Informati Subito

Economisti ed esperti di materie giuridiche. Ecco i «negoziatori» del Presidente. Grillo: «I saggi badanti della democrazia». Cicchitto: «Diamo loro dieci giorni»

LA SOLUZIONE DEL QUIRINALE. I due gruppi cercheranno soluzioni condivise dai partiti. LE REAZIONI ALLE COMMISSIONI DI NAPOLITANO. Smorzati gli entusiasmi dei Cinque Stelle sulla soluzione di Napolitano. Freddezza del Pdl.

Economia e riforme giuridico-istituzionali. Sono questi i campi di azione dei «due gruppi ristretti di esperti» che aiuteranno il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo estremo tentativo di favorire la formazione di un governo. Sono, in pratica, secondo le interpretazioni più accreditate, «negoziatori supplementari» che avranno il compito di individuare alcune proposte condivise dai partiti su decisioni e riforme in un campo e nell’altro per indirizzare l’azione di un governo di scopo.

I COMPONENTI – Questi i nomi proposti dal presidente. Per il primo gruppo: prof. Valerio Onida, sen. Mario Mauro, sen. Gaetano Quagliariello, prof. Luciano Violante. Per il secondo gruppo: prof. Enrico Giovannini (presidente dell’Istat), prof. Giovanni Pitruzzella (presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato), dottor Salvatore Rossi (membro del direttorio della Banca d’Italia), il ministro per gli Affari europei Enzo Moavero Milanesi, l’on. Giancarlo Giorgietti e il sen. Filippo Bubbico, presidenti delle Commissioni speciali operanti alla Camera e al Senato.

CONVERGENZA – Una volta che Napolitano avrà in mano queste proposte le potrà utilizzare per tentare di sbloccare l’impasse sollecitando la convergenza dei partiti su un programma ristretto. Ovviamente se farà in tempo, ossia se la scadenza del suo mandato, il 15 aprile, arriverà dopo il via libera delle forze politiche a una soluzione della crisi. Altrimenti, questo il ragionamento del Colle, le proposte dei «saggi» saranno un viatico e un aiuto per il successore al Quirinale.

NO ALLE DIMISSIONI – Secondo le stesse interpretazioni, Giorgio Napolitano ha anche preso in considerazione l’idea di dimettersi per abbreviare il semestre bianco e ridare al suo successore il potere di sciogliere le camere in caso di mancato accordo tra le forze politiche uscite dalle urne. Ma ha prevalso la considerazione che gli svantaggi di un eventuale vuoto politico sarebbero stati superiori ai vantaggi rappresentati da un accorciamento dei tempi della crisi, soprattutto per quanto riguarda la reazione dei mercati finanziari. Sempre pensando ai mercati e alla loro riapertura di martedì prossimo, dopo le festività pasquali, Napolitano ha voluto ribadire pubblicamente che l’Italia, benchè in difficoltà, non è allo sbando e senza guida: un governo, presieduto da Mario Monti, c’è e non solo sbriga gli affari correnti ma è in grado di negoziare con l’Europa i provvedimenti economici più urgenti e rassicurare i partner dell’Unione che la via del rigore già tracciata non sarà abbandonata.

Dopo le reazioni positive del Pd e quelle più caute del Pdl sulla decisione del presidente della Repubblica di costituire «due gruppi ristretti» per trovare una soluzione alla situazione di stallo, il capogruppo al Senato dei Cinque Stelle Vito Crimi frena gli entusiasmi sui saggi di Napolitano. «Avrei difficoltà a sedermi ad un tavolo con queste persone immaginandole come saggi facilitatori». Una posizione che stride in parte con quanto affermato a caldo da Crimi stesso, subito dopo l’intervento di Napolitano.

«I BADANTI DELLA DEMOCRAZIA» – Ma è un post apparso sul blog di Beppe Grillo che gela definitivamente i primi entusiasmi. Nell’intervento infatti i saggi vengono definiti «badanti della democrazia» . Per Grillo meglio allora «ridare al Parlamento la sua centralità». E il mezzo indicato è quello delle Commissioni perché, ricorda il leader del M5S, «le Commissioni a più di un mese dal voto non sono ancora state istituite, il risultato è un rallentamento dell’attività legislativa che potrebbe occuparsi da subito di temi come la nuova legge elettorale, il conflitto di interessi, il reddito di cittadinanza, la legge anti corruzione, l’abolizione dell’IRAP».

«IL TEMPO DI MONTI E’ FINITO» – Anche Fabrizio Cicchitto del Pdl smorza gli entusiasmi e spiega «L’operazione dei saggi ieri adottata dal Presidente Napolitano ha un senso di coerenza con il nostro ordinamento generale, se nello spazio di sette-dieci giorni massimo gli esperti ci danno la traccia di un programma condivisibile dalle forze politiche impegnate nella governabilità, che danno sbocco ad essa impegnandosi a dar vita ad un nuovo governo che in tempi ragionevoli ma rapidi deve avere la fiducia del Parlamento». Poi Cicchitto avverte: «Monti non ha più la nostra fiducia fin dai tempi del discorso di dicembre del segretario Alfano in Parlamento e, non a caso, quel discorso fu legittimamente interpretato dallo stesso Monti come un ritiro di fiducia». Il prolungarsi della crisi di governo per Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl: «mette a rischio gli interessi dell’Italia. Le elezioni hanno indicato l’accordo fra Pdl e Pd come unico governo possibile. A questo non si è giunti per esplicito rifiuto di Pierluigi Bersani e per silente acquiescenza del resto del suo partito».

«STESSI ERRORI DELL’ULTIMO ANNO» – Più decisa Giorgia Meloni, deputato e fondatore di Fratelli d’Italia che spiega: «Con tutto il rispetto per il presidente Napolitano, di cui non metto in dubbio la buona fede, stiamo ripercorrendo gli stessi errori che hanno consentito la nascita del governo Monti». «L’idea che pochi tecnici non eletti da nessuno o pochi politici con idee contrapposte, possano offrire soluzioni all’Italia senza ricorrere a dei compromessi al ribasso su ogni tematica – osserva Meloni – è un’utopia che abbiamo già pagato a caro prezzo nel corso dell’ultimo anno».

LA PRUDENZA DI FRANCESCHINI – All’indomani delle dichiarazioni di Bersani, anche Dario Franceschini, intervenendo a In Mezz’ora su Rai Tre manifesta maggior prudenza rispetto al suo segretario: «I cosiddetti saggi individuati ieri da Napolitano per uscire dall’impasse politica sono una soluzione utile, che può aiutare, ma che non può essere sostitutiva del luogo in cui certe decisioni si devono prendere, ovvero il Parlamento».

Paolo Rastelli e Redazione Online

Economisti ed esperti di materie giuridiche. Ecco i «negoziatori» del Presidente. Grillo: «I saggi badanti della democrazia». Cicchitto: «Diamo loro dieci giorni»ultima modifica: 2013-03-31T17:47:00+02:00da
Reposta per primo quest’articolo