ATTERRAGGIO FUORI PISTA A FIUMICINO. La procura di Civitavecchia: la compagnia di bandiera vende come propri i biglietti del vettore romeno. La replica: regole rispettate.
ROMA – Si sdoppia l’indagine della procura di Civitavecchia sull’atterraggio fuori pista di sabato scorso a Fiumicino dell’Atr 72 della Carpatair proveniente da Pisa. Al fascicolo aperto a carico dei due piloti romeni per disastro e lesioni colpose, se ne aggiunge ora un altro nei confronti di Alitalia per il reato di frode in commercio. Lo ha deciso il procuratore Gianfranco Amendola perché la compagnia di bandiera italiana vende i biglietti come fossero voli Alitalia mentre i passeggeri vengono poi affidati al vettore romeno. La compagnia replica: «Abbiamo rispettato norme come fanno altre cento compagnie».
LA COMPAGNIA – Alitalia esprime fiducia nell’operato della magistratura e si difende. «La compagnia tiene a ribadire il pieno e totale rispetto della normativa Iata nei casi di vendita di biglietti per voli operati da altri vettori aerei in regime di wet lease o di codesharing, così come fanno le oltre cento compagnie che utilizzano il wet lease e il codesharing» La compagnia conferma di aver sospeso il contratto con Carpatair fino alla conclusione delle indagini.
TESTIMONIANZE – Sono stati proprio i passeggeri, con le loro testimonianze, a fornire ai magistrati lo spunto per aprire questo secondo filone di indagine. Tutti infatti hanno riferito che erano convinti di aver preso un aereo dell’Alitalia. Il fascicolo è stato affidato al pm Lorenzo Del Giudice, mentre è il collega Paolo Calabria a occuparsi della tranche in cui sono indagati i piloti.
CODACONS: PRASSI SCORRETTA – Esulta il Codacons che in una nota spiega: «Abbiamo segnalato alla Procura e all’Antitrust la prassi, assolutamente scorretta, di non indicare con chiarezza sui biglietti il nome del vettore che eseguirà materialmente il collegamento aereo, nei casi in cui una compagnia appalta una determinata tratta ad una società terza. Al momento, infatti, sui biglietti compare solo un incomprensibile codice alfanumerico che non garantisce trasparenza ai passeggeri. Il Codacons afferma che «in tal senso abbiamo diffidato anche l’Enac a modificare immediatamente le procedure, dando informazioni precise agli utenti circa il nome del vettore che eseguirà materialmente il collegamento aereo».
SCATOLE NERE – Recuperate tra martedì pomeriggio e mercoledì mattina, le scatole nere sono già all’esame degli esperti, il maggiore Raffaele Brescia, nominato consulente della procura, e l’Agenzia nazionale sulla sicurezza del volo. I dati risultano leggibili: le verifiche dureranno una decina di giorni. Oltre a decriptare quanto registrato dalle scatole nere, i tecnici dovranno anche trascrivere il contenuto delle comunicazioni tra la torre di controllo e il velivolo e quelle avvenute all’interno dell’Atr in lingua romena tra il pilota e la co-pilota.