Il CAMPIDOGLIO ANNUNCIA: CONCERTO OMAGGIO IL 21 APRILE. Renato Zero tra i tanti amici: «Lascia un grande vuoto». Fiorello: «Insieme abbiamo trovato la grinta».
ROMA – Dopo la folla in coda alla camera ardente in Campidoglio centinaia di amici e fan si sono radunati martedì in piazza del Popolo per l’ultimo saluto a Franco Califano. Durante la cerimonia delle esequie, iniziata alle 11, il suo quartetto d’archi – che lo aveva accompagnato anche al Teatro Sistina – ha intonato il «Cantico delle Creature» e il suono ha riempito il sagrato. In programma anche alcuni classici del «Califfo» e un pezzo del brano «L’ultimo amico va via», da lui scritto nel 1972. «Cerchiamo di fare nostro il messaggio di Francesco», ha detto nell’omelia il parroco. «Francesco – ha continuato – ha cercato di non essere inutile su questa terra. Ha cercato, quando si è sentito solo, di andare avanti a sperare in qualcosa di diverso e migliore. A sperare che qualcuno lo notasse per la sua bontà, amore e carità». In tanti hanno seguito la funzione dalla piazza, sotto una pioggia battante, ascoltando le parole del sacerdote dagli altoparlanti.
«TUTTO IL RESTO E’ NOIA» – Seduto in seconda fila nella Chiesa degli Artisti, tra i tanti volti noti, anche Renato Zero: «Califano lascia un grande vuoto per la romanità». Poco più in là, il sindaco di Roma Alemanno, Amedeo Minghi, Lando Fiorini, Dario Salvatori, Renata Polverini e la figlia di Califano, Silvia. Intanto, fuori nella piazza, sotto la pioggia, tanti fan che attendevano il feretro intonavano «Tutto il resto è noia». E uno striscione ribadiva il concetto: «Ora senza di te tutto il resto è noia. Grazie Franco». Gli ammiratori del Califfo – una folla di simpatizzanti romani e non- avevano iniziato a riempire la piazza fin dalle 9 di martedì radunandosi di fronte alla Chiesa degli Artisti nella speranza di partecipare ai funerali. Ma la chiesa è troppo piccola e centinaia di persone sono rimaste fuori in fila.
POETA MALEDETTO – L’arrivo del feretro poco prima delle 11 è stato accolto con un lungo applauso. Sulla bara era posata una maglia dell’Inter con su scritto Franco Califano. «All’inizio era un poeta maledetto – ha ricordato Gianni Alemanno in margine alla cerimonia – ci sono state tante polemiche per i suoi comportamenti spesso fuori le righe. Però questo suo anticonformismo è diventato un segnale di autenticità che riguarda un po’ tutti i romani che si sentono un po’ Califano, perché dietro questa voglia di trasgredire c’é tanta umanità senza retorica».
«SE L’E’ GODUTA» – Che dire di Califano? «È sicuramente uno che la vita se l’è goduta», Fiorello ha poi aggiunto: «sono venuto qui per vedere la gente che c’è, ed è tanta, nonostante sia la Pasquetta. E noi tutti sappiamo come Califano non amasse i giorni di festa».
VESTITA COME SEMPRE – La salma del cantautore era stata vestita proprio come un giorno qualsiasi: braccialetti, collana e camicia aperta sul petto. Visto l’afflusso, lunedì l’apertura della camera ardente è stata prorogata fino alle 20 per permettere alle persone in fila di salutare il cantante. Dopo i funerali, la salma del cantautore sarà sepolta ad Ardea, cittadina sul Litorale, nei cui pressi Califano viveva da tempo.
CONCERTO IL 21 APRILE – Tra i primi ad arrivare alla camera ardente – oltre a Fiorello -, il pianista Enrico Giaretta, amico e collaboratore, gli attori Massimo Ghini e Maurizio Mattioli, il cantante Edoardo Vianello.«Ricorderemo nella maniera migliore il maestro Califano – ha detto l’assessore alla Cultura Dino Gasperini – Sarebbe bello organizzare un concerto da dedicargli. Ci piacerebbe ricordarlo già il 21 aprile, nel giorno del Natale di Roma».
LA FIGLIA – Califano non ha mai conosciuto sua nipote, Francesca, che oggi ha 14 anni. A dirlo è Silvia Califano, la figlia del cantautore, ex ballerina classica e ora titolare di una scuola di danza. «Non mi sono resa conto di quanta gente amasse mio papà – dice Silvia – forse più di me, ci siamo voluti bene però ci siamo persi un pezzo di vita insieme. Io sono figlia, ma anche madre di Francesca e penso che mio padre non era tagliato per fare il padre». Silvia Califano racconta «di non aver mai vissuto» insieme al padre Franco. «Ci siamo frequentati per un periodo – aggiunge – ma il fatto di non vivere a Roma bensì a Trieste non ci ha aiutato. Ho perso un po’ di lui, papà era quello che era, era un artista, un grande poeta, ma non era proprio capace di fare il padre».
IL BLOG DI GRILLO – Anche Beppe Grillo ricorda Franco Califano sul suo blog. Il leader del Movimento Cinque Stelle pubblica il testo di «Fijo mio» del cantante romano, inviato da Ferdinando G da Roma che saluta con un «Onore al califfo». Il post sostituisce quello che ricorda Enzo Jannacci e che aveva scritto di suo pugno lo stesso Grillo.
MORANDI: UNA PASQUA TRISTE –Nel commemorare la scomparsa di Enzo Jannacci prima e del Califfo poi, Gianni Morandi aveva ricordato Califano sulla sua pagina Facebook: «Ha scritto ed interpretato bellissime canzoni che non svaniranno nel tempo, brani come Minuetto, Tutto il resto è noia, La musica è finita, Una ragione di più». E poi aveva aggiunto: « Questa è una Pasqua triste per la musica».
VOCE DELLE BORGATE –«Credo che tutta Roma sia commossa per la scomparsa di un grandissimo artista come Franco Califano, profondamente radicato nella nostra città, nella storia e nella produzione artistica di tutti quei diversi modi di essere e soprattutto di quelle borgate che spesso hanno bisogno di una loro espressione» ha detto il sindaco Gianni Alemanno. E ha poi aggiunto: «Troveremo una strada da intitolare a Califano alla Garbatella, quartiere molto amato dal cantante».
VILLINO DI ACILIA – Già sabato moltissimi amici e parenti si erano recati al villino di Acilia, nella periferia romana, dove Califano viveva, e avevano portato fiori e saluti. Tra di loro artisti come Edoardo Vianello. Dalla casa dove viveva in affitto, con un cameriere, e dove circa tre anni fa fu anche rapinato, il cantante ha iniziato l’ultimo viaggio. I funerali sono previsti per martedì 2 aprile, nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo. E l’amministrazione comunale sta valutando l’ipotesi di intitolargli una strada.