LA STIMA. Per quest’anno si attende una recessione del 2,3%, mentre nel 2013 la contrazione proseguirà con un ulteriore meno 0,7.
Il Fondo monetario internazionale ha consistentemente rivisto in peggio le previsioni sull’economia dell’Italia: ora per quest’anno si attende una recessione del 2,3 per cento in termini di Pil, mentre nel 2013 la contrazione proseguirà con un ulteriore meno 0,7 per cento. Cifre contenute nel nuovo World Economic Outlook, pubblicato dall’istituzione di Washington in occasione delle assemblee autunnali assieme alla Banca Mondiale.
LE REVISIONI – In entrambi i casi si tratta di revisioni in peggio di 0,4 punti percentuali rispetto alle stime sull’Italia aggiornate lo scorso 16 luglio. Sul 2012 il dato italiano è il peggiore tra i grandi paesi avanzati, mentre guardando a tutta l’area euro è la terza recessione più forte dopo il meno 6 per cento previsto dal Fmi per la Grecia e il meno 3 per cento del Portogallo. Non meno preoccupanti le previsioni sul mercato del lavoro: dall’8,4 per cento medio registrato sul 2011, la disoccupazione è attesa in aumento al 10,6 per cento sull’insieme di quest’anno. Promossa invece a pieni voti il sistema pensionistico, definito come il miglior sistema «nell’arco dei prossimi 20 anni sullo sviluppo della spesa pensionistica e dell’healthcare»: lo afferma Carlo Cottarelli, a capo del dipartimento sugli Affari fiscali dell’Fmi.
L’AREA EURO – Non molto meglio le previsioni per l’area euro secondo le nuove previsioni stilate dal Fondo monetario internazionale nell’aggiornamento del World Economic Outlook.: un anno di ricaduta in recessione, il 2012, che verrà seguito da un 2013 di crescita quasi al palo. Per quest’anno è previsto un calo dello 0,4 per cento del Pil complessivo di Eurolandia, cui seguirà un limitato più 0,2 per cento il prossimo: cifre richieste in peggio rispettivamente di 0,1 e 0,5 punti percentuali rispetto a sei mesi fa. Un quadro generale che ancora una volta nasconde dinamiche divergenti tra i paesi dell’Unione valutaria, che da un estremo vede la Germania limitare i danni con tassi di crescita modesti – più 0,9 per cento su 2012 e 2013 – dall’altro vede la Grecia sprofondare sempre più nel baratro.
ALLARME GRECIA – Il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker ha dato l’ultimatum: la Grecia ha 10 giorni di tempo, fino al 18 ottobre (giorno del summit Ue) «al più tardi», per dimostrare la sua determinazione sulle riforme promesse in cambio degli aiuti internazionali. Ad Atene la disoccupazione proseguirà con una impennata tale da raggiungere il valore più elevato in Europa, perfino oltre quello della Spagna: secondo il Fmi la disoccupazione in Grecia toccherà il 23,8 per cento quest’anno e il 25,4 per cento nel 2013. In Spagna invece dopo un 24,9 per cento quest’anno la disoccupazione salirà al 25,1 per cento nel 2013, con un Pil al meno 1,5 per cento sul 2012 e al meno 1,3 per cento nel 2013.
L’ECONOMIA GLOBALE – Il Fondo monetario internazionale ha rivisto in peggio anche le previsioni sull’economia globale, rilevando che «la ripresa ha subito nuove battute d’arresto mentre l’incertezza pesa con forza sulle prospettive». Ora per quest’anno l’istituzione di Washington si attende una crescita globale del 3,3 per cento, in netto rallentamento dal 3,8 per cento del 2011 e dal 5,1 per cento del 2010, mentre sul 2013 il Fmi stima un più 3,6 per cento. Sul 2012 la stima è stata abbassata di 0,2 punti percentuali, sul 2013 di 0,3 punti. Nella sua analisi il Fmi parla di fattori ben noti che stanno guidando l’economia – come i piani di risanamento dei conti e la debolezza finanziaria che frenano la crescita, laddove all’opposto le politiche monetarie espansive, fatte di tassi bassi tendono a stimolare l’attività – ma non solo.
NESSUN PAESE RISPARMIATO – I tagli alle previsioni di crescita non risparmiano quasi nessun paese. Gli Stati Uniti si sono visti marginalmente alzare la stima 2012, di 0,1 punti percentuali al più 2,2 per cento, ma si sono visti tagliare la previsione 2013 in misura analoga al più 2,1 per cento. Sull’area euro il Fmi prevede un meno 0,4 per cento del Pil quest’anno e un più 0,2 per cento nel 2013, rispettivamente 0,1 e 0,5 punti percentuali in meno. Sul Giappone il Fmi ha tagliato di 0,2 punti la stima 2012, al più 2,2 per cento, e di 0,2 unti sul 2013 al più 1,2 per cento. Previsioni tagliate anche su molti dei nuovi pesi massimi dell’economia, tra cui la Cina, 0,2 punti in meno su entrambi gli anni, che secondo il Fmi registrerà un più 7,8 per cento del Pil quest’anno e un più 8,2 per cento nel 2013. La crisi nell’area euro resta il maggior fattore di rischio su queste prospettive.