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I soldi dei rimborsi per cene, Iphone e gratta e vinci: 27 indagati tra i consiglieri di Pdl e Lega

IL NUOVO SCANDALO. L’accusa è aver ottenuto rimborsi con soldi pubblici per spese dubbie: milioni di euro ogni anno. Regione lombardia: una nuova inchiesta. L’accusa: soldi pubblici per spese «dubbie». Formigoni: «Nessun Batman in Lombardia».

MILANO – Dai ristoranti alle sigarette, nel mirino le spese dei consiglieri del Pdl e della Lega al Pirellone. Quasi tutti quelli della giunta uscente del governatore Roberto Formigoni. L’accusa: aver ottenuto rimborsi con soldi pubblici per spese dubbie. Gli investigatori della guardia di finanza hanno accertato un utilizzo illecito dei rimborsi regionali dei gruppi consiliari. Milioni di euro ogni anno per tutti i gruppi consiliari e che si aggiungono ai già tanti benefit dei politici. In particolare l’indagine riguarderebbe spese fatte al di fuori dell’attività politica con soldi pubblici. Tra gli indagati, i capigruppo in Regione del Pdl e della Lega Nord, Paolo Valentini e Stefano Galli, sono indagati, da quanto si è saputo stamani, nell’inchiesta della Procura di Milano che vede al centro l’accusa di peculato e che riguarda una quarantina di consiglieri lombardi.

LE VERIFICHE – A dare il via al nuovo scandalo, le verifiche per l’indagine di corruzione su Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale della Lega e sull’ex assessore del Pdl, Franco Nicoli Cristiani, arrestato un anno fa con in casa una mazzetta da 100 mila euro. Lo scorso 10 ottobre i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, su ordine del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e di pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio, erano andati in Regione Lombardia con un decreto di esibizione di documenti e avevano acquisito i rendiconti dei gruppi consiliari lombardi di Pdl e Lega dal 2008 al marzo del 2011. Sul decreto in quella occasione erano indicati i nomi di tre indagati per peculato e truffa aggravata: il leghista ed ex presidente del Consiglio regionale, Davide Boni, già indagato in un’altra inchiesta per corruzione; l’ex vice presidente del Consiglio regionale ed ex assessore Franco Nicoli Cristiani (Pdl), anche lui accusato di corruzione in un’altra inchiesta; e l’ex assessore regionale Massimo Buscemi del Pdl. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori, da quanto si è saputo, sono finite soprattutto le spese di comunicazione e di rappresentanza, ritenute sospette, dei gruppi consiliari del Pdl e della Lega e in particolare i finanzieri avrebbero accertato spese, per cene e viaggi, illecite. Da quanto si è saputo, inoltre, gli investigatori passeranno comunque al setaccio anche le spese con i rimborsi regionali di altri gruppi consiliari, come quello del Pd. Al momento, comunque, l’inchiesta vede una quarantina di indagati tra consiglieri del Pdl e del Carroccio.

LECCA LECCA E GRATTA E VINCI – Con i soldi dei rimborsi al gruppo consiliare della Lega Nord, per esempio, il consigliere regionale lombardo Pierluigi Toscani ha comprato, tra le altre cose, lecca lecca e gratta e vinci. Nella «lista della spesa» di Toscani ci sono anche cartucce usate per la caccia comprate presso l’azienda Muninord per 752 euro, ma anche «cono medio e coppetta media di gelato», «lemonsoda, pizzette, cannoli, ciambelle, torta sbrisolona, zucchero semolato, farina, salsicce, cracker e biscotti, frutta e ortaggi». E anche, per la somma di 127 euro, ostriche. Tra gli indagati risulta inoltre un consigliere che avrebbe comprato coi rimborsi regionali anche il pane.

GLI ALTRI GRUPPI – La Guardia di finanza di Milano ha acquisito in Regione Lombardia i documenti relativi alle spese di altri Gruppi consiliari, tra cui Pd, Idv e Sel. Al momento, l’inchiesta vede coinvolti 27 consiglieri del Pdl e del Carroccio indagati.

FORMIGONI: QUI NON C’È BATMAN – «Batman non c’è in Lombardia»: lo ha detto Roberto Formigoni rispondendo ai giornalisti sulla inchiesta sui rimborsi. «Credo proprio – ha aggiunto – che i nostri gruppi abbiano rispettato fino in fondo le regole, credo che ci sia un grande equivoco alla base di tutto questo perché le regole in Lombardia sono chiare e sono assolutamente diverse da quelle delle altre regioni».

MINETTI – Tra le spese contestate a Nicole Minetti c’è anche l’acquisto del libro «Mignottocrazia», di cui ha conservato lo scontrino. Ma il libro non è il solo acquisto contestato. Minetti ha pagato 832 euro un aperitivo all’hotel principe di Savoia e 400 euro una cena da Giannino. L’ex consigliera ha anche comprato un iPad da 750 euro, nonostante la Regione Lombardia ne avesse già dato uno ad ogni consigliere. In tutto, le spese di Minetti fatte con i fondi del Pirellone ammontano a decine di migliaia di euro.

RENZO BOSSI – In un’altra inchiesta, sull’uso illecito del finanziamento pubblico alla Lega Nord, è indagato per peculato, sempre dalla procura di Milano, Renzo Bossi: il figlio del senatùr avrebbe effettuato acquisti di videogiochi, sigarette e bibite, in particolare la «Red Bull».

I NOMI – I 22 inviti a comparire sono equamente ripartiti tra Lega e Pdl, 11 e 11. Per la Lega si tratta di Cesare Boschetti, Fabio Cecchetti, presidente del consiglio regionale, Stefano Galli, Angelo Ciocca, Alessnadro Marelli, Enio Moretti, Massimiliano Oesatti, Ugo Parolo, Roberto Pedretti, Giovanna Ruffinelli, Pierluigi Toscani. Per il Pdl di Giovanni Bordoni, Giulio Boscagli, cognato di Roberto Formigoni, Alessandro Colucci, Giuseppe Gianmario, Antonella Maiolo, Nicole Minetti, Marcello Raimondi, Gianluca Rinaldin, Carlo Saffioti, Paolo Valentini, Sante Zuffadfa. Saranno interrogati tra lunedì 17 e sabato 22 dicembre in procura.

Redazione online

I soldi dei rimborsi per cene, Iphone e gratta e vinci: 27 indagati tra i consiglieri di Pdl e Legaultima modifica: 2012-12-14T10:23:00+01:00da
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