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Studenti e Cobas in piazza contro crisi e tagli

La protesta sabato 24 a roma. I ragazzi in corteo puntano i palazzi del potere: poi deviano e vanno al ministero della Giustizia. Roma blindata.

ROMA – I più numerosi sono quelli nel corteo non autorizzato partito dalla Piramide, almeno duemila studenti delle scuole medie e dei licei di Roma e provincia, ma anche molti professori. Poi ci sono i precari della scuola, quelli autorizzati a sfilare, quelli partiti con il corteo da piazza della Repubblica, sempre a Roma: loro all’inizio sono qualche centinaio, ma poi il gruppo si ingrossa fino a raggiungere circa un migliaio di persone, «10mila» secondo il leader Cobas Piero Bernocchi. C’è infine il sit-in al ministero dell’Istruzione sempre organizzato dai Cobas. Ma lì si contano poche decine di persone.

SOTTO IL MINISTERO GIUSTIZIA – Non sono autorizzati gli studenti a sfilare. Il primo obiettivo era fondersi con il corteo dei Cobas e poi raggiungere piazza Venezia. Da lì volevano puntare a Montecitorio e Palazzo Chigi. Poi hanno provato con il Senato. Alla fine sono riusciti ad arrivare fin sotto il ministero della Giustizia in via Arenula, lo stesso al centro delle polemiche per il caso dei lacrimogeni lanciati dall’alto lo scorso 14 novembre. La prima parte del corteo è sfilata in maniera pacifica, a parte i fischi. Poi è arrivato il lancio di una bottiglia e il lancio di un petardo, che però non ha portato a conseguenze.

«PIOVONO LACRIMOGENI» – «Attenzione, da qui piovono lacrimogeni» hanno urlato i ragazzi appena sotto il ministero. Dai megafoni sono stati scanditi i nomi delle «vittime della polizia», tra cui Gabriele Sandri e Carlo Giuliani. Il corteo molto probabilmente si dirigerà verso il Colosseo. Il centro della Capitale è completamente paralizzato.

GRIDA CONTRO ISRAELE – Lasciato il ministero, gli studenti sono tornati in piazza Venezia e quindi hanno girato per il Colosseo. Lì sono fermi ora e stanno decidendo cosa fare. Cori contro i tagli, contro il corteo di Casapound, ma anche contro Israele con lo slogan urlato al megafono: «Lo Stato di Israele va distrutto». Sventolano molte bandiere della Palestina.

VERSO IL SENATO – Prima i manifestanti avevano provato a «ripiegare» al Senato. E infatti i Cobas, arrivati in piazza Venezia per primi, si sono accordati con le forze dell’ordine per arrivare fino alla chiesa di S. Andrea della Valle e concludere il corteo lì, a pochi passi da Palazzo Madama. Ma gli studenti appena li hanno raggiunti hanno deciso di deviare sul Lungotevere e di percorrerlo contromano puntando a via Arenula, cioè al ministero della Giustizia. Tutto in maniera pacifica. C’è stato un momento di confusione appena i ragazzi sono arrivati sul Lungotevere: lì il traffico è impazzito, con automobilisti bloccati e ragazzi e agenti a sfilare tra le auto.

ZONA BLINDATA – Tutta blindata l’area intorno ai palazzi del potere. Circa mille tra poliziotti, carabinieri, agenti della guardia di finanza impegnati a sbarrare accessi a strade e vicoli che possono condurre a Palazzo Madama, Palazzo Chigi, Montecitorio.

STUDENTI – In migliaia liceali e medi hanno sfilato finora in maniera pacifica e allegra con cartelli, slogan e i famosi «scudi» colorati di gommapiuma con sopra i titoli dei libri chiave della cultura italiana e mondiale, da Pasolini a Joyce, da Pirandello a Voltaire. E poi lo striscione d’apertura: «Contro crisi e austerità riprendiamo la città». Gli slogan: «La scuola pubblica non si tocca, la difenderemo con la lotta», e i cartelloni: «Semo venuti già menati», ironizzano i ragazzi sugli scontri forze dell’ordine-manifestanti sul Lungotevere dello scorso 14 novembre. Nel corteo anche gli artisti del Teatro Valle Occupato.

