TRAGEDIA IN PROVINCIA DI PERUGIA. I piccoli di 8 e 12 anni sono stati uccisi con una coltellata alla gola. L’uomo ha tentato il suicidio ma è salvo.
Un rapporto burrascoso giunto ormai al capolinea. Lui pare che non sopportasse le abitudini della moglie, compreso il fatto che avesse deciso di non portare più il velo come nella tradizione delle donne del loro paese. Questo lo scenario nel quale è maturata la tragedia di Umbertide in provincia di Perugia. Vittime di quella storia ormai finita i due figli della coppia, Ahmed di 8 anni e la sorellina Jiahane di 12 anni. Il padre Mustafà Hajjaji, marocchino di 44 anni, li ha uccisi accoltellandoli alla gola prima di tentare il suicidio.
CHIUSI IN BAGNO – Tutto si sarebbe consumato martedì sera nel bagno della casa dove i bambini vivevano con la madre. Lì almeno i carabinieri hanno trovato i corpi ormai senza vita di Ahmed e Jiahane. Erano rannicchiati a terra entrambi con una profonda ferita da taglio alla gola. Il padre invece ha tentato il suicidio tagliandosi i polsi e procurandosi altre ferite all’addome e al petto ma è riuscito a sopravvivere. Attualmente è ricoverato in rianimazione all’ospedale di Città di Castello, ed è comunque fuori pericolo dopo.
L’ALLARME DELLA MOGLIE – Martedì sera era stato lo stesso Mustafà Hajjaji a far scattare l’allarme con una telefona alla moglie, che lavora in un ristorante, nel corso della quale annunciava il proposito di farla finita. E la donna si era prontamente attivata chiamando i soccorsi perché si recassero subito a casa dell’ex compagno. Ma in casa non hanno trovato nessuno. Continuando gli accertamenti, anche attraverso l’esame delle celle agganciate dal cellulare del marocchino, hanno scoperto che l’uomo poteva essere in casa dell’ex moglie. Dopo aver forzato la porta hanno scoperto la tragedia. Nel bagno c’erano i cadaveri dei due bambini e l’uomo agonizzante ma ancora in vita. Poco distante il coltello col quale avrebbe ucciso i suoi due figli per punire la moglie che aveva deciso di lasciarlo.
DENUNCIATO PER MALTRATTAMENTI – Appena un mese fa il marocchino era già stato denunciato dalla compagna per minacce, lesioni e maltrattamenti. La donna 34enne aveva raccontato ai carabinieri di Città di Castello che il marito le aveva anche puntato contro un coltello. In passato l’uomo avrebbe anche minacciato la compagna per il fatto che lei non portava più il velo. Circostanze ora all’attenzione del pm Mario Formisano che coordina le indagini. «È una tragedia immane, che ha sconvolto nel profondo la comunità di Umbertide -afferma il sindaco di Umbertide, Giampiero Giulietti- Quello che è successo è inconcepibile due innocenti, hanno trovato la morte in quello che dovrebbe essere il luogo più sicuro, la propria casa, e per giunta per mano di chi ha il compito di amarli e proteggerli».