«Pilotate» tra il 2006 e il 2012 le gare d’appalto per le società di noleggio auto. Tra gli arrestati una dirigente Aler e due esponenti del direttivo della CdO. Volume d’affari: 10 milioni di euro. Nell’indagine sarebbero coinvolte Aler, Ferrovie Nord e Metropolitana. Le gare d’appalto, secondo l’accusa, venivano vinte sempre dalle stesse società, una delle quali è la Kaleidos Srl con sede a Saronno considerata vicina alla Compagnia delle Opere. Il Governatore lombardo però non risulta coinvolto. Il gip: “I vincoli tra i soggetti più pericolosi della corruzione stessa. Non pare casuale la comune adesione a CL”.

MILANO – Tra il 2006 e il 2012, avrebbero «pilotato» molteplici gare d’appalto bandite per l’approvvigionamento del parco automezzi delle società di cui erano responsabili, favorendo la Compagnia delle Opere. In base a queste accuse i carabinieri hanno eseguito martedì mattina 16 ordinanze di custodia cautelare, delle quali 7 in carcere e 9 agli arresti domiciliari, nei confronti di altrettante persone indagate per presunti appalti truccati per 10 milioni di euro nel campo del noleggio di auto senza conducente. Tra gli arrestati una dirigente Aler e due esponenti del direttivo della Compagnia delle Opere di Saronno. Le accuse sono di turbativa d’asta e corruzione. Sono state eseguite perquisizioni nella sede dell’Aler di viale Romagna. Oltre all’Aler nell’indagine sono coinvolte Ferrovie Nord, MM (Metropolitana Milanese) e il Comune di Como. Secondo quanto si apprende, le gare d’appalto per aggiudicarsi il noleggio di auto venivano vinte sempre dalle stesse due società, una delle quali è la Kaleidos Srl, con sede a Saronno, legata alla Compagnia delle Opere. Già a marzo del 2012 la procura di Milano aveva acceso un «faro» sulla Kaleidos, che offriva alle imprese associate alla CdO «condizioni particolari» per il «noleggio a lungo termine» delle vetture. L’operazione, riferiscono i carabinieri, ha visto impegnati oltre cento uomini in varie province del nord Italia e l’effettuazione di diverse perquisizioni e sequestri.
GLI ARRESTATI – Tra gli arrestati nell’inchiesta ci sono anche Monica Goi, responsabile dei Servizi generali di Direzione dell’Aler, che è finita in carcere, Giancarlo Bortolotti (ai domiciliari), già direttore del dipartimento tecnico amministrativo dell’Azienda Ospedaliera Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano, e Cristina Clementi (ai domiciliari), già responsabile Gestione degli approvvigionamenti dell’Azienda Ospadaliera di Desio e Vimercate. Questi ultimi due manager, secondo investigatori e inquirenti, sono ritenuti vicini alla Compagnia delle Opere. Due dei sedici arrestati sono inseriti nel direttivo della CdO di Saronno: si tratta di Massimo Vanzulli e Oreste Ceriani. Il compito di Vanzulli che è «soggetto di riferimento della Kaleidos», spiega il gip, «è quello d’intessere relazioni di amicizia coi pubblici funzionari, rapporti che poi vengono strumentalizzati alle finalità illecite degli operativi di Kaleidos».
FORMIGONI – In una telefonata intercettata il 20 marzo 2012 tra Oreste Ceriani, ad di Kaleidos e nel direttivo della Cdo di Saronno, e un altro individuo non identificato «traspare con assoluta evidenza la consapevolezza dell’appartenenza ad un sistema che vede il suo vertice politico-istituzionale nel Presidente della Regione Lombardia e che rappresenta da anni lo strumento delle ingerenze nell’attività dell’Aler», scrive il gip Giuseppe Gennari nell’ordinanza. L’ad della società al centro dell’inchiesta dice: «Vogliono far cadere Formigoni e faranno di tutto». E l’interlocutore gli risponde: «Sì… ma adesso noi intanto non possiamo, noi dobbiamo fare, scusami, non possiamo puntellare l’impero romano in decadimento, nel senso.. non mi fraintendere… non è che possiamo salvare il mondo! Pensa alla tua azienda!».
IL SISTEMA – «Nelle parole dei due interlocutori – scrive il gip Gennari – che commentano da un lato alcune vicende giudiziarie che hanno riguardato appalti pubblici dell’Aler, dall’altro un articolo di giornale che ha raccolto indiscrezioni proprio circa la presente attività d’indagine, traspare con assoluta evidenza la consapevolezza dell’appartenenza ad un sistema che vede il suo vertice politico-istituzionale nel Presidente della Regione Lombardia (Formigoni non è indagato nell’inchiesta, ndr) e che rappresenta da anni lo strumento delle ingerenze nell’attività dell’Azienda Lombarda Edilizia Residenziale». È proprio per questo, prosegue il giudice, «che, ora che questo “mondo” pare essere sotto attacco, a Ceriani è detto di cercare di salvare innanzitutto le sorti della propria azienda».