DOPO BUSTO ARSIZIO. Boateng ringrazia «per la comprensione». Un ultrà denunciato. Il cardinale Bagnasco: «Colpa degli individualismi».
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“Grazie a tutti per il supporto e la comprensione… significano molto!!!”. Così un Boateng sorridente su Twitter dopo l’episodio di razzismo a Busto (Foto da Twitter) |
Una foto in bianco e nero sorridente e i ringraziamenti a tutti «per il supporto e la comprensione: significa molto!». Così il centrocampista del Milan, via Twitter, torna sulla vicenda di cronaca di giovedì a Busto Arsizio (Varese). Un’amichevole tra la Pro Patria e i rossoneri, i buuu razzisti, il ghanese che sceglie di abbandonare il campo insieme a tutti i compagni di squadra.
PRIMA DENUNCIA, AVEVA TESSERA TIFOSO – Intanto, sul fronte delle indagini, già giovedì sera le forze dell’ordine avevano annunciato d’aver identificato tutti gli ultrà presenti nel settore dello stadio Speroni da cui sono partiti i cori. Venerdì mattina uno di loro, un ventenne abbonato alla squadra locale e dotato di tessera del tifoso, è stato interrogato e denunciato a piede libero. Si tratta di un giovane residente in provincia di Varese che ha ammesso di aver partecipato ai cori, «trascinato dagli amici». Gli altri tifosi del gruppo dovrebbero essere ascoltati nelle prossime ore.
FINO A TRE ANNI – Il pubblico ministero di Busto, Mirko Monti, valuta come ipotesi di reato quella di violazione della legge Mancino, che si occupa di discriminazione razziale, etnica e religiosa e punisce l’istigazione all’odio razziale. In particolare, nel caso di istigazione durante un evento pubblico (articolo 2), la condanna potrebbe essere anche di tre anni.
«NON SIAMO RAZZISTI» – L’amichevole interrotta ha lasciato amareggiato il presidente della Pro Patria, Roberto Centenaro, che ai microfoni di Skytg24 è tornato a ribadire come «quattro personaggi si sono permessi di rovinare questa festa della città» mentre gli altri «3.000 bustocchi sugli spalti hanno applaudito il Milan», e che la decisione dei rossoneri di abbandonare il campo è stata «contro le regole», non avendo atteso la decisione dell’arbitro. I direttori di gara però precisano che in queste circostanze la competenza è «solo e soltanto» dei rappresentanti dell’ordine pubblico.
STADIO GRATIS PER CHI È DI COLORE – Nel frattempo il patron della società, Pietro Vavassori, ha annunciato che dalla prossima partita lo Speroni aprirà gratuitamente la sua tribuna d’onore, e se «i posti non basteranno» anche gli altri settori «a tutte le persone di colore. Spero che anche altre società intraprendano la stessa iniziativa».
PARTE CIVILE – Club e Comune si costituiranno parte civile nel procedimento penale, e la Pro Patria si è impegnata a chiedere un’analoga costituzione di parte civile alla Lega Pro, responsabile del campionato in cui milita. Inoltre, il sindaco Gigi Farioli ha annunciato che Boateng «da ora è una sorta di cittadino onorario di Busto Arsizio» anche se «non può avere la mia condivisione» per aver lanciato il pallone contro il pubblico.
BAGNASCO: COLPA DELL’INDIVIDUALISMO – «Non ci si meravigli, perchè l’individualismo non libera la persona ma la rinchiude in se stessa e fa vedere negli altri dei nemici potenziali», è l’intervento del presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) Angelo Bagnasco, sulla vicenda: «Finchè seminiamo una cultura individualista, dove ognuno è per sè, dove vogliamo andare?». Il porporato si è riferito non solo al mondo del calcio, ma «al mondo in genere, alla nostra cultura, al modo di stare insieme».