La rivelazione de «l’espresso» grazie alle carte requisite a francesco corallo. Legami indiretti tra Giancarlo Tulliani, «cognato» del leader Fli, e la società proprietaria dell’appartamento.
Sembra che così il cerchio si chiuda. E si stringe su Gianfranco Fini. Il motivo è sempre lo stesso: la casa di Montecarlo. Quell’appartamento donato ad Alleanza Nazionale e venduto (secondo i critici «svenduto») a una società. E in cui ha vissuto Giancarlo Tulliani. Cioè il cognato del Presidente della Camera. Ora L’Espresso rivela che la casa è stata venduta alla Printemps rappresentata legalmente da James Walfenzao. Lo stesso avvocato che aiutò Tulliani ad aprire nel 2008, nel paradiso fiscale di Santa Lucia, la Jayden Holding che aveva come attività la compravendita di immobili.
LE CARTE– I documenti sequestrati sono venuti fuori durante la perquisizione effettuata nella casa romana del re delle slot machine Francesco Corallo. La perquisizione è stata disposta nell’ambito dell’inchiesta sui finanziamenti concessi dalla BpM al proprietario del gruppo Betplus (ex Atlantis World). «Si tratta di una serie di fax inviati durante i primi mesi del 2008 dagli uffici di Corallo allo studio di Montecarlo di Walfenzao, che è rappresentante legale del trust a cui sono intestate le quote del gruppo Atlantis». Corallo, tra marzo e giugno del 2008, «mandò a Walfenzao una copia del passaporto di Giancarlo Tulliani, una copia di quello della sorella Elisabetta e un modulo per l’apertura di un conto corrente a Saint Lucia intestato alla Jayden Holding. Nel modulo, l’effettivo titolare della società viene indicato proprio in Giancarlo Tulliani. La Jayden Holding, costituita nel mese di gennaio del 2008, aveva come attività la compravendita di unità immobiliari». La società offshore di Tulliani «è stata chiusa nel maggio 2011 ed era rappresentata da un legale di nome Cathy Walfenzao, con uffici allo stesso indirizzo di Montecarlo del più famoso James». Nei documenti «non ci sono però altri elementi che permettano di capire quali operazioni immobiliari abbia effettuato nei suoi tre anni e mezzo di vita la Jayden Holding».
IL COMPUTER– La perquisizione che ha portato al ritrovamento dei documenti è quella di cui si parlò parecchio per l’intervento del deputato Amedeo Laboccetta, che portò via un computer portatile che venne restituito ai magistrati solo in seguito, quando i contenuti erano stati manomessi. Nell’ambito dell’inchiesta sui finanziamenti della Bpm, la procura ha emesso un mandato di arresto nei confronti di Corallo, accusato del reato di corruzione e oggi latitante.