L’incendio nell’area ex Italsider. L’area posta sotto sequestro. Al lavoro la scientifica. Fronte lungo centinaia di metri, ma non ci sono persone coinvolte: d’inverno al lunedì l’area è chiusa al pubblico.
Quattro capannoni completamente bruciati, danni ingentissimi e la pesante incognita sul futuro dei 160 lavoratori (oltre ai 100 operatori del’indotto) della Città della Scienza di Napoli, il museo interattivo considerato tra i gioielli culturali della città. E adesso, a poche ore dallo scoppio dello spaventoso rogo che ha mandato in fumo un’area di 12mila metri quadrati. Sopravvivono solo i muri perimetrali, l’interno dei padiglioni è devastato.
LA PISTA DOLOSA – L’intera area è stata posta sotto sequestro dalla magistratura. Per le cause dell’incendio non si esclude alcuna ipotesi, anche se si fa strada l’iptesi dell’incendio doloso. Mentre gli uomini della Scientifica della Questura di Napoli stanno ultimando i rilievi nella zona, il sindaco Luigi de Magistris ha commentato: «Ad occhio e per l’esperienza mi sembra un incendio doloso per la rapidità, devastante». E ha aggiunto: «Napoli saprà reagire, ha grande cuore, dignità e forza, non bisogna piegarsi e ripartire subito». Anche all’esterno della struttura, tra i dipendenti, si sottolinea come sia molto improbabile che un incendio del genere, così vasto e così rapido, possa essersi sviluppato per cause accidentali e si punta il dito su una pista dolosa che deve però ancora trovare conferma da parte degli inquirenti.
STIPENDI IN RITARDO – Da quasi un anno i lavoratori denunciano difficoltà e ritardi nell’erogazione degli stipendi. «La situazione – sottolineano fonti sindacali – è stata gestita grazie al forte senso di responsabilità e alla compartecipazione degli addetti che hanno accettato anche salari di solidarietà in base ad accordi sindacali finalizzati a non intaccare i livelli occupazionali». Città della Scienza, ricordano le stesse fonti, «vanta crediti dal Miur dal 2008 ma le previsioni erano quelle di superare la sofferenza in tempi ragionevolmente brevi».
L’INCENDIO – Secondo quanto hanno riferito i vigili del fuoco, all’arrivo delle squadre lunedì sera le fiamme erano già completamente estese su tutta la parte museale, dal lato del mare, eccezion fatta per il teatro. Martedì mattina l’incendio era stato completamente domato. Il vasto fronte di fuoco, lungo più di un centinaio di metri, ha devastato la struttura di fronte a Bagnoli. Fortunatamente il lunedì, durante i mesi invernali, la struttura è chiusa al pubblico e quindi le autorità almeno per il momento ritengono che il rogo non abbia coinvolto persone.
QUATTRO CAPANNONI – Lunga e difficile l’opera di spegnimento per i vigili del fuoco, intervenuti con almeno cinque mezzi. Le testimonianze riferiscono di un’estensione rapidissima dell’incendio, complice la gran presenza di legno e altri materiali infiammabili. Il custode ha raccontato di aver visto una colonna di fumo, e di aver dato subito l’allarme: ma in pochi minuti il fuoco ha divorato i padiglioni dall’interno, diventando indomabile.
LA STORIA – La «Città della Scienza», nata dall’intuizione di Vittorio Silvestrini, presidente della fondazione Idis, ha una media di 350 mila visitatori l’anno. Oltre al museo interattivo, ospita un planetario, un centro congressi, un centro di alta formazione e un’area per mostre d’arte. Sorge in via Coroglio, di fronte al mare di Bagnoli, nell’area dell’ex Italsider e proprio per questo è tra i luoghi-simbolo dei progetti di bonifica e rinascita dell’area industriale. In una dozzina d’anni aveva guadagnato consensi e credibilità, non solo come luogo dove apprendere praticamente le leggi della scienza grazie a decine di esperimenti pratici e dimostrazioni dal vivo, ma anche come centro congressi, centro di alta formazione, incubatore di imprese.
Per contribuire alla ricostruzione è disponibile questo conto corrente: Per ricostruire Città della Scienza cc intestato a Fondazione Idis Città della Scienza – IBAN IT41X0101003497100000003256