LO SLOGAN DELLA PROTESTA: «DIFENDIAMO IL FUTURO». Manifestazioni in tutta Italia contro i tagli all’istruzione. A Milano striscioni contro Formigoni: «Dimissioni». Manifestazioni legate a protesta nazionale Cgil. Azione contro sede Parlamento europeo. In Via Veneto anche presidio ex Alitalia.
Studenti e professori in piazza in novanta città italiane contro i tagli del governo Monti all’istruzione. Lo slogan: «Difendiamo il futuro».
LE PIAZZE – A Roma la protesta inizia con un blitz degli studenti di fronte alla sede del Parlamento Europeo. Poi, in corteo, sfilano insieme sia gli studenti che gli insegnanti. «I partecipanti sono 10mila» dicono gli organizzatori.
A Milano rispondono in centinaia all’appuntamento lanciato dai collettivi studenteschi Laps, per le superiori, e Link, per gli universitari. Gli studenti chiedono anche le dimissioni di Formigoni. Un gruppo di una trentina strappa le bandiere della Regione e lancia fumogeni davanti a Palazzo Lombardia, sede della Giunta.
Due i cortei organizzati a Napoli, che marciano sotto la pioggia. A Firenze circa duemila persone tra studenti, professori, precari, personale amministrativo e tecnico provenienti da tutta la Toscana sfilano in centro, dando anche vita a una catena umana.
Manifestazioni in dieci città in Sicilia. Circa duemila persone, tra studenti, precari, docenti e personale Ata, si sono radunate nella sola Palermo.
Studenti e docenti in sciopero anche in Veneto. Iniziative provinciali in tutta la Regione e una regionale a Venezia.
Doppia manifestazione, di studenti e docenti, a Bari.
Due cortei anche Genova: uno di circa un migliaio di allievi delle scuole medie e superiori, uno di insegnanti. Notevoli i disagi al traffico, con alcune zone della città paralizzate.
Circa trecento i manifestanti – tra studenti e insegnanti – in piazza Repubblica a Cagliari. A loro si unisce anche una delegazione di operai dell’Alcoa di Portovesme (Sulcis).
Fitto lancio di carote davanti alla sede regionale del ministero dell’Istruzione e della ricerca di Torino. In questo modo, infatti, gli studenti rispondono all’affermazione del ministro Profumo, secondo cui con loro ci vorrebbe il bastone e la carota. Gli studenti in corteo sono circa 5mila secondo gli organizzatori. Lanci di uova e fumogeni, anche contro la sede della Provincia di Torino.
CONTRO I TAGLI – Si tratta di una protesta contro «un governo che massacra i lavoratori per salvare gli speculatori e la finanza. Una manifestazione per avere un Paese più giusto» dice il segretario generale della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo.
Tra i motivi della protesta, si sono aggiunti nelle ultime ore i tagli cui starebbe lavorando, secondo indiscrezioni sempre più insistenti, il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. Nella legge di Stabilità approvata dal governo Monti ci sarebbe inoltre una decurtazione di un miliardo sulla scuola, da concretizzare aumentando l’orario di lavoro dei docenti di medie e superiori per risparmiare sulle supplenze. Orario che dovrebbe passare da 18 a 24 ore.
UNIVERSITARI – «In piazza sono presenti anche molti studenti universitari – precisa Luca Spadon, portavoce nazionale di Link Coordinamento universitario – per dimostrare a questo governo che gli studenti non sono disponibili a fare dei passi indietro sui temi della conoscenza e per ribadire con forza la nostra contrarietà all’aumento delle tasse per i fuori corso voluta dal ministro Profumo e alla diminuzione dei fondi sul diritto allo studio».
ROMA – Blitz degli studenti di fronte alla sede romana del Parlamento Europeo. Inizia così a Roma il venerdì di mobilitazione nazionale degli studenti e dei professori che sfileranno in corteo per il centro della città. Studenti dietro allo striscione «Una scuola di qualità ce la chiede l’Europa». «Finora governo e politici hanno tirato fuori la bandiera del ‘ce lo chiede l’Europa’ solo quando si tratta di sacrifici economici.- dice Daniele Lanni, portavoce nazionale della Rete degli studenti medi – L’Europa ci chiede anche di ridurre gli abbandoni scolastici del 10%, di aumentare il numero dei laureati, di raggiungere il traguardo dell’85% dei 22enni diplomati, l’Europa ci chiede una sistema d’Istruzione di qualità».
