CRISI. Il rapporto di Bruxelles sugli squilibri macroeconomici. E dal consiglio dei ministri l’ok al documento di economia e finanza. CONFINDUSTRIA – L’ALLARME. Il numero uno di Confindustria sui rimborsi alle imprese: «Ci aspettavamo di più».
«Sul piano sociale» l’assenza di un governo e di una guida politica «non potrà proseguire a lungo senza portare a conclusioni violente». Lo afferma il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. «Sono anche molto preoccupato perchè la situazione è quella che sappiamo: ad oggi contiamo 62 casi di suicidi di imprenditori».Secondo il numero uno di Confindustria inoltre, l’attuale assenza di un governo e l’allentamento dell’azione dell’esecutivo Monti nella seconda parte della sua esperienza «si può calcolare che abbia portato alla perdita di un punto percentuale di prodotto interno lordo, cioè a 1600 miliardi di euro».
SITUAZIONE DRAMMATICA – «Rischiamo di non agganciare una ripresa che, comunque, nella seconda parte dell’anno in Europa ci sarà. È un fatto piuttosto grave» ha aggiunto Squinzi rispondendo alla domanda su cosa il Paese ha perso finora per l’assenza di un governo, a margine della Fiera del Mobile «I Saloni». L’Italia ha bisogno di «un governo di uomini di buona volontà che si rendano conto che la situazione economica del Paese è drammatica e che non c’è tempo da perdere» dice ancora Squinzi. E ricorda la pagina pubblicitaria fatta pubblicare da Confindustria sui giornali la cui sintesi è «il tempo è scaduto». Quindi aggiunge: «Siamo a tempo scaduto», un governo «non serve subito, serve subitissimo».
RIMBORSI ALLE IMPRESE – Squinzi commenta anche le modalità previste nel decreto legge per il rimborso alle imprese: «Non è quello che ci aspettavamo. Ci aspettavamo un po’ più di coraggio». E ancora: «Se non tiriamo fuori il coraggio, il Paese continuerà a essere in grande difficoltà».
Mentre da Bruxelles arriva l’allarme sulla situazione dell’Italia, il consiglio dei ministri ha approvato il Def, il documento di economia e finanza. Palazzo Chigi spiega che «il provvedimento, articolato nel biennio 2013-2014, si caratterizza per la sua connotazione di straordinarietà e non comporta un allontanamento dal percorso di risanamento finanziario cui il Governo rimane fermamente impegnato».
IL GOVERNO – Soddisfatto il premier Mario Monti: il Def conferma «che il risanamento è avvenuto. Le finanze pubbliche sono su un sentiero sostenibile. È centrato l’obiettivo del bilancio in pareggio in termini strutturali». Intanto l’Ue lancia l’allarme sul rischio contagio dall’Italia. L’avvertimento arriva dal rapporto sugli squilibri macroeconomici della Commissione europea pubblicato mercoledì e che riguarda 13 Paesi. «Il potenziale contagio economico e finanziario al resto dell’area euro resta considerevole – sostiene l’esecutivo Ue – se le turbolenze sui mercati finanziari collegate al debito sovrano italiano si intensificheranno di nuovo». «L’alto debito italiano, come la perdita di competitività esterna e la sottostante performance produttiva stagnante – dice la Commissione Ue – continuano a essere il principale squilibrio macroeconomico identificato».
«DOPPIA RECESSIONE» – Le banche italiane sono diventate più deboli, dice anche la Commissione europea. «La resistenza del settore bancario italiano si è seriamente indebolita dalla metà del 2011 – sostiene l’esecutivo Ue – minando la capacità delle banche di sostenere l’attivitá economica e gli aggiustamenti». Secondo quanto si legge nel rapporto, «la perdita di accesso delle banche italiane al mercato interbancario mondiale a seguito dell’espandersi all’Italia della crisi del debito sovrano dell’eurozona ha accresciuto in modo significativo la dipendenza dal rifinanziamento dell’eurosistema». Non solo: secondo la Commissione, la doppia recessione in Italia «ha aumentato il rischio del credito al settore privato, appesantendo le banche con una larga quantità di crediti in sofferenza».
LE MISURE? RESTANO UNA SFIDA – L’esecutivo di Bruxelles riconosce che «alcune misure importanti sono state adottate nell’ultimo anno per affrontare questi squilibri», ma «la loro piena attuazione resta una sfida», così come c’è ancora spazio per «azioni ulteriori in molte aree». In particolare, si tratta di «rafforzare la concorrenza in alcuni mercati di prodotti e servizi, sviluppare un sistema fiscale più favorevole alla crescita, decentralizzare ulteriormente il livello di trattativa salariale, migliorare il sistema scolastico e l’efficienza della pubblica amministrazione».