INCHIESTA BUS A ROMA. Denuncia di un imprenditore arrestato. Mazzetta da 600 mila euro.
ROMA – Scuote i piani alti del Campidoglio l’inchiesta del pm romano Paolo Ielo su una commessa da 20 milioni di euro del 2009 per l’acquisto di 40 bus da parte di Roma Metropolitane, società del Comune di Roma. Appalto che sarebbe stato subordinato, secondo la procura, ad una maxi tangente da 600 mila euro realizzato tramite il meccanismo delle sovrafatturazioni. I mezzi, mai entrati in circolazione, sono destinati al corridoio della mobilità Laurentina.
LA REPLICA – Alemanno respinge ogni addebito: «La mia segreteria non ha mai preso denaro e non ha mai interferito negli appalti». A dare un impulso determinante per fare luce sul caso è stato un imprenditore originario di Verona, ma residente a Praga da 40 anni: Edoardo D’Incà Levis. Arrestato il mese scorso, l’imprenditore ha detto agli inquirenti che il suo ruolo nella vicenda è stato in sostanza quello di procacciare il danaro in nero attraverso il quale la Breda Menarini, una delle aziende fornitrice dei bus, avrebbe pagato la mazzetta. Circostanza che ha portato in carcere qualche giorno fa Roberto Ceraudo, ex amministratore delegato proprio dell’azienda del gruppo Finmeccanica.
PD: ORA DIMISSIONI – Sul sindaco è già bufera e il Pd ne chiede le dimissioni,. Tra gli indagati anche l’ormai ex Ad dell’ente Eur Spa, Riccardo Mancini, ritenuto destinatario di una parte della tangente, 150 mila euro, e considerato un fedelissimo del sindaco Gianni Alemanno. «La posizione del sindaco Alemanno è ormai insostenibile. Il suo cerchio magico è ogni giorno coinvolto da nuove e sempre più gravi accuse» ha affermato Paolo Gentiloni, candidato alle primarie del centrosinistra per il Comune di Roma (FONTE:ANSA)