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Maltempo, morti tre dipendenti Enel. Il cordoglio del presidente Napolitano

TRAGEDIA IN PROVINCIA DI GROSSETO. Una donna tra le vittime del crollo del ponte sull’Albegna, a Manciano. Settecento sfollati nel Grossetano.

Maltempo e dissesto del territorio: è strage nel grossetano. Tre impiegati dell’Enel, tra cui una donna, sono morti intrappolati a bordo di un’auto del gruppo dell’energia coinvolta nel crollo del ponte sull’Albegna, a Marsiliana, nel comune di Manciano, nella tarda serata di lunedì.

Le tre vittime ( Paolo Bardelloni, 59 anni, di Grosseto; Antonella Vanni, 48 anni, di Larderello e Maurizio Stella 47 anni di Follonica) erano dipendenti dell’impianto geotermico di Enel Green Power di Larderello, in provincia di Pisa. I corpi sono stati recuperati dopo una notte di lavoro delle squadre dei soccorritori e sul luogo sono arrivate le famiglie per i riconoscimenti. I tre viaggiavano su un’auto aziendale precipitata per il crollo del ponte San Donato sul fiume Albegna. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sta seguendo l’evolversi della situazione attraverso il Dipartimento della Protezione Civile e le Prefetture interessate. Il Capo dello Stato ha espresso la propria «solidarietà alle Comunità coinvolte, la sua commossa partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime, e al tempo stesso il vivo apprezzamento a quanti sui territori colpiti sono impegnati nella gestione dell’emergenza e nelle operazioni di soccorso».

PRIME RICOSTRUZIONI – L’auto con i tre impiegati dell’Enel che stavano rientrando a casa da Roma dove avevano partecipato a un corso, è precipitata dopo aver percorso quasi tutto il ponte San Donato, appena prima del contro. È quanto ipotizzano i carabinieri di Grosseto, che stanno svolgendo accertamenti. L’acqua dell’Albegna, viene ancora ricostruito, aveva eroso la sponda su cui appoggiava un’estremità del ponte, facendolo crollare. La vettura dell’Enel è così precipitata nel vuoto, tra l’argine e il fiume, rimanendo poi travolta e incastrata dal fango accumulato dalla piena nelle ore successive. I soccorritori sopraggiunti sul posto hanno potuto notare quasi subito dall’esterno i giacconi nei colori blu ed arancio dell’Enel.

GRAVE LA DONNA TRAVOLTA A ORBETELLO – È sempre grave la donna di 73 anni travolta da un’ondata d’acqua mentre si trovava in auto ad Orbetello. Un agricoltore, anche lui di 73 anni, è morto invece ieri nella sua auto a Capalbio, travolta da un torrente in piena. Per lui non c’è stato niente da fare.

NUOVA ALLERTA METEO – Nel frattempo è stata rilasciata una nuova allerta meteo, di livello 2, che riguarda le province di Arezzo, Firenze, Grosseto e Siena, è stata emessa oggi dalla Sala operativa della protezione civile della Toscana, con validità fino alle ore 8 di mercoledì novembre. La criticità è elevata nella zona del Bruna, nel Grossetano, dove a causa dei recenti eventi alluvionali, considerato il lento transito della piena del fiume Ombrone verso la foce, si teme per la tenuta di alcuni argini. Nel frattempo sono circa 700 le persone che sono fuori dalle loro abitazioni nel Grossetano.

STRADE CHIUSE, TRENI A RILENTO– In Maremma rimane chiusa la statale Aurelia all’altezza di Orbetello così come è interrotta la circolazione dei treni sulla dorsale tirrenica. Stamane sull’Aurelia, all’altezza del km 149.300, si è aperta una voragine di circa 7 metri che coinvolge entrambe le carreggiate. È quanto conferma il centro di coordinamento soccorsi di Grosseto, spiegando che l’interruzione dell’Aurelia per il persistere di diffusi allagamenti.
Permane anche la chiusura del tratto tra Valdichiana e Fabro in direzione Roma, e tra Orte e Chiusi in direzione Firenze dell’A1, a causa dell’allagamento della sede autostradale. L’inondazione, all’altezza del km 427, interessa un tratto di circa 300 metri dove il livello delle acque nelle campagne ha superato di circa 80 cm la quota della piattaforma autostradale. Un ulteriore tratto di circa 100 metri è parzialmente inondato in direzione nord all’altezza del km 485. Si prevedono tempi lunghi per la riapertura. Disagi anche sull’Aurelia in Lazio e Toscana e rallentamenti in Emilia Romagna. E ritardi si registrano sulle linee ferroviare tirreniche, con alcuni treni cancellati e molti in ritardo.

