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Caso Unipol, un anno a Berlusconi. Due anni e tre mesi al fratello Paolo. Il cavaliere: «Persecuzione intollerabile»

Processo Ruby, il cavaliere chiede legittimo impedimento per un incontro con monti. A Fassino un risarcimento di 80 mila euro. Le accuse però andranno in prescrizione a metà settembre. INTERECETTAZIONI: «Vincerò solo in Cassazione, mi condanneranno di nuovo» Alfano: «Vogliono eliminarlo». La reazione del Pdl.

Silvio Berlusconi è stato condannato a un anno di reclusione per la vicenda dell’intercettazione Fassino-Consorte. La pena di un anno era stata chiesta dal procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli. Due anni e tre mesi sono stati inflitti a Paolo Berlusconi, per il quale la procura aveva chiesto 3 anni e 3 mesi. L’accusa per Silvio Berlusconi è di rivelazione di segreto d’ufficio, in concorso con il fratello Paolo, in relazione all’ormai nota telefonata tra Fassino e Consorte («Abbiamo una banca?») avvenuta nel 2005, in piena scalata a Bnl da parte della compagnia assicurativa bolognese. L’intercettazione, quando era ancora coperta dal segreto istruttorio, venne pubblicata da «Il Giornale», quotidiano della famiglia Berlusconi. Il tribunale non ha disposto alcuna misura interdittiva nei confronti dell’ex premier, che non si è presentato in aula. Paolo Berlusconi è stato invece assolto dai giudici per le accuse di ricettazione e millantato credito.

PRESCRIZIONE – Le accuse a carico di Silvio e Paolo Berlusconi si prescriveranno a metà settembre. È quindi molto improbabile che si riesca a celebrare l’appello.

RISARCIMENTO A FASSINO – I giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano hanno disposto un risarcimento a carico di Silvio e Paolo Berlusconi di 80 mila euro a favore dell’ex segretario dei Ds e ora sindaco di Torino Piero Fassino, parte civile al processo. Il risarcimento è stato disposto a titolo di provvisionale. La richiesta di risarcimento ammontava a un milione di euro «per dare un messaggio forte e per il danno morale rilevante», come spiegato dal legale. Pronto il commento di Piero Fassino: «Una sentenza che ristabilisce verità e giustizia e conferma come intorno a una espressione ironica sia stata costruita consapevolmente, per anni, una campagna di denigrazione e delegittimazione politica».

IL DIFENSORE – «Sono dispiaciuto e costernato perché sono convinto che gli elementi di prova a carico di Silvio Berlusconi siano insufficienti e contradditori, se non del tutto mancanti», ha commentato a caldo l’avvocato Piero Longo, legale dell’ex premier. «Credo che sia la prima volta che qualcuno viene condannato per la violazione del segreto istruttorio. Non sono sorpreso, perché siamo a Milano e data la pratica forense nei processi a Silvio Berlusconi…», ha aggiunto. «Mi piacerebbe difendere imputati con altri nomi e non a Milano», ha commentato poi l’avvocato con ironia. A chi gli chiedeva se si tratti di una «sentenza politica», Longo ha risposto: «Con il massimo rispetto per i giudici, io dico che non credo che i magistrati non abbiano un sentimento o un sentire». Il legale poi ha ricordato ai cronisti che pende ancora in Cassazione l’istanza di ricusazione di uno dei giudici del collegio. «Se venisse accolta – ha spiegato – questa sentenza sarebbe annullata».

LEGITTIMO IMPEDIMENTO – Archiviata definitivamente con un proscioglimento la vicenda Mediatrade, Silvio Berlusconi attende entro fine mese altre due sentenze a Milano: il prossimo 18 marzo è attesa la sentenza sul caso Ruby e il 23 marzo il verdetto d’appello su Mediaset e i diritti tv. I legali di Silvio Berlusconi hanno però depositato un legittimo impedimento che rischia di far slittare le richieste di condanna che venerdì il sostituto procuratore Ilda Boccassini è pronta a pronunciare per il processo Ruby. Venerdì l’ex premier è impegnato nella prima riunione dell’ufficio di presidenza del Pdl dopo il voto, ed è stato convocato da Mario Monti per discutere della linea politica in vista del prossimo vertice europeo. Saranno i giudici della quarta sezione penale a ritenere, nell’udienza di domani, se ritenere legittimo l’impedimento. Nel processo Ruby, Berlusconi è imputato per concussione e prostituzione minorile.