DUE CORTEI – Il corteo parta da Piazza della Repubblica dietro allo striscione «La scuola non è in vendita. Risorse- stop Aprea- diritto allo studio». Carote per ministro Profumo « Gli diciamo tieniti bastoni e carote noi ci riprendiamo tutto, i nostri diritti il nostro futuro»). La giornata è stata convocata dall’Unione degli studenti e hanno aderito altre associazioni fra cui la Rete degli studenti. Presenti scuole di tutta la Capitale. «Diciamo no a questo governo che ci dà un futuro incerto e ci vuole precari», dicono gli studenti che intendono «arriveremo al Senato» anche se la manifestazione è autorizzata fino a piazza Santi Apostoli. In piazza anche i professori.
CITTA’ BLINDATA – Arrivato a piazza Venezia, il corteo romano si è diviso: gli insegnanti della Flc Cgil si sono diretti verso piazza Santi Apostoli, dove si terrà il comizio di Mimmo Pantaleo, mentre gli studenti si sono fermati all’altare della patria con l’intenzione di proseguire fino al ministero dell’Istruzione di viale Trastevere. A bloccare il passaggio ci sono però i blindati della polizia. Imponente la presenza di forze dell’ordine. Bloccate dai blindati tutti i possibili passaggi: via del Corso, via del Plebiscito e via Botteghe Oscure. Il corteo sta stazionando su Ponte Sublicio, poco prima di Porta Portese, per dirigersi sotto il ministero dell’Istruzione per «consegnare simbolicamente» un mucchio di carote al ministro Profumo che, nei giorni scorsi aveva sostenuto la necessità di «bastone e carota». carote poi lanciate al grido di «vergogna, vergogna» e «vieni fuori, vieni fuori» contro la facciata del ministero. A farne le spese soprattutto le forze dell’ordine e i giornalisti presenti sulla scalinata. Gli studenti ancora assembrati sotto la scalinata annunciano che proseguiranno le loro lotte in futuro. Contro i sacrifici e i tagli a scuola e università e «per il diritto a una scuola per tutti», dove il diritto di studio sia garantito a tutti.
TRENI E BUS – Migliaia di lavoratori dell’Istruzione erano confluiti nella Capitale con treni e bus per partecipare, insieme a docenti, precari e studenti romani, al corteo con partenza alle 9 da piazza dell’Esquilino per snodarsi attraverso il centro storico fino a piazza Santi Apostoli. La manifestazione contemporanea in 20 città, da Roma a Milano, da Aosta a Palermo: studenti, docenti, personale Ata, dirigenti e operatori della formazione professionale in piazza «contro i nuovi tagli della spending review; per il rinnovo del contratto fermo dal 2009 e la restituzione degli scatti; per modificare la legge sulle pensioni che impedisce l’ingresso di giovani docenti e Ata nella scuola». I precari della scuola e i docenti contestano anche «il nuovo concorso inutile e costoso» e chiedono invece «un piano di stabilizzazioni che dia certezze al personale docente e Ata incluso nelle graduatorie». Servono, dice Flc Cgil «finanziamenti adeguati e certi e investimenti in tecnologie e innovazioni».
IL SIT IN DEGLI EX ALITALIA – Hanno manifestato, con un presidio davanti al ministero del Lavoro in via Veneto, anche centinaia tra i 4200 ex dipendenti della vecchia Alitalia che da lunedì 14 saranno in mobilità: finita la cassa integrazione potrebbero essere licenziati nel giro di 1-2 anni; e molti sono già nella difficile condizione di esodati.
CAOS TRAFFICO E DEVIAZIONI BUS – Possibili disagi per chi si sposta in città: i due cortei bloccheranno il traffico tagliando in due il centro: ingorghi sono previsti nelle zone di piazza Santa Maria Maggiore, Colosseo, via Labicana. Numerose le deviazioni e limitazioni delle linee dei bus. Saranno mofidìficati i percorsi di H, 5, 14, 16, 30, 40, 44, 46, 53, 60, 60L, 62, 63, 64, 70, 71, 75, 80, 80B, 81, 83, 85, 87, 105, 117, 119, 160, 170, 175, 271, 360, 492, 571, 590, 628, 649, 714, 715, 716, 780, 781, 810, 910, 916, 110 Open e Archeobus.
LA PROTESTA – La Rete degli Studenti Medi aveva annunciato la protesta sui social network (su Twitter hashtag #12ott): «Venerdì in piazza in modo non violento», per una mobilitazione contro la legge 953, l’ex Aprea, in discussione alla Camera. La normativa «elimina la regolamentazione delle assemblee, di tutti i generi, della rappresentanza di classe, di tutte quei diritti che insieme formavano gli spazi di Democrazia nelle Scuole». E l’Unione degli universitari insieme con la Rete degli studenti ha scritto una lettera al governo per chiedere 10 risposte su scuola e università, dall’edilizia scolastica al diritto allo studio, dall’innovazione della didattica alla qualità dell’offerta formativa universitaria, dai finanziamenti agli atenei, al merito, alla disoccupazione giovanile.