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Alabama, liberato il piccolo Ethan. Morto il sequestratore in un blitz

IL SEQUESTRO NEGLI USA. Il rapitore morto durante l’operazione dell’Fbi. Il bimbo tenuto per una settimana in un bunker. «È libero e sta bene». Dal pentagono la tecnologia: un piccolo drone e strumenti per «guardare» il terreno. Dopo giorni di trattative, due piccole bombe stordenti nel tubo che portava al bunker. Mentre altri agenti entravano dalla botola.

WASHINGTON – Una trattativa per prendere tempo, studiare il bunker e trovare il sistema migliore per scardinarlo. Infine il blitz dell’Fbi preparato con l’aiuto di tecnologia messa a disposizione dal Pentagono. Si è chiuso così il dramma di Ethan, il bimbo di 5 anni tenuto in ostaggio dal pluridecorato veterano del Vietnam e estremista Jimmy Lee Dykes a Midland City, Alabama. L’uomo è rimasto ucciso nell’assalto: non è chiaro se colpito dagli agenti o perché si è tolto la vita. Ethan è stato portato in ospedale ma, secondo le informazioni trapelate nella notte, è in buone condizioni. Ha scherzato, si è messo a colorare ma soprattutto ha potuto riabbracciare la mamma. E oggi potrà festeggiare il suo compleanno.

LA STORIA – Martedì scorso Dykes, dopo aver ucciso l’autista di una scuolabus, ha sequestrato Ethan e si è rifugiato nel bunker sotterraneo che aveva preparato da mesi. Un nascondiglio per essere pronto ad ogni evenienza: una “rivoluzione socialista”, l’Apocalisse nucleare, un tornado o anche il controllo da parte dello Stato, considerato un nemico. Chiuso in questa catacomba, piena di viveri e ben attrezzata (c’era tv, riscaldamento, elettricità), Dykes ha tenuto testa agli agenti che hanno evitato mosse azzardate per non mettere in pericolo la vita del piccolo. Per giorni hanno trattato con il folle parlando attraverso un lungo tubo che dal bunker raggiungeva l’ingresso della suo proprietà.

IL COMPLEANNO – Da ormai sette giorni l’uomo di 66 anni, un decorato del Vietnam squilibrato, teneva in ostaggio nel suo bunker sotterraneo di tre metri per due il piccolo Ethan che mercoledì compirà 6 anni. Sull’intera vicenda, gli agenti del Fbi che sin dall’inizio hanno portato avanti le trattative con il folle, hanno imposto un rigoroso blackout informativo.

FBI E SILENZIO STAMPA – Martedì scorso, Dykes ha fatto irruzione su uno scuolabus di passaggio vicino casa sua per portare a compimento il suo disegno criminale. Ancora sotto choc una testimone che era a bordo del bus ha raccontato: «Ci disse che voleva ucciderci tutti. Poi l’autista gli disse di scendere. E lui, per tutta risposta, gli ha sparato e l’ha uccio. Poi ha preso Ethan», ha raccontato Tarrica Singletary, una ragazzina nera di 14 anni, una delle ultime che visto con i suoi occhi la faccia dell’aguzzino e quella della sua giovanissima vittima. La famiglia di Ethan, la cui identità è tuttora protetta dall’ Fbi, da giorni è assistita da un team di psicologi della Croce Rossa. Domenica si erano tenuti i funerali dell’autista ucciso.

LA SETTA E L’APOCALISSE – Jimmy Lee Dykes ha servito nell’aeronautica tra il 1964 e il 1969. All’epoca prese parte alla guerra del Vietnam, dove si guadagnò molte onorificenze. Dopo il servizio militare, si è trasferito in Florida, dove ha lavorato per molti anni come camionista, per poi tornare nella sua terra d’origine, l’Alabama, circa un anno fa. Era un survivalist, ovvero un seguace di una setta di fanatici secondo cui il governo americano sta tramando ai danni dei cittadini, nascondendo loro che gli Stati Uniti sono alla vigilia di una catastrofe nucleare che provocherà scontri e violenze. Di fronte a questa apocalisse, affermano, si salverà solo chi si sarà preparato per tempo. Per questo Dykes, nei mesi scorsi, giorno dopo giorno, si era costruito il bunker nel giardino di casa, accumulando armi, cibo e ogni materiale utile a sopravvivere da solo per più tempo possibile. l’Hostage Rescue Team (HRT), un reparto interno all’ Fbi, aveva avviato una trattativa parlando attraverso un tubo di gomma lungo alcuni metri, unica via di comunicazione con l’esterno del bunker.

L’ASSALTO – L’Fbi – secondo indiscrezioni – ha chiesto aiuto al Pentagono. Sul posto sono arrivati specialisti del genio e delle forze speciali che hanno portato apparati sofisticati per esaminare il terreno in profondità, la tecnologia per scoprire trappole esplosive e un piccolo drone. Grazie a questi dispositivi e ad alcune microtelecamere, gli agenti hanno raccolto elementi più precisi sul bunker ed hanno costruito una copia del rifugio. Poi hanno atteso il momento più propizio. E alle 15.12 di lunedì hanno lanciato il blitz perché i negoziati non avevano portato a nulla e la situazione si stava “deteriorando”. Il folle – hanno spiegato gli investigatori – impugnava costantemente un’arma, era diventato ancora più irascibile. Si temeva che Dykes, che odiava profondamente tutto ciò che rappresentava lo Stato, potesse compiere un gesto estremo coinvolgendo anche il bambino. L’operazione, secondo le prime informazioni, sembra essere stata piuttosto rapida. Le teste di cuoio hanno lanciato due piccole bombe stordenti dentro il tubo che portava al bunker e altri agenti hanno aperto la botola d’accesso per fare irruzione. I testimoni hanno riferito di aver sentito alcune esplosioni, seguite spari. Gli echi del blitz terminato con la morte di Dykes e il salvataggio di Ethan.

Guido Olimpio

Alabama, liberato il piccolo Ethan. Morto il sequestratore in un blitzultima modifica: 2013-02-05T16:34:17+01:00da
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