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Samuele: «Volevo uccidere Lucia». La madre: «È un bravo ragazzo»

DELITTO DI PALERMO. L’autopsia su Carmela, 17 anni, uccisa per fare da scudo alla sorella maggiore Lucia: mortali le coltellate alla carotide.

PALERMO – Lucia sta meglio. È ancora ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale Cervello di Palermo, ma il primario del reparto di chirurgia Giuseppe Termine che l’ha operata, dice che «è lucida, parla e oggi le abbiamo strappato anche un sorriso, quando le abbiamo detto che per nascondere i segni delle ferite riportate abbiamo chiamato anche un chirurgo plastico».

 

L’AGGUATO –Lucia, 18 anni, è stata accoltellata dall’ex fidanzato, Samuele Caruso. Lo stesso che ha aggredito e ucciso Carmela, 17 anni, che ha cercato di difendere la sorella maggiore dall’agguato di quel ventenne che le aspettava sotto casa al rientro dalla scuola. L’assassino, che è in carcere e ha confessato il delitto, ha colpito Carmela alla gola. Due le coltellate mortali che hanno reciso la carotide, secondo quanto emerso dall’autopsia eseguita all’Istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo. Poi Samuele è passato a Lucia colpendola con una ventina di colpi all’inguine, nella zona lombare e anche alla lingua. «Sono uscito di casa col coltello perchè era mia intenzione uccidere Lucia se avesse ammesso il tradimento – ha detto il ragazzo durante l’interrogatorio -. Carmela non c’entra, non volevo farle nulla, ma si è messa in mezzo». Lucia, ha spiegato il medico, «ha dolori alla schiena per i punti, ma non porterà, almeno fisicamente, le conseguenze di questo fatto tremendo, perchè il ragazzo, pur infliggendole ferite profonde che sono arrivate a recidere i muscoli, non ha raggiunto organi vitali». Non sa ancora che la sorella minore non ce l’ha fatta. Lei continua a chiedere notizie di Carmela, ma per le prossime 48 ore la ragazza resterà nel reparto di rianimazione, e solo successivamente, con l’aiuto di psicologi, le sarà detta la verità.

 

IL COLTELLO – L’arma usata da Samuele Caruso, 23 anni, che ha confessato il delitto dopo tre ore di interrogatorio, è un coltello «butterfly», una lama estremamente tagliente, ritrovata dalla polizia nel motorino dell’assassino, catturato mentre tentava la fuga su un treno. Carmela è morta sul colpo, Lucia, che si è salvata, rimarrà sfregiata: è viva per miracolo, solo perchè una delle coltellate inferte dal suo ex fidanzato non ha reciso per pochi centimetri l’arteria succlavia. Un delitto atroce. Compiuto, secondo gli inquirenti con «lucidità». Nessun raptus di follia ma un’azione premeditata. Samuele aveva saputo da amici che Lucia aveva riallacciato la storia con un ex e a dimostrazione di ciò gli era stata mostrata da un amico, una foto di lei che baciava un altro. Poi su Facebook il 23enne ha visto che i due erano di nuovo amici. Da qui al tento omicidio, il passo è stato breve.

 

IL MOVENTE – Lucia aveva lasciato Samuele dopo una relazione di sei mesi, nata su Facebook e finita prima dell’estate. Al pm Caterina Malagoli che lo ha interrogato, il 23enne ha confessato l’aggressione alle due sorelle, sostenendo però di avere ucciso Carmela «per sbaglio», perchè «Lucia si è riparata con le mani» e la sorella si è frapposta tra i due nel tentativo di difenderla. Il movente sarebbe racchiuso proprio nel rifiuto della ragazza di riallacciare il rapporto. Samuele, secondo la ricostruzione degli investigatori guidati dal capo della squadra omicidi Carmine Mosca, avrebbe perseguitato la ragazza per giorni con sms, introducendosi anche sulla sua pagina Facebook.

 

I GENITORI – A difenderlo, la mamma del ragazzo: «Mio figlio – ha detto al Giornale di Sicilia, Maria Cardinale – è un bravo ragazzo. Giornali e televisioni lo hanno definito un killer ma non è così, non è un mostro. La nostra è una famiglia perbene. Siamo profondamente addolorati per quello che è successo – ha aggiunto la madre – un’esistenza è stata spezzata e non so cosa darei per riportare in vita quella ragazza».

 

LA SCUOLA – Nel frattempo tutto il liceo Umberto I di Palermo piange la ragazzina morta per difendere sua sorella. Sul banco di Carmela i compagni della III L hanno lasciato un mazzo di fiori. Nella cancellata della scuola altri studenti hanno appeso lo striscione «Tutte sorelle. Reagiamo contro la violenze sulla donne». Sabato centinaia di persone sono scese in piazza a Palermo per partecipare al sit in indetto dal coordinamento Antiviolenza 21 Luglio. Carmela è la 101esima vittima di violenza maschile contro una donna, dall’inizio dell’anno in Italia.

Redazione Online

Samuele: «Volevo uccidere Lucia». La madre: «È un bravo ragazzo»ultima modifica: 2012-10-21T17:02:25+02:00da
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