«Lasciateci lavorare». Beppe Grillo sul blog: «In realtà sono tutti politici». Il capogruppo al Senato Crimi: «Mai parlato di appoggio».
Governo tecnico? Non s’ha da fare. Almeno per ora. Dopo l’apertura di Vito Crimi, capogruppo al Senato per il M5S, ecco che arriva la marcia indietro. «Preciso che non ho mai parlato di appoggio a governo tecnico». E per rimarcare il niet, interviene anche Beppe Grillo. «Il M5S non darà la fiducia a un governo tecnico, nè lo ha mai detto. Il governo Monti è stato il governo più politico del dopoguerra, nessuno prima aveva mai messo in discussione l’articolo 18 a difesa dei lavoratori». Per il leader: «Non esistono governi tecnici in natura, ma solo governi politici sostenuti da maggioranze parlamentari».
«TUTTI POLITICI» – E sul blog Grillo aggiunge: «Non esistono governi tecnici in natura, ma solo governi politici sostenuti da maggioranze parlamentari». Perché«il presidente del Consiglio tecnico è un’enorme foglia di fico per non fare apparire le vere responsabilità di governo da parte di Pdl e Pdmenoelle».
«LASCIATECI LAVORARE» – Insomma, per il momento non si vota alcun esecutivo. O almeno così sembra. Per i neo eletti rimane come priorità, quella di «predisporre uno strumento per comunicare ufficialmente». Ne sono tutti consapevoli. Compreso Vito Crimi che nell’attesa ha affidato la precisazione alla sua pagina Facebook. «Oggi e domani non risponderò a nessun giornalista. Le nostre parole di ieri in conferenza stampa sono state chiare e non lasciano dubbi. Prego tutti di rispettare la mia volontà ed evitate di chiedermi interviste o presenze radiotelevisive. Da ieri ad oggi non è cambiato nulla. Abituatevi anche a chi dice sì per dire sì, no per dire no, senza interpretazioni. Ci aspettano alcuni giorni di lavoro e preparazione, per questo tutti noi parlamentari abbiamo bisogno che ci lasciate lavorare». E poi aggiunge: «Vi garantisco la coerenza, terremo la barra dritta: la nostra è una rivoluzione culturale pacifica e democratica e non la fermeremo, il nostro unico senso di responsabilità è verso gli elettori che ci hanno dato mandato di attuare questa rivoluzione culturale che comunque è già in atto malgrado le resistenze di coloro che sono attaccati a poltrone e privilegi».