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Bersani al Tg 1, i renziani protestano La Rai: «Spazio per tutti i 5 candidati». Grillo attacca Renzi: «Arrampicatore , usa la sua carica come trampolino di lancio»

Decisione in extremis, spazio a tutti i contendenti. Lo staff di Renzi: «Il servizio pubblico si schiera». La replica: «E le sue tre presenze a Ballarò?». Poi il compromesso. LA CRITICA. Il leader del M5s lancia in resta contro il sindaco di Firenze: «Tra le facce di bronzo italiane è la più paradigmatica».

Prima solo Pier Luigi Bersani. Poi Matteo Renzi. Infine, lo studio del Tg 1 diventa quasi un confronto per tutti i cinque candidati alle primarie del Pd. Finisce così, il caso montato sull’intervista che il segretario del Pd aveva concesso al tg della rete ammiraglia della Rai. Dopo le vibranti proteste dello staff del sindaco di Firenze e l’intervista anche a quest’ultimo in collegamento da Perugia, Viale Mazzini ha deciso di dare spazio a tutti e cinque i candidati alle primarie del Pd. Nell’edizione delle 20 sono così intervenuti in diretta il segretario del Pd Pierluigi Bersani e il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Sono poi andati in onda interventi del leader di Sel Nichi Vendola, di Bruno Tabacci dell’Api e di Laura Puppato.

I RENZIANI – I renziani erano partiti all’attacco dopo la diffusione della notizia di Bersani ospite del tg di Alberto Maccari: «Se fossero confermate le anticipazioni di Dagospia sarebbe una vergogna inaccettabile – ha detto Roberto Reggi, coordinatore della campagna elettorale -, soprattutto perchè si tratta del servizio pubblico che, a due giorni dal voto per le primarie, si schiera nettamente a favore di un candidato». «Se così fosse – ha poi affermato Simona Bonafè, responsabile dell’organizzazione del tour elettorale di Matteo Renzi – si tratterebbe di una violazione gravissima per la campagna elettorale, come gravissimo sarebbe avere una Rai schierata, a due giorni dal voto, per uno dei cinque candidati alle primarie del centrosinistra, in barba a tutte le regole di par condicio».

«E IL TRIS A BALLARO’?» – «Non mi pare che ci si sia scandalizzati per le tre presenze tv di Matteo Renzi nell’ultimo mese a Ballarò, per non parlare delle decine di talk occupati in questi ultimi giorni» è stata però la replica di Stefano Di Traglia, portavoce di Pier Luigi Bersani. In ogni caso, alla fine si arriva a un compromesso, con un collegamento anche con il sindaco di Firenze.

RENZI: «PENSO DI ARRIVARE AL 30% – «Non vogliamo solo cambiare la faccia di qualche parlamentare che è lì da 20 anni, ma cambiare la faccia del Paese» ha detto Renzi al Tg1 spiegando che «non è solo una scommessa anagrafica, ma si tratta di restituire credibilità, fiducia, speranza e anima all’Italia. Lo possono fare anche i giovani insieme all’esperienza degli anziani, ma chi è stato lì 25 ormai ha fallito e bisogna riconoscerlo». «Penso di arrivare al 30% dei voti al primo turno» aveva invece detto ai microfoni del programma di Radio2 Un Giorno da Pecora.

BERSANI: PATTO CON I MODERATI – «Lavoro, lavoro, lavoro e cambiamento». Pier Luigi Bersani ha risposto così al conduttore del Tg1, Francesco Giorgino, che gli chiedeva quali siano le richieste dei cittadini che ha incontrato durante la campagna delle primarie. «Moralità e lavoro. Attorno a queste due parole costruiremo il programma, le iniziative, metteremo ogni energia su questo». Bersani poi ha ribadito la prospettiva di un patto con «le forze moderate, europeiste e democratiche, con i civismi, con i cittadini moderati». «Dopodiché – ha aggiunto – vedremo, come si configurerà questo centro, che mi pare sia in fase di allestimento, con quali posizioni programmatiche. Quel che è importante è avere una posizione, noi ce l’abbiamo chiara…». I due candidati sono poi passati alle battute finali della campagna elettorale: Bersani nel paese natale di Pertini, Stella, in provincia di Savona; Renzi a Siena a parlare di banche.

L’attacco è a freddo. Contro l’avversario del Pd, che ritiene probabilmente, in prospettiva il più pericoloso. Beppe Grillo entra a piedi uniti nelle primarie del centrosinistra con un duro attacco al sindaco di Firenze Matteo Renzi. «Chiunque sia eletto a una carica pubblica la deve onorare fino in fondo. Non può usarla come trampolino di lancio per una posizione più importante e poi un’altra ancora, come in un domino del perfetto carrierista politico. Questo va vietato per legge» scrive il comico genovese ispiratore del Movimento 5 stelle, sul suo blog.

TONI – Ma i toni di Grillo non si ammorbidiscono sicuramente nelle righe successive. «Ti fai eleggere sindaco? Fai il sindaco! Ti fai eleggere europarlamentare? Fai l’europarlamentare! Non hai più la volontà di esercitare l’incarico? Torni all’occupazione precedente, se ne avevi una, o a fare il disoccupato, l’importante è che ti togli dai coglioni per aver tradito le attese degli elettori -scrive il fondatore del Movimento 5 stelle-. Tra le facce di bronzo che si dilettano nello sport dell’arrampicatore istituzionale, quella di Renzi, l’ebetino di Firenze, è la più fenomenale, incredibile, paradigmatica del momento che attraversa l’Italia».

LA LETTERA DI VIGNA – Per Grillo, «Renzi premier è come curare un infarto con la crema abbronzante. L’ebetino di Firenze imperversa a tutte le ore in televisione a pontificare sul nulla invece che occuparsi della sua città sommersa dai debiti. Gliela si legge in faccia a Renzi l’ansia da prestazione, l’arrivismo di chi non vede l’ora di lanciarsi dal trampolino». Grillo, inoltre, pubblica stralci della lettera critica che Pier Luigi Vigna scrisse a Renzi al momento delle sue dimissioni da consigliere speciale per la sicurezza a Firenze.

Redazione Online

Bersani al Tg 1, i renziani protestano La Rai: «Spazio per tutti i 5 candidati». Grillo attacca Renzi: «Arrampicatore , usa la sua carica come trampolino di lancio»ultima modifica: 2012-11-24T16:32:09+01:00da
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