Napoli, operazione dei carabinieri, Le congratulazioni della cancellieri. Ha solo 21 anni e reggeva uno dei gruppi attivi nella faida di Scampia. Il suo nascondiglio era azionato da un telecomando. Era uno dei cinque «signori» della faida.
NAPOLI – I carabinieri hanno catturato Mariano Abete, 21enne, residente in via Ghisleri, reggente dell’omonimo gruppo camorristico attivo da mesi nella nuova faida esplosa tra Scampia e Secondigliano che fa già contare decine di morti . Il latitante è stato catturato dal nucleo operativo Stella e dalla stazione quartiere 167.
DA MAMMA’ – Il giovane boss è stato scovato in un nascondiglio – ricavato tra due pareti alle quali si accedeva tramite una parete mobile con apertura azionata a telecomando – nella casa della madre. Era ricercato per una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli per associazione mafiosa e associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti.
BOSS SCISSIONISTA – Giovanissimo e già boss. Sulle sue spalle, appena ventunenne, il «peso», dopo l’arresto del padre e l’omicidio dello zio, di guidare la cosca impegnata in una «guerra» per il controllo del mercato della droga in quello che viene definito il più importante territorio di spaccio d’Europa, Scampia. Giovanissimo e già boss dei cosiddetti «Scissionisti», Mariano Abete – ritenuto tra i protagonisti della nuova faida di camorra – aveva trovato il suo nascondiglio a casa della madre. Un vano ricavato in un intercapedine tra due mura, uno spazio particolarmente angusto quello dove l’attuale reggente del clan aveva cercato di sfuggire alla cattura. Quando i carabinieri hanno fatto irruzione nell’appartamento-covo hanno cominciato a ispezionare la casa punto per punto.
LA MADRE: NON GLI FATE MALE – Poi, quando gli uomini del nucleo operativo della compagnia Stella e della stazione del quartiere 167, insieme con i militari dei battaglioni Campania e Sicilia, hanno iniziato a prepararsi per sfondare la parete, è stata la stessa madre, anche lei giovane, appena 39 anni, a invitarli non proseguire nel loro tentativo. «Apro io, non gli fate male», ha detto azionato il telecomando. Abete si trovava nel nascondiglio realizzato tra due pareti al quale si accedeva tramite una parete mobile con l’apertura azionata a telecomando. C’erano un materasso, un cuscino, una bombola d’ossigeno ed anche un crocifisso. Davanti ai militari non ha pronunciato parola. I carabinieri hanno così potuto dare esecuzione all’ ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli nei suoi confronti per associazione mafiosa e associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti.
LA FAMIGLIA CRIMINALE – Mariano Abete è il figlio del capoclan Arcangelo, soprannominato ‘angiolettò, in carcere perchè ritenuto tra i promotori dell’ala scissionista del clan Di Lauro, destinatario lo scorso marzo di un’ordinanza che ha fatto luce sulla faida di Scampia tra l’ottobre 2004 e marzo 2005 con decine di morti ammazzati. Ed è il nipote di Raffaele, ucciso a 42 anni in un agguato il 9 settembre scorso: un’esecuzione, quest’ultima ritenuta dagli investigatori una possibile risposta all’ omicidio di Gaetano Marino, 48 anni, detto «0′ moncherino» per la mancanza delle mani, avvenuta una decina di giorni prima in uno stabilimento balneare a Terracina (Latina), fratello di Gennaro ritenuto l’artefice della scissione nella cosca dei Di Lauro. Il gruppo camorristico degli Abete è ora alleato ai Notturno-Abbinante-Aprea e si inquadra nel cartello dei cosiddetti «scissionisti di Scampia» che si contrappone al clan di via Vanella Grassi, i cosiddetti «girati», nella nuova faida di Scampia.
UNO DEI CINQUE – L’identikit Abete era stato diffuso lo scorso 20 ottobre da carabinieri e polizia insieme con gli altri quattro giovani latitanti che secondo gli investigatori hanno un ruolo di primo piano nella riesplosione della faida di camorra a Scampia. Lo scorso 15 novembre era stato arrestato dalla polizia Rosario Guarino, di 29 anni. Restano ancora liberi Marco Di Lauro, 32 anni, Mario Riccio, di 21 anni, Antonio Mennetta, di 27 anni.
CANCELLIERI – Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, si è congratulata con il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Leonardo Gallitelli, «per l’importante operazione, eseguita dal nucleo operativo di Napoli, che ha portato all’arresto del latitante Mariano Abete, che a soli ventuno anni era già ritenuto a capo dell’omonimo gruppo camorristico». «L’arresto di Abete – ha commentato il ministro Cancellieri – è il frutto dello straordinario impegno che forze dell’ordine e magistratura stanno mettendo in campo per contrastare ogni forma di criminalità a Napoli, ed in particolare a Scampia».