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Passera: lista di Monti, occasione persa. Serviva un programma più coraggioso. Monti a SkyTG24: “L’Imu va modificata e data ai Comuni”

Il personaggio. «Hanno vinto vecchie logiche» Il ministro parteciperà alla campagna elettorale e ha aperto il suo account Twitter. Il premier: “Le tasse vanno ridotte, ma con cautela. Possibile un calo dell’Irpef e un congelamento dell’Iva”. Su Berlusconi: “Prima non mi considerava un leaderino”. E precisa: “Non c’era nessun patto per non candidarmi”.

Dopo la riunione di Sion, il convento romano nel quale Monti ha deciso la sua «salita in politica» insieme con Casini e Fini, non aveva detto più nulla. Solo un deluso «non ci sto» in tempo reale durante la riunione. Una rottura dura nei fatti, non nella forma. Oggi Corrado Passera, ministro dello Sviluppo Economico delle Infrastrutture e dei Trasporti, 58 anni appena compiuti, spiega le ragioni della sua scelta. Questa mattina ha aperto (anche lui!) il suo bravo account Twitter e parteciperà al dibattito politico senza candidarsi. Con una sua personale agenda che si discosta non poco da quella Monti. E non è la sola sorpresa di questa conversazione domenicale.

«Si è persa una grande occasione, io credevo al progetto di una lista unica Monti sia alla Camera sia al Senato. C’è un grande mondo che non si riconosce né con la sinistra—soprattutto se condizionata dalle componenti estreme—né con l’antipolitica né con Berlusconi. Avevo dato la mia disponibilità a candidarmi, senza pretese di ruoli presenti o futuri. Fino a poche ore prima di quella riunione del 28 dicembre sembrava tutto fatto. Durante la riunione hanno prevalso le posizioni di Italia Futura, di Montezemolo, di Riccardi, di Casini. Ho preso atto e me ne sono tirato fuori, ma non farò mancare il mio sostegno a Monti». Perché non le piace la soluzione trovata, la politica è fatta, purtroppo, di compromessi, spesso al ribasso? «Non si è creata quella nuova formazione forte e chiara che io auspicavo ma un insieme di liste collegate che certamente faranno un buon lavoro, rimanendo però esposte alle vecchie logiche di corrente». Forse lei si aspettava di avere compiti più importanti, si è sentito un po’ messo in disparte? «Guardi, quella mattina Monti mi aveva chiesto la disponibilità ad assisterlo in un ruolo di coordinamento, ma avevo legato l’accettazione al progetto di lista nuova e unica». E ne ha parlato con Monti dopo la rottura? «Certo, il rapporto personale non è mai venuto meno; mi è stato anche chiesto se volevo entrare in lista, ma ho detto di no». E ha ricevuto offerte anche da altri schieramenti? «Non accetterei mai di candidarmi contro Monti». Tosi e Galan hanno fatto il suo nome come possibile candidato premier della probabile riedizione dell’alleanza fra Pdl e Lega. «Stesso discorso, Berlusconi non lo sento da un pezzo». Siete andati sempre d’accordo lei e il presidente Monti in questi mesi? «Sempre no, ma in una squadra è naturale». E con gli altri ministri? «I rapporti sono stati di leale collaborazione e di grande soddisfazione. Ho avuto problemi solo con la struttura del ministero dell’Economia, mai con Grilli». Diplomatico Passera, troppo diplomatico. Le chiedo una previsione sulle elezioni, come andrà secondo lei? «Sulla base delle proiezioni ad oggi, vincerà bene Bersani, ma servono maggioranze forti per affrontare alla radice i problemi del Paese. Mi auguro una coalizione forte con il raggruppamento di Monti che garantisca la governabilità del Paese almeno in questa fase ancora difficile».

E Monti si è giocato il Quirinale? «Il suo impegno politico è un gesto di coraggioso civismo. Ha fatto ciò che era giusto, non quello che forse era per lui personalmente utile. Monti in questo senso è uomo di passione, non un freddo». Lei ritiene però che la «scelta civica» del presidente del Consiglio non sia una soluzione politica all’altezza di ciò che ha rappresentato il suo esecutivo, è così? «È una buona sintesi. Il nostro governo con la maggioranza che l’ha sostenuto ha salvato il Paese dalla bancarotta, dalla perdita di sovranità, non dimentichiamocelo, anche se oggi qualcuno fa finta di non ricordare la montagna di debito pubblico, 2 mila miliardi di euro, che grava sulle nostre teste e quindi alla necessità di non abbandonare la politica del rigore. Monti ha portato forte innovazione nella politica del Paese sia nel metodo che nello stile e oggi fa le sue proposte ai cittadini elettori: considero immorale definire la sua scelta immorale come ha fatto D’Alema e inaccettabili le accuse della Camusso ». D’accordo, ma lei come se la immaginava questa ipotetica lista unica di una nuova formazione di centro, cattolica, liberale ed europeista? «Doveva innanzi tutto essere una cosa nuova, chiara e non legata a strutture preesistenti, con figure di primo piano sia della società che della politica beninteso, in particolare del mondo dell’impresa, delle professioni, dell’economia sociale con una grande attenzione ai temi della famiglia e della solidarietà, che oggi non sono rappresentati come sarebbe giusto che fosse. Avrei voluto un programma in alcuni punti più coraggioso. Una svolta più radicale».

