Il fondo di riequilibrio. Il sottosegretario all’Economia Ceriani esclude però che l’intero gettito possa andare ai Comuni.
Il governo sta valutando una diversa distribuzione del gettito Imu nel rapporto tra Stato e Comuni. Lo ha annunciato il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani intervenendo alla Commissione Finanze della Camera. L’operazone verrà probabilmente effettuata attraverso una legge ordinaria, dato che i tempi sono più brevi rispetto a quelli degli eventuali decreti legislativi necessari.
TRASFERIMENTO DI FONDI – Sul tavolo della Commissione venerdì c’era, infatti, anche la possibilità di inserire nella delega fiscale forme di progressività per quanto riguarda l’Imu nei confronti delle famiglie o dei pensionati maggiormente in difficoltà, e pure quella di trasferire l’intero introito ai Comuni. Quest’ultima ipotesi viene, però, scartata da Ceriani: «La proposta di attribuzione dell’intero gettito derivante dall’Imu ai Comuni non sarebbe effettivamente realizzabile lasciando invariato l’importo del fondo di riequilibrio. Possono esserci due soluzioni tecniche: da un lato una perequazione orizzontale, con il trasferimento di parte del gettito Imu dallo Stato al fondo di riequilibrio; dall’altro la destinazione diretta di una quota del gettito derivante dall’Imu al fondo perequativo stesso». Il sottosegretario ha concluso quindi che il tema Imu, «da affrontare insieme all’Anci, dovrà essere oggetto di un’apposita iniziativa legislativa».
GETTITO IVA IN CALO – Nel frattempo il ministero dell’Economia ha annunciato che nel periodo gennaio-agosto 2012 si è registrato un calo del gettito Iva (-1,3%, pari a 913 milioni in meno). Questa variazione è dovuta all’aumento della componente Iva nel prelievo sull’import (+0,7%) e al calo della componente degli scambi interni, che risente della stagnazione della domanda soprattutto per i beni di consumo durevoli, compensata però in parte dall’aumento dell’aliquota.
ENTRATE COMUNQUE IN AUMENTO – Nel complesso, comunque, spiega il ministero, «pur in presenza di una congiuntura fortemente negativa, la dinamica delle entrate tributarie registra una tendenza alla crescita a ritmi superiori rispetto all’analogo periodo dello scorso anno per effetto delle misure correttive varate a partire dalla seconda metà del 2011». Tale aumento è pari al 4,1% (+10.462 milioni di euro). E, al netto dell’imposta sostitutiva una tantum sul leasing immobiliare registrata nel mese di aprile 2011, le entrate tributarie erariali presentano una crescita tendenziale pari addirittura al 4,6%. In particolare, spiega il Mef, «alla variazione delle entrate che affluiscono al bilancio dello Stato hanno contribuito: il gettito di spettanza erariale della prima rata di acconto dell’Imu, che è risultato in linea con le previsioni; l’imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale; l’imposta di bollo e l’imposta di fabbricazione sugli oli minerali».