COBAS – Studenti erano anche nel corteo dei Cobas , ormai concluso in piazza S. Andrea della Valle. «Nel corso del corteo sono aumentati i partecipanti e siamo arrivati a circa diecimila – dice il portavoce nazionale dei Cobas, Bernocchi – sono entusiasta della riuscita del corteo. È stata una giornata di massima democrazia». Parlando al megafono in piazza Sant’Andrea della Valle, Bernocchi ha detto: «Oggi siamo arrivati a quaranta metri dal Senato, dove lunedì verrà discussa la legge “di instabilità”. Perchè il 14 non ci hanno fatto arrivare? L’Italia è l’unico Paese dell’Europa occidentale dove non si può manifestare sotto i palazzi del governo. Perché, se contestiamo le politiche governative?«. Poi aggiunge: «Avevamo proposto alla Cgil una manifestazione unitaria e non ha accettato per timore di scontri, dicono che lo ha detto la questura. Invece è stata una manifestazione pacifica, come potrebbe sempre essere se governo e polizia si comportassero come oggi».

SLOGAN E STRISCIONI – «No alla distruzione della scuola», si leggeva sullo striscione iniziale del corteo dei Cobas. Tra gli slogan: «Le nostre scuole non sono aziende, la scuola pubblica non si vende». Anche nel corteo dei Cobas si sono visti striscioni e bandiere pro Palestina. Diverse le serrande abbassate degli esercizi commerciali in via Cavour, dove è transitato il corteo. Alcuni manifestanti hanno strappato dei manifesti elettorali di Giorgia Meloni.

«IDENTIFICATI»– Gli studenti invece nel corteo non autorizzato alla Piramide Cestia hanno sfilato pacificamente per le strade di Testaccio improvvisando danze e girotondi applauditi dagli abitanti affacciati alle finestre. Alcuni hanno scritto sui muri «identificati», stessa parola che si leggeva sui distintivi indossati da molti: una critica al ministro Cancellieri e alle identificazioni di minorenni avvenute negli scorsi cortei del 14 novembre. E per rispondere al prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro che aveva avvertito: «Chi sfila con il casco in testa verrà denunciato». Alcuni ragazzi gli hanno risposto sfilano con gli scolapasta in testa. Anche in questo corteo si sono sentiti slogan pro Palestina.

FLASH-MOB ANTI VIOLENZA SULLE DONNE – Durante la sfilata, poco dopo Testaccio, i manifestanti hanno anche improvvisato un flash-mob per ricordare la giornata della violenza contro le donne. Un gruppo di studentesse con lo striscione «Picchiami sono una donna, 25 novembre giornata mondiale contro la violenza sulle donne» si è staccato dal corteo per passare in testa. La provocazione delle ragazze, che avanzano al grido di «i loro manganelli non ci fanno paura», è rivolta anche alle forze dell’ordine.

ROMA BLINDATA – In tutto il centro storico di Roma, numerosissimi sono invece gli uomini delle forze dell’ordine chiamati a presidiare le strade dei cortei e soprattutto quelle che portano ai palazzi della politica, Montecitorio e Palazzo Chigi. Così comincia il sabato caldo della Capitale, che per tutto il giorno vede cortei, sit-in, manifestazioni. La mattina in piazza il mondo della scuola. Il pomeriggio, il movimento di estrema destra Casapound e gli antifascisti, con il corteo «nero» dirottato in zona Prati per evitare problemi.

Simona De Santis
Claudia Voltattorni

Studenti e Cobas in piazza contro crisi e tagliultima modifica: 2012-11-24T15:24:55+01:00da
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