Rinviato l’udienza di oggi sul caso dei militari che non hanno fatto ritorno a New Delhi. Prorogato al 2 aprile il divieto di lasciare l’India. «Persa ogni fiducia nel diplomatico italiano». La Ue: «Non possiamo entrare in disputa».
La Corte Suprema indiana ha imposto all’ambasciatore italiano Daniele Mancini di non lasciare il Paese almeno fino al 2 aprile, dichiarando di non riconoscere la sua immunità diplomatica. Lo riferiscono i media indiani. Intanto la Ue, in una nota ufficiale, annuncia di «non far parte della disputa legale» che contrappone Italia e India.
«PERSA LA FIDUCIA» – Quando il legale del diplomatico italiano ha detto alla Corte di potersi fidare «che il diplomatico non lascerà l’India», il presidente della Corte Altamas Kabir ha detto di aver perso ogni fiducia nell’inviato italiano, precisando che è inaccettabile rivendicare l’immunità diplomatica dopo essere volontariamente sottoposto alla giurisdizione della Corte.
L’AMBASCIATORE – Nell’incontro convocato a New Delhi per oggi, 18 marzo, e rinviato al 2 aprile, L’Alta Corte ha spiegato che il permesso elettorale è stato concesso a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone dopo che il governo italiano e il suo ambasciatore si erano sottoposti alla sua giurisdizione e che Mancini si era impegnato per il ritorno dei due a tempo debito nel Paese asiatico. L’ambasciatore italiano, in ogni caso, oggi «non era presente» in aula. La Corte gli aveva ordinato giovedì scorso di non lasciare il Paese.
IL PERMESSO – La corte non si esprimerà comunque sul mancato ritorno dei marò, accusati di aver ucciso due pescatori indiani, sino alla scadenza del 22 marzo entro la quale i due fucilieri di marina dovrebbero far ritorno in India. Praticamente Latorre e Girone «non hanno ancora violato le nostre direttive», ha detto il presidente della Corte, affermando appunto che «bisogna attendere il 22 marzo per esprimersi «ascoltando anche l’opinione del governo centrale che è parte di questa vicenda».
LA UE: «FUORI DALLA DISPUTA» – L’Ue «non fa parte della disputa legale» tra Italia e India e «perciò non può prende posizione nel merito degli argomenti legali riguardanti la sostanza del caso». Lo afferma in una nota all’ANSA un portavoce di Catherine Ashton, responsabile per la politica estera dell’Ue. L’Ue esprime tuttavia «l’incoraggiamento» a Italia e India perchè trovino una «soluzione amichevole» nell’ambito del «rispetto delle regole internazionali». «Come fatto sin dall’inizio di questo caso – è scritto nella nota – incoraggiamo Italia ed India a trovare una soluzione di reciproca soddisfazione, basata sulla Convenzione sul diritto del mare e sul diritto internazionale, esplorando tutte le vie per una soluzione amichevole». Ribadendo quanto affermato già venerdì scorso, la Ue poi «prende nota delle discussioni in corso tra India e Italia e continua a sperare che una soluzione consensuale possa essere trovata attraverso il negoziato ed il rispetto delle regole internazionali».