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L’auto che si piega per la sosta

Ricerca. Al Mit di Boston si studia il futuro. Tra le invenzioni un veicolo con il motore nelle ruote che permette all’auto di piegarsi.


Il modello di auto urbana Hiriko

Benvenuti nel futuro. Un assaggio? La macchina e lo scooter a zero emissioni, che si piegano per occupare mezzo parcheggio. La casa con le pareti mobili, per stare più larghi in meno spazio. La stampa a tre dimensioni (3D printing) non solo per produrre giocattoli o lampade di design (questo si può fare già oggi), ma per costruire grattacieli e padiglioni fieristici. La trasmissione dei dati con la luce. La sesta dimensione che fa uscire le immagini dalle macchine fotografiche. La musica e il telefonino da indossare, perché i circuiti e i sensori sono tessuti nei capi di abbigliamento. I computer che capiscono le emozioni umane, come lo speciale orologio che può essere usato dal marketing per controllare meglio lo shopping, ma che si è dimostrato utile anche per individuare l’autismo nei bambini. Le protesi che si fondono perfettamente nel nostro corpo, perché stampate in 3D. La composizione della musica che diventa un’opera sociale.
Sono alcuni dei progetti di ricerca del Media Lab del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston. È in questo laboratorio, fondato da Nicholas Negroponte, che è stato inventato e brevettato, l’inchiostro elettronico (e-ink). Per anni non è successo niente; poi Amazon ha lanciato il Kindle e con i lettori di ebook ha rivoluzionato l’industria del libro.
Ad oggi le startup, nate con uno spin-off da un’idea sviluppata al Media Lab, sono 130. Forse non tutti progetti diventeranno realtà, molti però promettono di cambiarci la vita. In meglio. Per questo una visita al Mit ha l’effetto di una scossa: ci spinge a modificare i parametri delle nostre aspettative. Mostrandoci che, in un futuro più o meno vicino, con meno spazio e risorse a disposizione, perché l’urbanizzazione è uno dei grandi trend davanti a noi, non solo gli oggetti, ma anche le case, gli edifici, le informazioni, insomma tutto (o molto) sarà (probabilmente) ecosostenibile, trasformabile e su misura.
3D copiando la natura
Un baco da seta impiega circa tre giorni per costruire il bozzolo nel quale si addormenterà per risvegliarsi farfalla. Al Media Lab, Jared, Markus e Carlos, tre studenti PhD, hanno messo un piccolo magnete con tre sensori sulla testa di un gruppo di bachi e giorno e notte un computer traccia i loro movimenti mentre filano il bozzolo. L’obiettivo: scrivere il software che permetterà di «stampare» in 3D un padiglione per le esposizioni, da esibire in primavera.
Con la stampa 3D Steven Keating, assistente ricercatore, sta invece provando a costruire un grattacielo. Dopo aver superato il problema di «stampare» il cemento, il vero ostacolo era realizzare altezze elevate senza usare una stampante gigantesca. «Lo abbiamo risolto copiando le termiti», sostiene Keating. Pur essendo piccoli insetti, le termiti costruiscono termitai grandiosi. Così Keating e il suo team, sotto la guida di Neri Oxman, hanno concepito l’idea di usare un certo numero di robot che, al pari delle termiti, «stampano» muovendosi sull’edifico mano a mano che si innalza. «Stampare una casa in 3D consente di controllare la sua forma, e conoscere a priori i tempi e il costo esatto dei materiali. Sarà quindi più economico e veloce rispetto alle costruzione tradizionali», spiega. Oltre al risparmio di manodopera.
Auto e scooter pieghevoli
La nuova mobilità urbana? Elettrica, intelligente e condivisa. La citycar sviluppata al Media Lab è destinata al car-sharing , che dovrebbe diventare il nuovo modo di muoversi in città, insieme a mezzi pubblici e biciclette. Assomiglia a una Smart, ospita due passeggeri, e si piega a 90 gradi perché il motore è nelle ruote. Nel 2013 una fabbrica nei Paesi Baschi, vicino a Bilbao, in Spagna, produrrà le prime 20 auto ribattezzate Hiriko, che in basco significa «auto urbana». Ma al Mit la ricerca continua, per sviluppare un sistema che riporti automaticamente le auto a una stazione di ricarica, quando la batteria è esaurita. RoboScooter, invece, è il motorino ultraleggero, che funziona con una batteria al litio e si piega in modo super compatto.
Pareti mobili
Anche l’appartamento del futuro, battezzato CityHome, sarà smart per adattarsi alle esigenza di chi ci abita. Così una casa di 78 metri quadri può funzionare come una di due o tre volte più grande, grazie a un sistema computerizzato di pareti trasformabili che integra i mobili, la funzione di ripostiglio, l’attrezzatura da ginnastica, l’illuminazione, lo spazio per l’ufficio e l’intrattenimento. Personalizzare gli spazi secondo le proprie abitudini richiede però un ruolo attivo da parte di chi ci abita.
Comunicare con la luce
Grace Woo, affiliata ricercatrice dopo un dottorato in ingegneria elettrica e informatica, ha creato una startup per commercializzare un progetto a cui ha lavorato al Media Lab: codici colorati (VRCodes) invisibili all’uomo, ma non alle macchine fotografiche di smartphone o tablet, per connettere i titoli degli articoli dei giornali a specifici link del web, attraverso il riconoscimento di caratteri ottici aggiunti alla titolazione. È un’applicazione nata per l’editoria, ma può essere estesa a molti altri campi, perché in futuro il video dominerà. Il progetto attuale di Grace: usare la luce, invece della banda larga, per trasferire i dati. Sembra fantascienza, ma vincere la sfida significa non solo fare a meno di Internet, ma anche bypassare la censura dei governi.
Low high-tech
A osservarle imbastire a mano su pezze di cotone e lana colorata assomigliano più a sarte che a ricercatrici del Mit. In realtà cuciono uno per uno sensori e circuiti elettronici. Così non servirà più portarsi dietro l’iPod per ascoltare la musica o il telefonino per comunicare, perché saranno integrati nei capi di abbigliamento.

Giuliana Ferraino

L’auto che si piega per la sostaultima modifica: 2012-12-29T15:25:28+01:00da
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