Nemmeno l’Agenda Monti, dunque, la soddisfa? «Mi è dispiaciuto non rivedere richiamato con più forza, anche nei simboli, il concetto di Agenda per l’Italia, anche se sul tema dei contenuti sicuramente si sarebbe potuto lavorare a una piattaforma più completa. Siamo tutti d’accordo che non serve un Monti bis, ma un percorso di lavoro per i prossimi cinque-dieci anni che costruisca anche un modello di società nel quale i cittadini possano riconoscersi. Una società più dinamica, ma anche più coesa e dove il privato profit, il privato non profit e il pubblico condividano le responsabilità dello sviluppo sostenibile». In quali punti ritoccare e migliorare il programma della Scelta Civica di Monti? «Non si può rispondere con poche righe. Deve essere per esempio chiaro l’impegno a non aumentare le tasse, anzi a ridurle. No, quindi, a una nuova patrimoniale. Alleggerire il carico fiscale per le famiglie con redditi bassi e con figli e per le imprese che investono in innovazione e internazionalizzazione e soprattutto che assumono, attraverso un nuovo contratto di inserimento e reinserimento da mettere a punto. La spesa pubblica va ripensata e tagliata con interventi strutturali profondi. Valorizzato lo sconfinato patrimonio pubblico formato da terreni, immobili, partecipazioni, crediti, al fine di trovare le risorse per lo sviluppo e facilitare la riduzione del debito. Ecco un capitolo sul quale il nostro governo non ha avuto il tempo— e forse la determinazione—per portare risultati soddisfacenti».

E quali altri aspetti dell’attività dell’esecutivo, secondo lei, potevano essere curati meglio? «Non dimentichiamoci mai la situazione di emergenza e di carenza di risorse nella quale ci siamo trovati. Si deve fare sicuramente di più per i beni culturali e ambientali e a favore del terzo settore in tutte le sue forme; c’è un tessuto fitto e prezioso di economia sociale, di sussidiarietà, che forma un capitale sociale italiano ineguagliabile». Passera dice di apprezzare molto, nell’Agenda Monti, il richiamo alla centralità del ruolo femminile ma sostiene che sulla famiglia l’impegno dev’essere più chiaro e circostanziato: «Si continua a sottovalutare l’enorme pressione che si accumula sulle famiglie a basso e medio reddito. Se una donna che vuole lavorare non riesce a trovare un asilo nido per i figli ogni discorso sull’occupazione appare inutile. Se non garantiamo servizi adeguati agli anziani non possiamo dirci un Paese civile. E lo stesso discorso vale per la scuola a tempo pieno, per la sanità di prossimità». Non soddisfa il ministro dello Sviluppo nemmeno la parte dedicata alla riduzione dei costi diretti e indiretti della politica. Troppo timida. Vaga. «Dobbiamo incidere più in profondità sul costo vivo dell’apparato politico e amministrativo pubblico. Un esempio: un solo livello istituzionale e politico fra i Comuni e lo Stato centrale. Ripensamento totale di tutte le strutture intermedie, non solo le Province. Bilanci consolidati, certificati e confrontabili per ogni entità pubblica. Commissariamento, vero non finto, di ogni ente che non rispetta le regole; riduzione drastica di tutte le assemblee elettive locali e centrali. Si può fare molto, molto di più di quanto non si creda per migliorare il nostro federalismo. Le resistenze incontrate anche dal nostro governo sono state formidabili, veti a tutti i livelli, spesso eravamo circondati da sguardi divertiti e poco indulgenti dei dirigenti pubblici, ma quando si riusciva ad ottenere qualche risultato, l’effetto positivo era perfino contagioso. Nella pubblica amministrazione ci sono tanti talenti e persone fiere di servire lo Stato. Dobbiamo dare loro fiducia con il buon esempio. Le Poste per me sono diventate una specie di metafora dell’Italia che in pochi anni può passare dalle ultime posizioni alle prime in Europa».