LA TELEFONATA – Secondo l’accusa, la vigilia di Natale del 2005 l’allora premier avrebbe ascoltato la registrazione della telefonata Fassino-Consorte, ancora coperta da segreto istruttoria e contenuta in una pen drive, in un incontro ad Arcore alla presenza del fratello Paolo e degli imprenditori Fabrizio Favata e Roberto Raffaelli. Era stato quest’ultimo, che lavorava per la Research Control System (società che forniva le apparecchiature per le intercettazioni alla Procura), a trafugare, secondo le indagini, il nastro e, assieme a Favata e al fratello Paolo, ad offrirlo, secondo l’accusa, come «regalo» a Berlusconi in vista delle elezioni politiche del 2006. Pochi giorni dopo, il contenuto di quella telefonata era stato pubblicato e si era scatenata una bufera di reazioni politiche.   

«Una persecuzione intollerabile che dura da 20 anni». Silvio Berlusconi commenta così la sentenza del Tribunale di Milano che lo condanna a un anno di reclusione,con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio, in concorso con il fratello Paolo, in relazione all’ormai nota telefonata tra Fassino e Consorte («Abbiamo una banca?») avvenuta nel 2005, in piena scalata a Bnl da parte della compagnia assicurativa bolognese. Il Cavaliere ha aggiunto in una nota: «Soltanto una vera e completa riforma della giustizia potrà consentire che ai cittadini italiani non accada ciò che continuamente accade a me da 20 anni e che continuerà ad accadere, poiché sono ben conscio che anche nei prossimi appuntamenti giudiziari non vi sarà spazio per le doverose assoluzioni che dovrebbero essere pronunciate nei miei confronti e che solo in Corte di Cassazione sarà possibile, come accaduto puntualmente ieri, ottenere giustizia».

DA SACCONI A STORACE – Tutto il Pdl a partire da Alfano critica la decisione dei giudici di Milano, parlando di «sentenza indecente e di condanna surreale», con il segretario del Pdl che dice : «È sempre più chiaro che vi è un tentativo di eliminazione di Silvio Berlusconi per via giudiziaria». Per Alessandra Mussolini: «Gli italiani devono prendere atto che in Italia non esiste più la certezza del diritto». Maria Stella Gelmini rinnova l’invito lanciato da Berlusconi durante i giorni del silenzio elettorale scendere in piazza il 23 marzo contro «parte della magistratura militante di sinistra ormai diventata incontrollabile». Maurizio Sacconi tuona: «È la più palese dimostrazione dell’anomalia giudiziaria italiana». Parole cui fa eco anche la deputata Michaela Biancofiore«La sentenza di condanna già scritta a Silvio Berlusconi per la pubblicazione delle intercettazioni sul caso Unipol , è un vero assalto alla democrazia e un caso di ingiustizia ad personam». «Come sempre nei successivi gradi di giudizio Berlusconi sarà assolto. La giustizia in Italia funziona a dispetto di poche unità politicizzate», è la previsione del parlamentare del Pdl, Gianfranco Rotondi. Poi, via Twitter arriva anche il commento di Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra che cinguetta: «Comunque, Berlusconi è l’unico in Italia ad essere condannato per la pubblicazione di un’intercettazione telefonica. Clap clap giustizia…».

Redazione Online

Caso Unipol, un anno a Berlusconi. Due anni e tre mesi al fratello Paolo. Il cavaliere: «Persecuzione intollerabile»ultima modifica: 2013-03-07T15:43:24+01:00da
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