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Russia, cade meteorite: oltre 400 feriti

COLPITE SEI CITTA’ SUI MONTI URALI. «Si è disintegrato nella parte bassa dell’atmosfera».

Oltre 400 persone sono rimaste ferite, tre in modo grave, dai cristalli di un meteorite caduti nella regione di Cheliabynsk, sui monti Urali. Lo ha riferito il ministero dell’Interno russo. Secondo le prime informazioni, i feriti che hanno fatto ricorso all’assistenza medica, hanno riportato tagli causati dai cristalli. Colpita anche una scuola. Tra i feriti ci sono 10 bambini probabilmente a causa dei vetri mandati in frantumi dal violento spostamento d’aria seguente all’onda d’urto dovuta all’esplosione del meteorite nell’atmosfera. Inizialmente si era pensato a una pioggia di meteoriti. Ma fonti ufficiali russe hanno spiegato che si è trattato di cristalli di un meteorite «sporadico e non associato a una pioggia di meteoriti che si è disintegrato nella parte bassa dell’atmosfera». Il fenomeno si è verificato a circa 80 chilometri dalla città di Satka, nell’omonimo distretto, alle 9,22 ora locale (le 4,22 ora italiana).

COLPITE SEI CITTÀ – I frammenti del meteorite sono caduti in sei città della zona. Pattuglie della polizia stanno ispezionando gli edifici danneggiati. La caduta dei cristalli ha causato forti esplosioni, secondo testimoni che in un primo momento avevano pensato all’esplosione di un aereo in volo. I vetri delle finestre di alcune abitazioni sono andati in frantumi.
Secondo i servizi di emergenza il fenomeno non ha causato un innalzamento dei livelli di radiazioni, che sono rimasti nei parametri abituali per la regione. L’agenzia russa per l’energia atomica Rosatom ha riferito che le installazioni negli Urali non hanno subito danni.

L’ANALISI – «È rarissimo che un meteorite come questo provochi feriti, questa volta purtroppo è successo», commenta Giovanni Bignami, presidente dell’Istituto nazionale astrofisica. «Sarebbe interessante capire la traiettoria di questo meteorite, potrebbe essere passato per pochi secondi anche sull’Italia, ed essere stato visibile come scia infuocata», ha spiegato ancora, rassicurando che questo meteorite non ha nulla a che fare con l’asteroide che sfiorerà in queste ore la Terra.

alle 20.25, ora italiana, un asteroide di 45 metri (circa due campi da tennis) battezzato «2012 DA 14» sfiora la Terra da appena 27.600 chilometri. Il canale televisivo della Nasa seguirà in diretta il passaggio commentando per una mezz’ora dal Jet Propulsion Laboratory di Pasadena (Jpl) in California, le varie fasi dall’avvicinamento con collegamenti dall’Australia da dove si inizierà a vedere l’arrivo del corpo celeste proveniente da sud.

MOLTO VICINO – Per quanto se ne sappia mai un corpo celeste di queste dimensioni è transitato tanto vicino al nostro pianeta. Per altri minori era già accaduto e qualcuno, tra i più piccoli, ci era pure caduto addosso sbriciolandosi nell’impatto con l’atmosfera. Quello che il 30 giugno 1908 incendiò il cielo di Tunguska nella Siberia centrale distruggendo 60 milioni di alberi su un territorio di 2.150 chilometri quadrati aveva solo 30 metri di diametro.

NESSUN PERICOLO DI IMPATTO – Con 2012 DA 14 non si corre questo pericolo, anche se qualcuno subito dopo la sua scoperta il 22 febbraio dall’Osservatorio astronomico di La Sagra nei pressi di Granada in Spagna, aveva ipotizzato un potenziale scontro. I rilevamenti della sua orbita cancellavano in fretta l’infausta probabilità, lasciando però la prospettiva di un record da non dimenticare. Anche perché nel suo transito veloce sfreccerà più in basso rispetto l’anello, a 36 mila chilometri d’altezza, dove stazionano 432 satelliti attivi per le telecomunicazioni e la meteorologia sia civili che militari. Ma arrivando da sud non lo attraverserà escludendo quindi ogni pericolo.

PIANO ORBITALE INCLINATO – Il nuovo arrivato vola su un’orbita quasi uguale a quella della Terra tanto che impiega soltanto un giorno in più (366 giorni) per compiere un giro intorno al Sole. Ma il suo piano orbitale è inclinato rispetto al nostro e quindi lo taglia due volte all’anno con qualche differenza. Il prossimo passaggio ravvicinato è previsto nel 2020. Ma il Jpl della Nasa, che segue e censisce questi corpi vaganti, non è ancora in grado di precisare quanto vicino. Tuttavia anche per quella data diffonde tranquillità, calcolando che la probabilità dell’impatto con la Terra sarà una su 100 mila, cioè minore di quella di essere colpiti da un fulmine nell’arco della nostra vita. Se ciò accadesse finirebbe probabilmente in Antartide.

ENERGIA – Questo non ci consola perché, data la sua massa di 130 mila tonnellate, nell’impatto svilupperebbe un’energia di 2,5 megatoni, cioè 160 volte più elevata della bomba che distrusse Hiroshima.

INVISIBILE – L’asteroide 2012 DA 14 non sarà visibile a occhio nudo. Comunque con un binocolo e un po’ di fortuna si potrebbe anche inseguire. Il corposo oggetto è uno dei tanti che si avvicinano pericolosamente alla Terra. La Nasa nei mesi scorsi utilizzando le osservazioni del satellite Wise aveva stimato che i corpi (asteroidi e comete) potenzialmente a rischio per noi con un diametro di almeno cento metri sarebbero circa 4.700. Il guaio è che soltanto il 30 per cento è stato finora identificato. Infatti talvolta accade che la loro scoperta avvenga quando sono già abbastanza vicini. Per fortuna anche i più minacciosi sulla carta talvolta perdono la loro cattiva immagine.

RAVVICINATI – Il 9 gennaio scorso era transitato a 15 milioni di chilometri l’asteroide Apophis di 300 metri di diametro per il quale si ipotizzava una possibilità di scontro con la Terra nel 2036, sia pure minima nelle statistiche. Nell’occasione, scrutandolo con attenzione, gli astronomi rivedevano i conti. «Ora possiamo escludere un impatto con il nostro pianeta anche nel 2036», ha sottolineato Don Yeomans, direttore del Near-Earth Object Program Office al Jpl. Tuttavia il problema rimane e finora è stato sottovalutato. Per questo si cerca di recuperare e vari sono i progetti in corso per spedire sonde in grado di studiarli da vicino, consentendo di valutare meglio il rischio oppure per deviarne la traiettoria. Pellicole come Deep Impact e Armageddon hanno lasciato il segno. «Intanto», dice Detlef Koschny, responsabile all’Agenzia spaziale europea (Esa) della Space Situational Awareness, «stiamo sviluppando un sistema automatico con telescopi in grado di scoprirne l’esistenza almeno tre settimane prima dell’arrivo nelle nostre vicinanze». Sarebbe già un passo avanti. Intanto, tornando all’incontro ravvicinato con 2012 DA14, l’occasione è ghiotta per gli scienziati perché consente loro di scrutare le caratteristiche del corpo celeste accrescendo la conoscenza di questi piccoli (ma talvolta potenzialmente pericolosi) mondi con i quali dovremo sempre più fare i conti.

Giovanni Caprara e Redazione Online

Russia, cade meteorite: oltre 400 feritiultima modifica: 2013-02-15T11:23:43+01:00da
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