IL MESSAGGIO URBI ET ORBI. Un pensiero alla Repubblica Popolare Cinese: «Alto compito attende i nuovi dirigenti, Dio rivolga su loro il suo sguardo».
CITTÀ DEL VATICANO – Dall’appello per una «soluzione politica» in Siria alla preghiera perché Dio «rivolga il suo sguardo ai nuovi dirigenti della Repubblica Popolare Cinese per l’alto compito che li attende», nel giorno di Natale Benedetto XVI parla a tutto il mondo. E dopo il messaggio Urbi et Orbi, affacciato alla Loggia delle Benedizioni in San Pietro, pronuncia gli auguri in 65 lingue cominciando dal nostro Paese: «Buon Natale agli abitanti di Roma e dell’Italia intera! Con la nascita di Gesù è apparso nel mondo l’amore di Dio per gli uomini. Questo amore, che l’odierna festa natalizia ci fa contemplare, favorisca lo spirito di collaborazione per il bene comune, induca a riflettere sulla gerarchia di valori con cui attuare le scelte più importanti, ravvivi la volontà di essere solidali e doni a tutti la speranza che viene da Dio».
SPERANZA – «In Gesù, realmente l’amore e la verità si sono incontrati, la giustizia e la pace si sono baciate; la verità è germogliata dalla terra e la giustizia si è affacciata dal cielo», esordisce il Papa. «Sì, c’è una terra buona, una terra sana, libera da ogni egoismo e da ogni chiusura». E questa terra «esiste anche oggi, nel 2012, perciò c’è speranza nel mondo, una speranza affidabile, anche nei momenti e nelle situazioni più difficili».
SIRIA – L’elenco, purtroppo, è lungo. «La pace germogli per la popolazione siriana, profondamente ferita e divisa da un conflitto che non risparmia neanche gli inermi e miete vittime innocenti», comincia Benedetto XVI: «Ancora una volta faccio appello perché cessi lo spargimento di sangue, si facilitino i soccorsi ai profughi e agli sfollati e, tramite il dialogo, si persegua una soluzione politica al conflitto».
ISRAELIANI E PALESTINESI – Come nella notte di Natale, prega: «La pace germogli nella terra dove è nato il Redentore, ed Egli doni a israeliani e palestinesi il coraggio di porre fine a troppi anni di lotte e di divisioni, e di intraprendere con decisione il cammino del negoziato».
AFRICA – Il Papa si rivolge anche ai Paesi del Nord Africa «che attraversano una profonda transizione alla ricerca di un nuovo futuro – in particolare in Egitto, terra amata e benedetta dall’infanzia di Gesù», dice. «I cittadini costruiscano insieme società basate sulla giustizia, il rispetto della libertà e della dignità di ogni persona». E ancora: «Il Natale di Cristo favorisca il ritorno della pace nel Mali e della concordia in Nigeria, dove efferati attentati terroristici continuano a mietere vittime, in particolare tra i Cristiani. Il Redentore rechi aiuto e conforto ai profughi dell’Est della Repubblica Democratica del Congo e doni pace al Kenya, dove sanguinosi attentati hanno colpito la popolazione civile e i luoghi di culto».
ASIA E CINA – «La pace germogli nel vasto continente asiatico. Gesù Bambino guardi con benevolenza ai numerosi Popoli che abitano quelle terre e, in modo speciale, quanti credono in Lui». Ed è qui che il pontefice si rivolge direttamente ai governanti cinesi: «Il Re della Pace rivolga il suo sguardo ai nuovi dirigenti della Repubblica Popolare Cinese per l’alto compito che li attende. Auspico che esso valorizzi l’apporto delle religioni, nel rispetto di ciascuna, così che queste possano contribuire alla costruzione di una società solidale, a beneficio di quel nobile Popolo e del mondo intero».
AMERICA LATINA – Benedetto XVI conclude con l’America Latina, e prega perché Gesù «sostenga quanti sono costretti ad emigrare dalle loro famiglie e dalla loro terra” e “rafforzi i governanti nell’impegno per lo sviluppo e nella lotta alla criminalità».
TWEET – Nella notte, subito dopo la messa nella Basilica, il Papa ha mandato un ricordo personale del Natale dal suo profilo @Pontifex su Twitter: «Il presepe che si faceva insieme nella nostra casa mi dava grande gioia. Aggiungevamo figure ogni anno e usavamo muschio per decorarlo». E ha chiesto ai fedeli, in un secondo tweet: «Quale tradizione familiare natalizia della sua infanzia ricorda ancora?».