto provinciale (se non si offende Stramaccioni), che non ha concesso gli spazi offerti al Siena. La lezione è servita.

Roberto Perrone, Fabio Monti e Redazione Online

La Juve strapazza la Roma. Il Napoli riaggancia la Juventus. Il tridente di Stramaccioni mette i viola koultima modifica: 2012-10-01T12:55:26+02:00da
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