Dunque, Passera, quale sarà il suo futuro? «Ho ricominciato daccapo tante volte e sono pronto a rifarlo. Voglio continuare a dare un contributo a questo Paese. Come? Si vedrà, tutto è aperto. Per ora ho tante cose da fare come ministro ». Ordinaria amministrazione. «Eh no, tutt’altro, ci sono decreti da convertire, regolamenti da varare, processi da perfezionare. Dalle infrastrutture all’energia, dalle start up agli aeroporti, gli interventi sono stati numerosi e gli effetti si vedranno già nei prossimi mesi». Non mi faccia l’elenco dei provvedimenti, per carità, ce lo risparmi. «Le dico solo che da vent’anni l’Italia non aveva un piano energetico. Il mercato del gas oggi è più concorrenziale e grazie agli interventi che stiamo realizzando il gas costerà meno anche alle famiglie già dai prossimi mesi». Per ora non si vede, purtroppo. «Siamo riusciti a riordinare gli incentivi, esagerati, per le energie rinnovabili. In media due o tre volte quelli di altri Paesi. Una tassa occulta che si pagava sulle bollette elettriche che abbiamo evitato aumentasse ancora, senza per questo rinunciare a tutti gli obbiettivi europei. La distribuzione di quegli incentivi era stata approvata da quasi tutti i partiti e le resistenze sono state forti. Riordinato i processi sull’assegnazione delle frequenze, eliminato il cosiddetto beauty contest che favoriva il gruppo Berlusconi e altri: diciamo che anche qui non mi sono fatto molte simpatie. Affrontato tante crisi aziendali. Le faccio solo l’esempio della Fincantieri. C’era chi voleva venderla addirittura con dote mentre a mio parere si poteva completare risanamento e rilancio. Si è messo a punto un nuovo piano, stretto un accordo con i sindacati e oggi il gruppo è in grado di fare addirittura acquisizioni all’estero». Che cosa si rammarica di non aver potuto fare in quest’anno abbondante di governo? «Due cose, l’authority dei trasporti rimasta sulla carta, troppe e inaccettabili le pressioni, e gli incentivi all’innovazione per i quali non siamo riusciti a trovare le risorse».

Passera, lei è un cattolico, ha partecipato agli incontri di Todi, come giudica il rapporto della Chiesa con la politica? «I cattolici sono un tessuto fondamentale del Paese, ne costituiscono una imprescindibile ossatura identitaria, il loro contributo è sottostimato, ma troppi si sentono talvolta interpreti esclusivi delle gerarchie ecclesiastiche». E se tornasse indietro lo rifarebbe? Accetterebbe di nuovo di lasciare una delle più importanti posizioni del settore privato per un governo tecnico? «Sì lo rifarei, senza alcun dubbio. E ridirei di sì a Monti e a Napolitano anche se non è finita come avrei desiderato». Il suo account Twitter? «@corradopassera, papà di Sofia, Luigi, Luce e Giovanni, marito di Giovanna, amante dell’Italia, ministro della Repubblica». Mi raccomando niente wow o emoticon, però, perché è come andare in bermuda all’inaugurazione di un anno accademico.

“Le tasse vanno ridotte, ma con cautela. L’Imu? Frutto del governo precedente. E comunque va modificata e ristrutturata. E va data ai Comuni”. Dopo aver presentato il simbolo della sua lista e dopo aver risposto su Twitter alle domande dei suoi follower, il premier uscente Mario Monti è stato ospite di SkyTG24.
Il Professore, che alle prossime elezioni del 24 e 25 febbraio guiderà la coalizione dei “centristi”, ha risposto alle domande del canale all news che pochi giorni fa aveva ospitato Silvio Berlusconi.
“Le tasse vanno ridotte, ma con cautela” – Le tasse “vanno ridotte, ma con cautela”, dice Monti, aggiungendo che “è da rivedere l’intera struttura fiscale” e “va fatto nell’arco di un po’ di anni”. Secondo Monti poi un calo dell’Irpef e un congelamento dell’Iva sono possibili se ci saranno riformisti in Parlamento. La strada per ridurre le tasse, comunque, è quella di “ridurre di più la spesa pubblica”.
Per quanto riguarda l’Imu, “è frutto del governo precedente”. Comunque “va ristrutturata e modificata, con un gettito maggiore ai Comuni”. “Io non ho la patente per distribuire moralità o immoralità – ha spiegato Monti riferendosi alle parole di Giulio Tremonti – è un frutto che il precedente governo ha deciso con l’entrata in vigore successiva” senza specificare se fosse sulla prima casa. Comunque, ha aggiunto, l’Imu va modificata e ristrutturata” con un gettito maggiore ai comuni.
Alla domanda su quanto ha pagato di Imu, il Professore ha risposto: “Parecchio, ma non ho una cifra, se ne occupa mia moglie di queste cose”. 