ISOLATA LA STAZIONE DI ORTE (VITERBO) – La stazione ferroviaria di Orte, in provincia di Viterbo, da martedì mattina è completamente isolata a causa dell’ esondazione del fiume Tevere e non è raggiungibile nè dalla provinciale Ortana nè da Gallese. L’inondazione della valle del Tevere è stata causata dall’apertura «alla massima potenza», come spiega una nota della Protezione Civile, delle dighe di Corbara e Attigliano. In particolare, l’apertura dell’invaso di Corbara, avvenuto questa mattina alle 6, si è reso necessario perchè gli argini del lago stavano per cedere in località la Spina e ad Alviano Scalo, in Umbria. L’ondata di piena è arrivata ad Orte intorno alle 10 per dirigersi poi verso Roma. Intanto l’amministrazione comunale di Tarquinia e la provincia di Arezzo hanno chiesto la stato di calamità.

SALVATO OPERAIO SULLA GRU – Un operaio, rimasto bloccato su una gru che stava manovrando nel cantiere per la costruzione di un albergo a Montalto Marina, nel viterbese, è stato portato in salvo dai vigili del fuoco. Per recuperarlo è dovuto intervenire un elicottero che ha calato un verricello cui era assicurato un pompiere, che ha raggiunto l’uomo nella cabina della gru, lo ha imbragato e issato a bordo del velivolo. Complessivamente, sul litorale, le persone rimaste bloccate nelle case o nelle auto portate in salvo dai vigili del fuoco sono state una quindicina. Il fiume Fiora, tracimato ieri con «una forza incontrollabile», come aveva spiegato il comando provinciale dei vigili del fuoco, ha iniziato a rientrare negli argini. Migliora lentamente anche la situazione del Mignone.

SUD E ISOLE IN ALLERTA PER GIOVEDI’ – Mentre è ancora allarme rosso nel centro Italia, si teme per il passaggio al sud del maltempo. Il Meridione e la Sicilia potrebbero essere interessate a partire da giovedì e probabilmente fino a tutto il fine settimana dalla formazione di due vortici ciclonici mediterranei.

I DANNI ALL’AGRICOLTURA – Anche l’agricoltura fa i conti con una situazione drammatica. I danni nelle campagne superano i 500 milioni di euro. Colture (in particolare ortaggi, frutteti e vigneti) distrutte. Bloccata la raccolta delle olive. Strade di campagna cancellate. Decine gli smottamenti, le frane e i crolli. Aziende e strutture (serre, stalle, magazzini, fienili, cantine) allagate. Fiumi e canali esondati. Campi appena seminati a cereali inondati dalle piogge, mentre per altri (e sono tantissimi) la semina al momento è impossibile, viste le avverse condizioni climatiche. Impossibile la ripresa dei lavori nei campi con le macchine danneggiate per parecchio tempo. Molti i capi di bestiame morti e dispersi. È questo il quadro tracciato dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori che ha sollecitato lo stato di calamità per le zone colpite, attivando subito tutte le procedure istituzionali per accelerare gli interventi a sostegno degli agricoltori, molti dei quali hanno visto vanificare il lavoro di anni. Lo scenario -avverte la Cia- è preoccupante. Soprattutto in Toscana è emergenza. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha fatto sapere che presenterà al Cipe, comitato interministeriale programmazione economica: «un piano contro i cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico e spero che se ne parli nella prossima riunione» del Comitato».

Redazione Online

Maltempo, morti tre dipendenti Enel. Il cordoglio del presidente Napolitanoultima modifica: 2012-11-13T16:11:00+01:00da
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