LA DECISIONE. L’ex pubblico ministero di Palermo trasferito come sostituto: «Provvedimento punitivo, potrei lasciare la magistratura».
L’ex pm di Palermo Antonio Ingroia è stato trasferito alla procura di Aosta come sostituto. Lo ha deciso il plenum del Consiglio superiore della magistratura on 19 voti a favore e 7 astenuti. L’ex pm aveva inviato al Csm una richiesta per essere ascoltato sulla questione del trasferimento, ma il plenum del Consiglio è passato direttamente al voto che ha decretato lo spostamento del magistrato alla procura aostana. «C’è un orientamento contrario ad un ritorno della pratica in Commissione e a un audizione in plenum», ha spiegato il vicepresidente del Csm, Michele Vietti. Aosta è l’unica circoscrizione Ingroia, che ha preso parte alle scorse elezioni politiche con Rivoluzione civile, non si è candidato.
«POTREI LASCIARE LA MAGISTRATURA» – «C’è poco da commentare», ha detto l’ex pm, che si è detto «amareggiato» e «deluso» per un «provvedimento obiettivamente punitivo». «Il Csm ha fatto le sue scelte e le sue valutazioni. Io farò le mie. Ha scartato ogni opportunità affinchè venisse valorizzata la mia esperienza e professionalità e ora farò io le mie valutazioni e le mie scelte». Anche lasciare la magistratura? «C’è anche questa in uno spettro molto ampio di possibilità». «Era una decisione che era nell’aria – ha aggiunto – Ritengo che questo non sia il modo migliore per valorizzare la mia professionalità, acquisita in 25 anni di magistratura».
ATTESA – «Ritenevo poco utile e poco funzionale rispetto alla mia esperienza, l’assegnazione ad Aosta», ha proseguito Ingroia. «Il fatto poi che sia stato assegnato nella funzione di pubblico ministero, dimostra che le regole non erano così inflessibili e che qualche eccezione si poteva fare». Insomma, aumentano anziché diminuire le perplessità rispetto alle scelte del Csm. «Adesso attendo che mi venga notificato il provvedimento per prendere a mente fredda le mie decisioni».
L’IPOTESI DEL RICORSO – Contro il suo trasferimento, Ingroia può ora percorrere un’unica strada, oltre alle dimissioni dalla Magistratura: quella del ricorso alla giustizia amministrativa. Tutti gli atti del Csm, infatti, sono impugnabili davanti ai Tar e al Consiglio di Stato. Se volesse, l’ex procuratore aggiunto di Palermo potrebbe anche presentare ricorso contro il no all’autorizzazione a rivestire l’incarico di presidente di «Riscossione Sicilia», dopo che la decisione presa mercoledì dalla terza commissione del Csm sarà ratificata dal plenum.