“Evasione fiscale, una battaglia di civiltà” – “La battaglia di civiltà contro l’evasione l’ho fatta perché le misure sono state senza precedenti e hanno dato un gettito considerevole, superiore ai 10 miliardi già nell’anno”. Così Monti difende le misure anti-evasione adottate dal governo.

“Pensavo di non candidarmi, ma poi…” – “La decisione” di salire in politica “la stavo covando prima e quel voto (la sfiducia del Pdl, ndr) mi ha rafforzato nel convincimento”. Così Mario Monti a proposito del voto con cui il Pdl ha sancito di non dare più la fiducia al governo. Il premier ha detto che i primi a sapere della decisione sono stati “i miei due presidenti: quello della Repubblica e quello di casa mia”.
Ma nega un’intesa precedente con Casini, Alfano e Bersani per non candidarsi: “Non c’era alcun patto, io stesso pensavo di non candidarmi perché pensavo non necessario farlo. Ero ottimista sul fatto che il paese continuasse di per sé nella direzione delle riforme ma ho visto molte preoccupazioni nell’economia italiana e all’estero”.

“Io al Quirinale? Le mie chance sono diminuite” – “Credo che la mia recente decisione abbia fatto salire di molto le legittime aspirazioni, ambizioni e aspettative di più di una persona che legittimamente mira a quella carica, non credo certo di avere aumentato le mie probabilità. Comunque, ad eventuali richieste si risponde se e quando arrivano”. Così Mario Monti alla domanda se direbbe no a una candidatura al Quirinale che arrivasse dal Parlamento.

“Da Pdl freno su corruzione, da Pd su lavoro” – Sulla legge anti-corruzione c’è stato “un freno particolare del Pdl, come c’è stato sul mercato del lavoro da parte del Pd”. Monti sostiene che l’azione del suo governo è stata “frenata” a fasi alternate dalle forze della “strana” maggioranza. Mentre i centristi dell’Udc “sono stati i più grandi sostenitori della maggioranza”.

“Berlusconi? Prima non mi considerava un leaderino” – A proposito dell’ex presidente del Consiglio, Monti  sottolinea che c’è stato un periodo in cui per Berlusconi “potevo essere non un leaderino, ma qualcosa di più”. Il Professore inoltre chiarisce che l’incompatibilità con il Cavaliere era già stata chiarita al vertice dei Popolari europei.

“Coppie di fatto: tema importante, ma non urgente”
– “La dignità della persona, come insegna la Costituzione, va profondamente rispettata. Questi sono temi importantissimi, anche più delle riforme economiche e sociali. Ma il criterio di unificazione delle forze della mia coalizione è stato un altro: le riforme per la crescita, e su questo non ci saranno divergenze”. Così Monti  ha risposto a una domanda sulle coppie di fatto e su quali politiche ci si possono aspettare da un eventuale Monti Bis. Si tratta di “temi non meno importanti – spiega Monti – ma non urgenti”. Su questo, ha quindi concluso, “credo ci sarà un ruolo più del Parlamento che del governo e con posizioni che potranno anche non convergere, come è normale”.

“Con Obama c’è grande intesa” – Mario Monti conferma che c’è “una grandissima intesa” tra il presidente del Consiglio e l’inquilino della Casa Bianca. Se sento questo endorsement, questa vicinanza di Barack Obama? “Sì, molto, soprattutto questa grande facilità di rapporto sulla comprensione delle cose e delle persone”. “La prima volta l’ho chiamato ‘mister Presidente’, ovviamente, ora ci chiamiamo Mario e Barack”, ha spiegato Monti.

“Contento per gli ultimi sondaggi” – “Mi fa piacere vedere questa crescita molto sensibile in pochissimi giorni”. Così il Professore ha commentato gli ultimi sondaggi sulla sua forza politica. “Serviva agli italiani” vedere il simbolo “o perlomeno avere certezza che questo impegno è partito e ci sarà, e fra pochi giorni, quando annunceremo le candidature, ci sarà eccome”, ha aggiunto.

f.de.b e SkyTg24

Passera: lista di Monti, occasione persa. Serviva un programma più coraggioso. Monti a SkyTG24: “L’Imu va modificata e data ai Comuni”ultima modifica: 2013-01-07T12:14:12+01:00da
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