IL TERRITORIO, IL DISSESTO. A Venezia l’acqua tocca il metro e mezzo. Rischio idrogeologico per la quasi totalità dei comuni di Liguria e Toscana. EMERGENZA TERRITORIO. Il ministro dell’Ambiente: «Superare poteri straordinari per interventi. Le risorse non bastano, è stato fatto troppo poco».
Trentino Alto Adige, Liguria, Emilia, Toscana e Lazio: il maltempo ha messo a dura prova domenica gran parte del Centro Nord dove cresce l’allarme per lo stato idrogeologico del territorio. In serata di una domenica di disagi pesanti a Vicenza, Venezia, Roma, Civitavecchia, Massa, Val di Fiemme, val Sarentino, il ministro dell’ Ambiente Corrado Clini riconosce che «sono necessarie misure urgenti per il dissesto».
IL RISCHIO – Il 98% dei comuni di Toscana (280) e il 99% di quelli della Liguria (232), le due regioni più colpite oggi dal maltempo, sono a rischio idrogeologico. I dati sono contenuti nel rapporto ‘Ecosistema rischiò fatto da Legambiente insieme alla Protezione Civile, che disegna una mappa della pericolosità potenziale sul territorio italiano.
VENEZIA– Preoccupazione per la situazione in Laguna. Sono stati raggiunti i 149 cm di acqua alta sul medio mare, con l’acqua che ha invaso circa il 70% della città lagunare. È la sesta marea di questa portata nella storia di Venezia dal 1872, spiega il responsabile dell’Istituto centro previsioni maree del Comune di Venezia, Paolo Canestrelli. Il livello più alto è stato raggiunto il 4 novembre 1966 con 194 centimetri sul medio mare. Per domani è prevista una massima di 130 cm.
VICENZA– Intanto apprensione per il Bacchiglione esondato in alcuni punti a Vicenza. I vigili del fuoco sono intervenuti per evacuare una decina di persone da un hotel e una coppia di anziani da un’abitazione. Chiuso a titolo precauzionale il ponte degli Angeli, sia al traffico che ai pedoni, dove il livello dell’acqua è salito a 5,70 metri. Il sindaco Achille Variati ha parlato di «situazione gravissima», mentre sono entrate in funzione le sirene per avvertire la popolazione. Variati ha rivolto un invito ai cittadini a lasciare le abitazioni e i negozi a piano terra nella cosiddetta «zona rossa». In città alcune strade sono allegate e interdette al traffico.
CIVITAVECCHIA– Tutti i quartieri delle zone basse di Civitavecchia sono allagati così come giardini, primi piani di case e cantine. Molti automobilisti intrappolati dall’acqua alta in strada sono stati messi in salvo dai vigili del fuoco. Le situazioni più critiche si sono verificate nelle aree dei parcheggi cittadini dove l’acqua ha trascinato numerose auto. Al momento non si registrano feriti.
EMILIA ROMAGNA-Acqua alta a Marina di Ravenna. A causa delle piogge intense e del vento che impedisce il deflusso verso il mare, si è registrato un innalzamento del livello del Candiano e di tutti i canali della zona. A Marina di Ravenna l’acqua ha superato i dieci centimetri. La viabilità è stata chiusa da piazzale Adriatico fino al molo vecchio. La situazione è monitorata dalla protezione civile del Comune. Attivazione della fase di allarme per la piena del fiume Panaro, nel Modenese. L’allerta della Protezione civile riguarda i comuni di Modena, Castelfranco Emilia, San Cesario sul Panaro, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Vignola e Marano sul Panaro.

«È necessario e urgente un programma nazionale per la sicurezza e la manutenzione del territorio, che rappresenta una misura infrastrutturale per la crescita». Così il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini nel tardo pomeriggio di una giornata di maltempo che ha messo a dura prova tutto il centro nord. Clini ricorda che «su proposta del presidente Monti, il Consiglio Europeo del 29 giugno ha richiesto alla Commissione Europea di individuare le azioni possibili per liberare risorse pubbliche destinate alla protezione del territorio, “interpretando” i vincoli del Patto di Stabilità in modo da favorire investimenti nella prevenzione con effetti positivi sulla crescita superiori ai costi necessari per la riparazione dei danni». «La risposta della Commissione Europea – sottolinea – è urgente, anche perchè il congelamento di risorse pubbliche disponibili per la prevenzione ha effetti economici negativi contrari agli obiettivi stessi del Patto di Stabilità».
«Purtroppo quello che è stato programmato e avviato è ancora parziale e frammentario», dice Clini. «Gli interventi per la prevenzione del rischio idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio, identificati congiuntamente con le Regioni procedono con difficoltà e a «macchia di leopardo» e in una nota, il ministro, ne passa in rassegna i motivi. In parte ciò si spiega «perchè le risorse finanziarie che abbiamo messo a disposizione delle Regioni sono gestite attraverso poteri straordinari che si sovrappongono a quelli ordinari di governo degli usi del territorio di competenza delle Regioni», e perchè «in ogni caso, le risorse finanziarie assegnate sono assoggettate ai vincoli del Patto di stabilità, e comunque non sono sufficienti».