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«Allontanata perché ho denunciato molestie»

MILANO: Sindacalista della Cgil accusa il suo capo: l’ho respinto e si è vendicato. «Non è vero, non le è stato fatto alcun torto».

MILANO – Franca fa la sindacalista, e il suo lavoro le piace. Non lo avrebbe mai lasciato. «È una grande soddisfazione aiutare i lavoratori», in particolare quelli delle mense nelle zone problematiche di Milano. Franca Imbrogno, 47 anni, sposata e con due figlie, era in Filcams. Era, perché dal 31 dicembre scorso la Cgil ha deciso di allontanarla, di revocare il distacco sindacale che secondo statuto si esegue solo per «motivi gravi». Ragioni che a lei non sono mai state comunicate. «La verità è che io ho cercato di denunciare molestie all’interno dell’organizzazione. Per questo sono stata mandata via. E chi mi ha aiutato ha avuto lo stesso trattamento». Un’accusa pesante. Che ha deciso di formalizzare con un atto di citazione depositato al Tribunale di Milano, in cui, si legge, chiede i danni e l’annullamento del provvedimento. Ma la Camera del Lavoro non ci sta: «I due fatti non sono legati. La segreteria ha deciso di revocare il distacco quando ancora non sapeva di quella situazione problematica. Se le molestie ci sono state, le dovrà provare e la invitiamo ad andare avanti».

«LE CONTINUE MOLESTIE» – Una situazione complicata che vede, appunto, Franca Imbrogno contro un dirigente. Lei non esita chiamare tutta la vicenda «un incubo». Imbrogno entra nel sindacato Filcams nel 2010. «Fin da subito ho notato un atteggiamento molto strano da parte del mio segretario di riferimento». Da lui nessuna collaborazione. Per un anno «mi sono arrangiata e anche bene, visto che le iscrizioni sono aumentate». Poi alla fine del 2011 cominciano telefonate ambigue da parte del segretario. «Io e lui ci confrontavamo quotidianamente su alcune vertenze. E al termine di ogni chiamata mi chiedeva di uscire». Frasi del tipo: «Andiamo a cena così ne parliamo meglio». Oppure: «Vieni domani mattina presto in ufficio». Gli inviti sono così frequenti che lei non sa più cosa fare. «Sei mesi d’inferno». Alla fine decide di rivolgersi a Graziella Carneri, capo della Filcams di Milano. Prende un appuntamento, ma il suo segretario la precede. Si tiene una riunione in cui all’unanimità decidono di allontanarla. E lei è tornata al suo vecchio impiego, nelle mense, part-time.

«LASCIATA SOLA» – «La mia prima reazione è stata di rabbia. Poi sono andata a bussare a tutte le porte. Ho scritto lettere, una persino a Susanna Camusso». È intervenuto il comitato di garanzia, anche perché il segretario l’ha denunciata per diffamazione. Vicenda chiusa anche per il comitato, «il fatto non sussiste». Nel frattempo chiama un legale, Salvatore Lo Schiavo. E decide anche di fare ricorso all’organo nazionale che non si è ancora espresso. Solo un collega decide di starle vicino: è un dirigente Filcams che dopo averle dato sostegno perde tutti i suoi incarichi fino a essere allontanato.

CGIL: NESSUNA VIOLAZIONE – Il capo della Filcams di Milano, Graziella Carneri, ci tiene a chiarire: «L’allontanamento è un fatto normale, un nostro diritto e un dovere. Succede spesso. In ogni caso lei non andava d’accordo con la segreteria». Tanto che si dice «stupita» e da un certo punto di vista «offesa» perché «se avessi avuto il sentore che la Imbrogno stava subendo molestie, non avrei esitato a intervenire». E ripete: «I due fatti sono totalmente separati. Tanto più che non ci sono violazioni nel nostro statuto». E se per caso «lei fosse in grado di provare questi atti di molestie, la invitiamo ad andare avanti». Un po’ come è successo a Padova: la Camera del Lavoro, in particolare la Filcams, è stata condannata al risarcimento di 43 mila euro per mobbing. Ora la parola spetta alla magistratura.

Benedetta Argentieri

«Allontanata perché ho denunciato molestie»ultima modifica: 2013-02-07T11:48:44+01:00da
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