Dopo le proteste degli utenti. Il co-fondatore Systrom risponde alle critiche: «Non cederemo le vostre immagini, i termini di utilizzo verranno aggiornati».
Botta, risposta e marcia indietro nel giro di 24 ore. Il co-fondatore di Instagram Kevin Systrom è intervenuto sul blog ufficiale della società per rispondere alle polemiche sul’aggiornamento delle politiche relative alla privacy: «Non abbiamo intenzione di vendere le vostre foto. Aggiorneremo i termini per assicurarci che il concetto sia chiaro», ha scritto. La voce che autorizzava a vendere «a un società a o un’altra entità pagante le informazioni relative all’utente e alle azioni che compie e le sue fotografie senza riconoscere al proprietario nessun compenso economico» sarà quindi ritoccata. Molte le proteste e, in un solo giorno, già molti gli account cancellati. A rischio anche quello «premium» di National Geographic (nella foto a fianco il messaggio della prestigiosa rivista), che a vedere gratis le proprie, splendide, immagini, proprio non ci stava.
Systrom ha colto anche l’occasione per provare a spiegare in che modo la pubblicità sarà inserita nell’applicazione: «Non abbiamo intenzione di inserire banner. Immaginiamo un futuro in cui sia gli utenti sia le aziende potranno promuovere le loro foto e i loro account». Come? «Alcuni dei dati che produci, come le azioni eseguite (seguire o meno altri profili) e la tua foto del profilo potrebbero essere mostrate per indirizzare le promozioni».
Il modello dovrebbe essere quello con cui siamo abituati a confrontarci quotidianamente su Facebook, proprietario di Instagram dallo scorso settembre, e che utilizza, appunto, le preferenze già espresse da alcuni utenti per suggerire azioni simili ai loro amici o per incoraggiare ulteriori apprezzamenti nel settore. Chi segue, ad esempio, account di calciatori e un marchio di abbigliamento di sportivo sarà invitato a prendere in considerazione anche le griffe concorrenti e ai suoi follower sarà mostrata l’attività per aumentare ulteriormente il coinvolgimento. Resta da vedere in che termini queste condizioni saranno eventualmente confermate ed esplicitate dopo la nuova stesura promessa di Systrom. C’è tempo fino al 16 gennaio, giorno in cui entreranno in vigore le nuove regole. Fino a qualche ora fa, l’unica soluzione per non far diventare le proprie foto merce di scambio era l’eliminazione del profilo. Adesso si attende la versione rivisita del testo che ha scatenato il putiferio. E si festeggia il passo indietro ottenuto a suon di proteste.