Bonanni: «la fiat ha fatto un autogol, decisi anche ad azione legale». La Fiom: contro i licenziamenti pronti anche allo sciopero generale dei metalmeccanici ai primi di dicembre. Il segretario del pd incalza marchionne: «Fiat ,niente piani, si è solo rotto il giocattolo». Bersani: «L’errore non può essere scaricato sugli altri soprattutto sui lavoratori che devono mantenere le famiglie».
Uniti contro i licenziamenti. Cgil, Cisl e Uil, si ritrovano tutti dalla stessa parte per bloccare l’eventualità che 19 dipendenti di Pomigliano siano licenziati per far posto ai 19 operai con la tessera Fiom, che una sentenza costringe a riassumere nella fabbrica Fiat. Giovedì il ministro del Welfare Elsa Fornero aveva invitato l’azienda torinese ad evitare un nuovo braccio di ferro con i rappresentanti dei lavoratori. E venerdì anche il segretario del Pd Pier Luigi Bersani aveva duramente criticato la scelta della Fiat. Le dichiarazioni del governo prima e dei sindacati poi hanno provocato la reazione della stessa Fiat che ha parlato di «commenti inesatti» su una decisione che dipende esclusivamente dal «mercato dell’auto».
FIOM – La prima ad aprire il fuoco contro la Fiat era stata la Cgil. «Questi diciannove licenziamenti sono illegittimi e se dovessero arrivare comunque con qualche formula, ci appelleremo all’articolo 18». A dichiararlo – ai microfoni di Radio Città Futura – il segretario nazionale della Fiom, responsabile del settore auto, Giorgio Airaudo, annunciando anche lo sciopero generale dei metalmeccanici ai primi di dicembre «contro il tentativo di fare un altro contratto nazionale separato».
BONANNI – Le parole di Airaudo arrivano dopo che già il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni aveva già annunciato azioni legali se la Fiat avesse portato avanti il provvedimento annunciato dall’ad del Lingotto Sergio Marchionne. «La Fiat ha sbagliato a fare autogol continuando il testa a testa con la Fiom dopo un’affermazione così importante come quella di proseguire con gli investimenti, ingaggiando una competizione forte con Audi e Bmw costruendo auto di lusso» ha spiegato Bonanni a Tgcom 24. Secondo il leader della Cisl, «il presidente della Repubblica farebbe bene a interessarsi del problema della Fiat, ma il problema vero è che il sindacato deve trovare armonia. Se Marchionne avrà avuto facile gioco nel dividere il sindacato, la Fiom gli ha dato un grande aiuto in materia di governabilità sindacale delle aziende».
UIL – «Oggi, insieme ai sindacati firmatari di accordi con Fiat e del contatto specifico, chiederemo di incontrare l’azienda per bloccare l’avvio delle procedure per la mobilità di 19 addetti dello stabilimento produttivo di Pomigliano d’Arco. Ci vogliono 45 giorni per l’espletamento delle procedure di mobilità e nei primi 7 giorni è possibile arrestarle. Tenteremo di farlo» ha spiegato invece Rocco Palombella, segretario generale della Uilm.
LA REPLICA DELLA FIAT – A ribattere all’attacco sindacale arriva però una nota del Lingotto che spiegava che « Le iniziative annunciate dalla FIP di Pomigliano d’Arco stanno originando commenti in molti casi non pertinenti e inesatti. Per fare chiarezza sulla situazione l’azienda ritiene utile precisare quanto segue: La procedura di mobilità ha un iter e dei tempi tecnici prestabiliti per consentire ai soggetti preposti e alle organizzazioni sindacali di esaminarne le motivazioni. Nessuna iniziativa può essere avviata dall’azienda prima della conclusione della procedura, ovvero come minimo 45 giorni dall’avvio, e cioè dal 31 ottobre scorso. Non vi è pertanto alcuna urgenza. I 19 ricorrenti sono titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con Fiat Group Automobiles, che non si è mai interrotto, e attualmente fruiscono come altri più di 1000 dipendenti del comprensorio di trattamento di cassa integrazione, oggetto di specifico accordo sindacale firmato il 6 luglio 2011. Il rientro al lavoro di questi lavoratori, con passaggio alla società FIP, è unicamente condizionato dalla domanda del mercato dell’auto italiano ed europeo, attualmente molto al di sotto delle previsioni».
Prima le critiche del governo, poi quelle dei sindacati. La decisione dell’amministratore delegato della Fiat di licenziare 19 operai di Pomigliano, per far posto ad altrettanti lavoratori iscritti alla Fiom, a seguito di una sentenza del tribunale, fa ancora discutere. E a ad attaccare la Fiat c’è ora anche il segretario del Pd Pier Luigi Bersani.
BERSANI – Rispondendo a una domanda su Fiat in una conferenza stampa congiunta con l’ex ministro delle Finanze tedesco, Peer Steinbruck incalza Marchionne: «Mi piacerebbe capire bene questo accavallarsi di piani e capire di cosa si sta parlando: fin qui, abbiamo visto solo rompere il giocattolo e non quello che si possa definire o chiamare un piano». Il segretario del Pd davanti alla decisione di Fiat di mettere in mobilità 19 lavoratori, davanti all’obbligo di reintegrarne altrettanti dice la sua: «Se stiamo all’episodio di questi giorni posso solo dire che è stato un gesto non accettabile perchè contiene un messaggio sul piano morale, che non fa bene al Paese. Se viene riconosciuto che c’è un errore o una colpa dell’azienda – ha continuato il segretario del Pd – , l’errore non può essere scaricato sugli altri soprattutto sui lavoratori che devono mantenere le famiglie».