Informati Subito

Stato-mafia, la trattativa in aula. Udienza rinviata al 15 novembre

Palermo. Presenti massimo Ciancimino e Nicola Mancino. Il gup dovrà decidere se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio per dodici imputati. Il governo si costituisce parte civile, ma non contro l’ex ministro dell’Interno.

PALERMO – Si è svolta nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo la prima udienza preliminare, a porte chiuse, del procedimento sulla trattativa Stato-mafia. Sono dodici gli imputati su cui il gup Piergiorgio Morosini dovrà decidere se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio, avanzata dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai pm Lia Sava, Antonino Di Matteo e Francesco Del Bene. Dopo la presentazione di nove richieste di costituzione di parte civile il gup si è riservato, rinviando l’udienza al 15 novembre per dare modo alle parti di consultare i nuovi atti depositati dalla Procura.

GOVERNO PARTE CIVILE – A chiedere di partecipare all’udienza sono la presidenza del Consiglio dei Ministri, contro tutti tranne che l’ex ministro Nicola Mancino, il comune di Palermo, il centro Pio La Torre, il Prc, i familiari dell’eurodeputato dc Salvo Lima – del delitto, inserito nel procedimento sulla trattativa, è accusato il boss Bernardo Provenzano -, l’ex capo della Polizia Gianni Di Gennaro, come vittima della calunnia contestata a Massimo Ciancimino, Salvatore Borsellino, per il movimento delle Agende Rosse e come familiare del magistrato ucciso dalla mafia e il sindacato di polizia Coisp. Il magistrato ha dato inoltre atto dell’istanza di ricusazione a suo carico depositata dal legale di uno degli imputati, l’ex ufficiale dei carabinieri Giuseppe De Donno. Sulla richiesta si pronuncerà la Corte d’appello.

A PORTE CHIUSE – «È stato rispettato il codice che, sull’udienza preliminare, ha regole stringenti. Nessuna parte vuol nascondere nulla», ha detto, al termine dell’udienza, il gup Morosini, che oggi ha escluso pubblico e stampa dall’aula in quanto il legale dell’ex ufficiale dei carabinieri De Donno ha negato il consenso all’udienza pubblica. «Consapevole del rilievo pubblico della vicenda», ha spiegato il giudice, «ho chiesto ai presenti se c’era il consenso per tenere un’udienza a porte aperte ma, pur avendo tutti mostrato sensibilità al tema, ci sono stati alcuni rilievi e non è stato possibile tenere un’udienza a porte aperte».

CIANCIMINO E MANCINO IN AULA – Stamane gli imputati presenti in aula erano due su 12: Massimo Ciancimino, accusato di concorso in associazione mafiosa, e l’ex ministro Nicola Mancino che risponde di falsa testimonianza. «Questo è un processo che può essere frazionato in più parti», ha detto al termine dell’ udienza preliminare Mancino: i suoi legali hanno infatti chiesto al gup di stralciare la sua posizione da quella degli altri imputati. In videconferenza dal carcere, stamane, erano collegati i boss Cinà, Riina, Brusca, Provenzano e Bagarella che, insieme all’ex ministro Mannino, al senatore Dell’Utri e agli ex ufficiali del Ros Mori, Subranni e De Donno, rispondono di violenza o minaccia a Corpo politico dello Stato. Per la Procura c’erano l’aggiunto Antonio Ingroia, Nino Di Matteo e Lia Sava.

EMOZIONE DI INGROIA: – «Provo una grande emozione», ha detto il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia – perché è l’inizio di un processo importante, ma anche perché sono i miei ultimi giorni a Palermo e questa potrebbe essere la mia ultima udienza da procuratore aggiunto qui». Dal Guatemala, dove Ingroia andrà nei prossimi giorni per conto dell’Onu, continuerà il suo impegno «non come pm o investigatore perché dal Guatemala è un po’ difficile, ma senza fare passi indietro, anzi facendo passi avanti potrò contribuire affinché cresca un movimento per la verità e la giustizia sulla stagione più buia della nostra storia».

Redazione online

Stato-mafia, la trattativa in aula. Udienza rinviata al 15 novembreultima modifica: 2012-10-29T16:25:11+01:00da
Reposta per primo quest’articolo