PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA – AFFLUENZA IN CALO RISPETTO AL PRIMO TURNO. Il segretario pd promette: «Spazio alla nuova generazione». Renzi: «Giusto provarci, adesso torno a fare il militante». Il discorso: «Dovremo prendere in mano il paese senza raccontare favole». Il segretario del Pd chiede un applauso per Renzi e poi parla del futuro: «Darò spazio alla nuova generazione».
Pier Luigi Bersani vince le primarie e sarà il candidato premier del centrosinistra alle prossime elezioni politiche. Il segretario del Partito democratico ottiene al ballottaggio oltre il 60 per cento dei voti mentre il sindaco di Firenze Matteo Renzi si ferma poco al di sotto del 40 per cento.
BERSANI: «DARE SPAZIO ALLA NUOVA GENERAZIONE» – «È un risultato inaspettato nelle proporzioni» commenta in serata Bersani, parlando al teatro Capranica di Roma. Il segretario riconosce a Renzi il contributo «forte e fresco» dato alle primarie. Poi indica i primi obiettivi: «Dare un profilo di governo e di cambiamento al centrosinistra e predisporre gli spazi per la nuova generazione».
RENZI: «GIUSTO PROVARCI»: – Il sindaco di Firenze riconosce la sconfitta su Twitter appena un quarto d’ora dopo l’uscita dei primi dati: «Era giusto provarci, è stato bello farlo insieme. Grazie di cuore a tutti». Più tardi, parlando alla Fortezza da Basso, nel capoluogo toscano, Renzi rivolge i complimenti a Bersani. E sottolinea: «La sua è una vittoria netta, che nessun discorso sulle regole può compromettere». «È stata una partita bellissima, ma qui finisce – aggiunge -. Torno a fare quello che ho sempre fatto, il militante del Pd e il sindaco di Firenze, con il sorriso sulle labbra».
I DATI – Bersani vince in tutte le regioni, tranne la Toscana (guarda la mappa).
L’affluenza è più bassa rispetto al primo turno: meno 300 mila votanti. Al ballottaggio, infatti, vanno ai seggi 2,8 milioni di elettori contro i 3,1 milioni di domenica 25 novembre.
REAZIONI – Il leader di Sinistra Ecologia Libertà Nichi Vendola – candidato al primo turno delle primarie, per Bersani al ballottaggio – è tra i primi a commentare i risultati: «Il segno prevalente del voto del nostro popolo è un’uscita a sinistra».
«Sono rilassato, ora posso lavorare tranquillamente senza dare battaglia» reagisce Massimo D’Alema. Con un messaggio a Renzi: «È una risorsa. Non so quanta parte del suo consenso venga dal Partito democratico ma è importante che adesso lo mobiliti in vista delle elezioni».
POLEMICHE – La giornata del ballottaggio era iniziata con qualche polemica legata allo svolgimento del voto anche se poi è tornato a prevalere lo spirito di distensione inaugurato già alla vigilia. Nello specifico, i comitati pro-Renzi hanno denunciato difficoltà ai seggi in Toscana, a Cagliari e a Roma. Tra le questioni che più hanno riscaldato gli animi, ancora una volta, quella delle regole tra primo e secondo turno. Giorgio Gori, consigliere di Renzi, ha richiamato l’attenzione via Twitter anche sulla Lombardia: «Adesso basta polemiche, però si sappia: in Lombardia 25.901 richieste di registrazione: 832 accettate, 25.084 respinte (il 97%)».
A voto concluso, Nico Stumpo, coordinatore del Comitato primarie del centrosinistra, riserva invece parole d’elogio per la macchina organizzativa: «Nelle piazze è stato svolto un lavoro serio e ordinato. Voglio ringraziare gli oltre centomila volontari che hanno reso possibile tutto questo».
«So qual è il mio compito: dare un forte profilo di governo e di cambiamento al centrosinistra. E predisporre spazi per dare occasioni alla nuova generazione. Sono le cose che devo fare e già da lunedì le farò». Pier Luigi Bersani parla ai suoi sostenitori e davanti alle telecamere prende due impegni ben precisi nel «discorso della vittoria» al Teatro Capranica di Roma, nella sera che lo consacra ufficialmente candidato premier del centrosinistra («Contro Berlusconi? Io intanto ho vinto, poi chi arriva arriva…) e che induce i suoi fan a scatenarsi su Twitter con l’hashtag #palazzopigi coniato apposta per lui.
L’APPLAUSO A RENZI – Un discorso sintetico e pronunciato a braccio, dove non sono mancati riferimenti a tutti i contendenti di queste primarie (ha citato pure i “Marxisti per Tabacci”) e i ringraziamenti ai «centomila volontari» che hanno lavorato alla macchina organizzativa e al suo principale avversario, Matteo Renzi, che poco prima gli aveva telefonato riconoscendogli la vittoria. E che il segretario ha invitato ad onorare con un applauso: «È stato una presenza forte e fresca in queste primarie ed è stato grande il contributo che ha dato per farle vivere in modo vero». Primarie in cui Bersani alla fine ha trionfato: nel ballottaggio si è «ripreso» alcune delle regioni rosse che in prima battuta avevano visto una forte affermazione del sindaco di Firenze e ha vinto nettamente ovunque tranne che in Toscana, con picchi soprattutto in alcune regioni del Sud.
«NON RACCONTIAMO FAVOLE – Bersani ha parlato della necessità di mettere subito a frutto il risultato ottenuto. «La sfida che ci attende è enorme – ha detto -. Dobbiamo essere noi ad alzare l’asticella per la prossima battaglia: non si può vincere ad ogni costo o raccontando favole, perché altrimenti poi non si governa. Bisogna vincere con la verità, soprattutto in questo Paese in cui, lasciatemela dire in bersanese, la mamma della demagogia e del populismo è sempre incinta». E poi, all’indomani del ballottaggio: «È stata una bellissima avventura: la prossima avventura è il governo, il governo del cambiamento».
«SI GOVERNA CON UN POPOLO» - «Questo viaggio lo facciamo insieme – ha spiegato Bersani nel suo discorso di domenica sera -. Qui non c’è l’uomo solo al comando, qui si governa con un popolo. Mettiamoci energia e anche un po’ di allegria. Non dobbiamo intimorirci, dobbiamo essere tranquilli e forti. E decisi». Quanto ad un eventuale ticket con Renzi, Bersani ha tagliato corto: «Non parlo adesso di governo, non è che possiamo metterci a fare tavoli e tavolini. Ho sentito Matteo e anche lui la pensa così». Il segretario del Pd ha poi sottolineato: «Ci siamo detti che appena possibile ci vedremo». Ma intanto il segretario pd si prepara a consolidare la sua immagine internazionale. A partire dalla Libia, dove si recherà lunedì in giornata: «Incontrerò il presidente e il primo ministro – ha annunciato -. L’italia deve riprendere il suo profilo nel Mediterraneo».