LA SCOMPARSA DEL «CALIFFO». Califano, camera ardente in Campidoglio e Roma vuole dedicargli una via. Folla di amici e fan intorno al villino di Acilia. Alemanno vuole la salma in Comune: «La città gli è vicina».
ROMA – Intorno al villino di Acilia, nella periferia romana, dove viveva ci sono fiori e una folla commossa. Amici – tra i quali artisti come Edoardo Vianello – e ammiratori attendono di poter portare il loro omaggio a Franco Califano, la cui salma sarà trasportata lunedì mattina in Campidoglio, dove nella sala della Protomoteca dalle 10 si potrà fare l’ultimo saluto al cantante, fino alle 19. Il sindaco di Roma ha offerto infatti per il «Califfo», uno dei cantautori diventati simbolo della romanità, la camera ardente in Comune. Dalla casa dove viveva in affitto, con un cameriere, e dove circa tre anni fa fu anche rapinato, il cantante inizia a Pasquetta l’ultimo viaggio. I funerali sono previsti per martedì 2 aprile, nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo. E l’amministrazione comunale sta valutando l’ipotesi di intitolargli una strada.
ALEMANNO RICORDA LA SUA UMANITA’ – «Era anche un mio amico personale e non lo posso dimenticare. Abbiamo offerto il Campidoglio per la camera ardente e pensiamo che possa cominciare da domani», ha detto il primo cittadino della Capitale, all’indomani della morte dell’artista, deceduto alla vigilia di Pasqua. «Vogliamo testimoniare tutta la vicinanza della città – ha aggiunto Alemanno – a questa bella figura di artista, controversa, con tante contraddizioni, ma anche con tanta umanità».
VOCE DELLE BORGATE – «Credo che tutta Roma sia commossa per la scomparsa di un grandissimo artista come Franco Califano, profondamente radicato nella nostra città, nella storia e nella produzione artistica di tutti quei diversi modi di essere e soprattutto di quelle borgate che spesso hanno bisogno di una loro espressione».
MORANDI: UNA PASQUA TRISTE – Nel commemorare la scomparsa di Enzo Jannacci prima e del Califfo poi, Gianni Morandi ha ricordato Califano sulla sua pagina Facebook: «Ha scritto ed interpretato bellissime canzoni che non svaniranno nel tempo, brani come Minuetto, Tutto il resto è noia, La musica è finita, Una ragione di più». E ha concluso: « Questa è una Pasqua triste per la musica».
IL VIDEO SULLA SUA VITA – Recentemente Califano aveva partecipato alla presentazione di un filmato sulla sua vita, alla Casa del Cinema: «Abbiamo parlato tranquillamente e lui ha commentato che la sua lunga esperienza gli aveva insegnato tanta saggezza, quindi vedeva le cose con un po’ con distacco – ha ricordato Alemanno -. Ma con grande affetto per tutti noi». Il suo legame con la Capitale aveva radici profonde: concerti, spettacoli e persino una lezione alla Sapienza nel 2001 per parlare dei testi «dirompenti» delle sue canzoni. Aveva voluto fortemente e una serie di spettacoli nelle carceri del Lazio, un’iniziativa della Regione, e nelle carceri «era stato osannato, non volevano più mandarlo via», racconta l’amico e collaboratore Pino Tortora. Ma era noto anche come il protagonista di una vita spericolata e piena di eccessi. Alla vigilia del suo settantesimo compleanno aveva detto: «Comincerò ad invecchiare cinque minuti prima di morire».
Redazione Online