L’ANNUNCIO VIA TWITTER. Kim Dotcom rilancia il sito di file sharing proprio dal Paese che lo ha arrestato e che dovrebbe estradarlo in Usa.
Kim Dotcom, nome con cui è più noto Kim Schmitz, ha annunciato che Mega Upload sta per tornare. Uno dei più celebri siti del mondo per il file sharing (lo scambio di file, legali e non, attraverso il web) era stato chiuso a inizio anno dalla giustizia americana per aver inflitto danni per 500 milioni di dollari alle industrie attraverso la pirateria di film e di altri contenuti (spesso musicali). Schmitz era stato anche arrestato (in Nuova Zelanda, su mandato americano), e i file contenuti sul server, legali e non, erano stati cancellati, mentre l’imprenditore dovrà essere processato l’anno prossimo.
IL GABON E LA GENESI – Adesso il tedesco sceglie Twitter per dare l’annuncio del suo prossimo ritorno in rete: «La Nuova Zelanda sarà il paese ospitante del nostro sito». All’indirizzo indicato appare già una pagina in tutto e per tutto simile (guarda la schermata) a quella che Kim Dotcom aveva provato a registrare la settimana scorsa in Gabon (il paese africano ha come dominio nazionale .ga, e sarebbe quindi nato un me.ga veramente ottimale, ma un ministro gabonese, Blaise Louembé, aveva annunciato lo stop alle operazioni). E così è stata ufficializzata l’idea di rivolgersi alla Nuova Zelanda (già lo scorso 6 novembre, dopo la decisione dei gabonesi, l’imprenditore aveva assicurato di avere un piano B), e la curiosità è che il Paese è sì quello dove Schmitz è residente, ma è anche quello che dovrà decidere sulla sua estradizione verso gli Stati Uniti.
SPIONAGGIO E ARRESTO ILLEGALI – A giocare a favore di Dotcom dovrebbe esserci proprio la sua residenza. Lui e il socio d’affari Bram van der Kolk, infatti, non solo erano stati arrestati in malo modo il 20 gennaio (al punto che l’Alta Corte Neozelandese aveva riconosciuto delle violazioni nei mandati d’arresto), e in precedenza intercettati e spiati. Ma è emerso anche che l’operazione a cura del Government communications security bureau (Gcsb) di Wellington, che però non ha giurisdizione sui residenti in patria. Il governo aveva ammesso l’errore, che ora potrebbe influire sull’estradizione. In modo positivo per Dotcom, probabilmente. Che lancia il nuovo sito, ufficialmente, apposta il 19 gennaio 2013. Un giorno prima dell’anniversario del suo arresto.