Tragedia sulle piste in trentino nella zona di cavalese. Il mezzo ha sfondato una rete di protezione facendo un volo di cento metri. Le vittime: quattro uomini e due donne.
La motoslitta sulla quale viaggiavano è finita in un dirupo dopo aver sfondato la rete di protezione lungo una cosiddetta «pista nera». Un volo di cento metri e per gli occupanti del mezzo non c’è stato scampo. Il bilancio è pesante: sei morti e due feriti gravissimi. Le vittime sono quattro uomini e due donne.
Tutti turisti russi, in vacanza in Trentino: si tratta di Denis Kravchenko, 16 anni, Irina Kravchenko, 45, Viaceslav Slepzo,52, Ljudmila Judina, 48, e Julia Judina e Rafilja Pscenichnaja di 52. Con il gruppo c’era anche la titolare dell’hotel che aveva organizzato la gita. La comitiva ha deciso di affrontare una cosiddetta «pista nera», sconsigliata di sera perché non illuminata, e di farlo ad alta velocità. Ma le piste da sci sono normalmente proibite ai mezzi meccanici, salvo motivi di sicurezza o soccorso.
RIENTRAVANO IN ALBERGO – I turisti pare stessero rientrando nell’albergo dove alloggiavano dopo aver trascorso la serata in uno dei rifugi o ristoranti in quota. L’incidente intorno ai duemila metri di quota, poco dopo le 21, tra la località Alberghi e il Doss dei Laresi. Con la motoslitta dotata di carrello la comitiva aveva deciso di avventurarsi lunga la «pista nera», chiamata «Olimpia 2», per rientrare in albergo al termine della sera al ristorante. Ma ad un certo punto chi era alla guida ha perso il controllo del mezzo che prima ha urtato degli alberi, poi si è ribaltato, quindi ha sfondato la rete di protezione finendo nel dirupo. Proprio la prima sbandata avrebbe salvato i due superstiti, che erano alla guida, e che sono stati sottoposti ad accertamento dei livelli alcolemici.
NORME DI SICUREZZA IGNORATE – Secondo gli inquirenti, guidati da Davide Ognibene della procura ti Trento, il serpentone non avrebbe avuto a bordo i ripper, cioè le lame laterali che servono per frenare in caso di emergenza. Inoltre, la rete di recinzione posta sulla curva dell’incidente era stata progettata e installata per resistere all’impatto di sciatori e snowboardisti, non di mezzi pesanti.
Mappa: la pista dove è avvenuto l’incidente
SOCCORSI IN ELICOTTERO – I soccorsi sono stati relativamente rapidi considerato il terreno accidentato, la neve e il buio. Sul posto sono intervenuti una sessantina di vigili del fuoco e uomini del soccorso alpino e i due feriti, uno dei quali molto grave, sono stati trasportati con un elicottero dell’esercito giunto da Bolzano, uno all’ospedale di Cavalese l’altro al S. Chiara di Trento.
ALTRE TRAGEDIE – Lo scenario di questo incidente è lo stesso dove il 2 febbraio 1998 morirono 19 persone dopo che un aereo dei marines finì contro una cabina della funivia. E sempre la funivia fece altri 42 morti nel 1976, per il distacco di una cabina.