Nel pomeriggio la votazione. L’ex procuratore candidato del Pd e il presidente uscente sostenuto da Pdl e Lega. I 5 Stelle: «Su Grasso manteniamo la linea».
ROMA – Mentre l’elezione di Laura Boldrini a presidente della Camera era quasi scontata, la partita per l’elezione del presidente del Senato si gioca sul filo di una manciata di voti di scarto. C’è un testa a testa tra Renato Schifani, che il Pdl ha deciso di ricandidare per la presidenza (sostenuto anche dalla Lega) e Piero Grasso, ex procuratore antimafia e candidato del Pd. «Pietro Grasso è una figura di garanzia per tutti. Ora aspetto fiducioso l’esito dell’elezione e mi auguro che anche in Senato vada bene» ha detto Pier Luigi Bersani dopo l’esito della quarta votazione alla Camera che ha decretato l’elezione della Boldrini, anche lei candidata dal Pd.
BERLUSCONI SARÀ PRESENTE – La terza votazione al Senato ha portato al ballottaggio, con Grasso che ha ricevuto 120 voti e Schifani 111. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari del Pdl, cinque senatori del Popolo della Libertà non hanno votato al terzo scrutinio (Silvio Berlusconi e Maria Rosaria Rossi, Luciano Rossi, Malan che si è sbagliato e Matteoli che non c’era). Ma questi cinque, confermano le stesse fonti, ci saranno nel pomeriggio, quindi il distacco non è di 9 voti, ma di 4. Fonti vicine a Scelta civica, inoltre, riferiscono che potrebbe incontrare Mario Monti a Palazzo Giustiniani prima del voto.
I MONTIANI ANNUNCIANO L’ASTENSIONE – Scelta Civica in mattinata ha diffuso un comunicato ufficiale nel quale si sostiene che, non sussistendo «le condizioni politiche e istituzionali per dar vita a un percorso ampio di condivisione e responsabilità», il gruppo voterà scheda bianca anche al Senato. «Nessun accordo su poltrone che non abbia un valore decisivo per sbloccare la situazione è percorribile», aggiunge la nota. Rimane da verificare se l’incontro tra Monti e Berlusconi potrà cambiare le cose.
ALFANO: O SCHIFANI O LE URNE – Intanto, il segretario del Pdl, Angelino Alfano, al termine del discorso di Boldrini alla Camera, ha replciato: «La scelta del Pdl per Schifani alla presidenza del Senato è una risposta istituzionale, una scelta di chi ha già ben rappresentato le istituzioni. Se si vota Schifani, ci potrebbero essere delle chance perchè la legislatura prosegua, altrimenti possiamo precipitare verso le urne».
I 5 STELLE MANTENGONO LA LINEA – Quello che è certo è che il comportamento dei 5 Stelle sarà decisivo al ballottaggio. «Qualcosa potrebbe cambiare – spiega una senatrice 5 Stelle -. Per noi Grasso, al di là del giudizio sulla persona, sarebbe comunque il portavoce di un sistema». Ma il capogruppo Vito Crimi assicura: «Noi abbiamo fatto una scelta e quella scelta manteniamo», cioè non votare un candidato del Pd o del Pdl.
LA PROIEZIONE – Nella quarta chiama l’ex magistrato dovrebbe raccogliere i voti dei 109 democratici e 7 di Sel, per un totale di 116, a cui si aggiungono anche i 6 di Autonomie e il singolo voto di Lista Crocetta: in tutto 123 preferenze. Il presidente uscente di Palazzo Madama, Renato Schifani, oltre ai 98 voti dei colleghi di partito anche quelli, a quanto si apprende, della Lega Nord (17): in tutto 115. I voti, o non voti, dei 5 Stelle, sono 53, Scelta Civica ne conta (19). La astensione dei «grillini» e dei montiani, quindi, lascerebbe il risultato sul 123-115 per Grasso.
GLI SCENARI – Questi, quindi, gli scenari ancora possibili se cambieranno le condizioni nelle ultime ore. Due sono favorevoli al Pd: quello esposto sopra; i Democratici chiedono e ottengono il voto di Scelta Civica su Grasso. Se invece il Pdl stringesse un patto con Monti, tutto dipenderebbe dal comportamento della Lega: se il Carroccio, slegatosi dall’intesa con il Pdl votasse con il Pd, passerebbe il candidato di quest’ultimo. Se invece i leghisti votassero con il Pdl e Lista Civica, per il Pd non ci sarebbe nulla da fare.