La Newco di pomigliano, nuova decisione dei giudici sul lingotto. Pronuncia di secondo grado in linea con la prima sentenza. A giugno l’ad Marchionne disse: «Folklore locale».
NAPOLI – La Corte d’appello di Roma – comunica la Fiom – conferma la sentenza di primo grado sull’assunzione nella newco di Pomigliano dei 145 lavoratori iscritti al sindacato dei metalmeccanici Cgil. Gli operai, anche secondo i giudici d’appello, vanno assorbiti nella nuova azienda varata dal Lingotto per lo stabilimento napoletano.
LA PRIMA SENTENZA – Lo scorso 21 giugno il Tribunale di Roma aveva condannato la Fiat per discriminazioni contro la Fiom a Pomigliano disponendo che 145 lavoratori con la tessera del sindacato di Maurizio Landini venissero assunti nella fabbrica. Alla data della costituzione in giudizio alla fine di maggio su 2.093 assunti da Fabbrica Italia Pomigliano nessuno risultava iscritto alla Fiom. Ad agosto la Corte d’appello aveva giudicato «inammissibile» la richiesta della Fiat di sospendere l’ordinanza di assunzione per i 145 iscritti alla Fiom riconoscendo una discriminazione ai danni del sindacato nelle riassunzioni dei dipendenti dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco.
L’AD FU CRITICO – Alla precedente pronuncia del tribunale capitolino, a giugno, sempre a favore dei lavoratori, Sergio Marchionne, ad Fiat, sbottò: «Questa legge non esiste in nessuna parte del mondo, da quanto ne so. Focalizzare l’attenzione su questioni locali ignorando il resto è attitudine dannosa. Un evento unico che interessa un particolare paese che ha regole particolari che sono folcloristicamente locali».
«UNA BELLA NOTIZIA» «È una bella notizia, ed ora ci aspettiamo che Fiat rispetti questa sentenza e che riporti in fabbrica la Fiom». è naturalmente soddisfatto Mario Di Costanzo, uno dei 19 lavoratori che avevano fatto ricorso al Tribunale di Roma contro la discriminazione attuata da Fiat nei confronti dei metalmeccanici della Cgil per le assunzioni nella newco. «Una buona notizia» è anche il commento della leader della Cgil, Susanna Camusso.
LANDINI:« FIAT DISATTENDE LE LEGGI» – Il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, esulta. «È importante che sia stato riconosciuto questo diritto alle persone che lavorano. Su 2.000 assunzioni – prosegue – non vi era neanche un iscritto alla Fiom Cgil, si trattava quindi di una discriminazione esplicita. Tra l’altro su Pomigliano si era già pronunciato il Tribunale di Torino, e il giudice aveva riconosciuto alla Fiom di poter eleggere le Rsa e di poter fare le assemblee. È chiaro che non avere neanche un iscritto non permetteva nemmeno di agire questi diritti. Resta il fatto che siamo in presenza di una Fiat che non sta applicando le leggi del nostro Paese».
DI PIETRO: MONTI CONVOCHI FIAT – Sulla sentenza si esprimono anche il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e il responsabile Lavoro del partito, Maurizio Zipponi: «La magistratura svolge il ruolo che le compete e cioè quello di far applicare la legge perchè il comportamento della Fiat, ancor prima che antisindacale, è anticostituzionale in quanto viola la libertà del lavoratore – affermano in una nota congiunta – Monti convochi al più presto gli azionisti Fiat che devono chiarire se esiste o meno un piano industriale, quali altri stabilimenti hanno intenzione di chiudere dopo Irisbus, Termini Imerese e Case New Holland, e rendere conto dei finanziamenti ricevuti finora dallo Stato e dalle banche italiane a danno delle piccole e medie imprese. Il governo imponga l’applicazione delle sentenze e chieda che si apra immediatamente una discussione seria sul futuro del settore auto».